Impennata del prezzo del gas dopo le parole dell’amministratore delegato di Eon. Ecco cosa sta succedendo.
Dopo mesi di flessione oggi il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, che è quello di riferimento per gli scambi europei, è tornato a salire. Una fiammata al rialzo dovuta soprattutto alle parole dell’amministratore delegato del colosso energetico tedesco Eon Leonhard Birnbaum che parlando di prospettive future, ha detto che la crisi non è finita e che in inverno potrebbero ritornare alcuni problemi.
E così sono bastate le parole di Birnbaum, rilasciate in un’intervista a Bloomberg Television, per riportare il prezzo del gas a 40 euro a megawattora, con un rialzo del 31% rispetto a ieri. Un balzo che potrebbe essere momentaneo ma che, stando alle parole dell’Ad di Eon, riapre scenari preoccupanti in vista del prossimo inverno quando la richiesta di gas ovviamente aumenterà. I prezzi restano comunque al momento molto bassi rispetto ai picchi di 300 euro a megawattora registrati la scorsa estate ma sono comunque il doppio rispetto allo stesso giorno di due anni fa.
Prezzo del gas, cosa potrebbe succedere in inverno?
Leonhard Birnbaum ha detto chiaramente che la «crisi non è finita» e di guardare al prossimo inverno con preoccupazione. Per l’amministratore delegato la probabilità che si ripeta una crisi come quella dell’inverno 2022 è diminuita in modo significativo ma non si può stare tranquilli considerato il cambiamento strutturale dovuto all’abbandono del gas russo da parte dell’Europa dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
Ad oggi i livelli di stoccaggio di gas in Europa è a livelli tranquilli. La media europea è dell’87%, in Italia siamo addirittura all’89%, in Germania al 90%. Ma basta davvero poco per far saltare gli equilibri. Una parte del gas russo è stata rimpiazzata da gas liquefatto in arrivo soprattutto da Qatar e Stati Uniti. Questo arriva in modo diverso, in assenza di gasdotti, tramite navi che possono scegliere liberamente in quali porti attraccare a seconda di quale nazione paga di più.
Non esiste quindi una certezza di approvvigionamento. È importante trovare sempre più paesi esportatori di gas per limitare qualsiasi rischio in vista dell’inverno. Una materia prima limitata potrebbe far aumentare di nuovo i prezzi nei mesi invernali quando ci sarà il picco di consumo. Lo scorso anno un clima abbastanza mite ha aiutato molto da questo punto di vista, ma il prossimo inverno non sappiamo come sarà e se sarà abbastanza freddo, i consumi potrebbero aumentare mandando il sistema in difficoltà.
Se i prezzi aumenteranno secondo Birnbaum saranno le singole nazioni a decidere se aiutare imprese e consumatori nel pagamento delle bollette. «Se le nazioni debbano ancora sovvenzionare i consumatori e le imprese con le loro bollette energetiche è qualcosa che ogni governo dovrà decidere poiché i mercati sono molto diversi» - ha detto.
Si guarda con attenzione anche all’Australia, una delle nazioni esportatrici di Gnl. I lavoratori di alcune strutture hanno minacciato lo sciopero che potrebbe avere ripercussioni sulle esportazioni di gas naturale liquefatto. I tempi dell’azione sindacale non sono stati chiariti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA