Quanto può durare ancora la corsa dell’oro e quali fattori monitorare nella seconda metà del 2024? Un’analisi con le previsioni sull’attrazione dei lingotti per gli investitori.
Quale destino per il prezzo dell’oro nella seconda metà del 2024? Gli esperti e gli investitori si chiedono se i lingotti possono ancora supportare la corsa registrata da inizio anno o se saranno spinti al ribasso da nuovi fattori catalizzatori.
La politica monetaria delle banche centrali, con la Fed più aggressiva e incerta sui tagli ai tassi rispetto alla Bce, le tensioni geopolitiche, la persistenza dell’inflazione oltre il target del 2%, la traiettoria del dollaro che ne può scaturire e il ruolo della Cina come principale compratore del metallo prezioso sono al centro dell’attenzione di chi investe in oro.
Dopo gli ultimi sviluppi economici che hanno visto la Federal Reserve restare molto prudente sull’allentamento della politica monetaria, anche con un’inflazione in raffreddamento, il prezzo dell’oro è stato messo sotto pressione. Il 2024, nella seconda metà dell’anno da poco iniziata, potrebbe registrare una frenata dell’ottima performance dei lingotti finora emersa.
Questi fattori saranno cruciali per il prezzo dell’oro nel 2024
Il prezzo dell’oro (XAU/USD) flette nella giornata di giovedì 13 giugno e anche i futures sui lingotti sono sotto pressione.
Diversi fattori si sono mossi nelle ultime ore, influenzando direttamente il metallo. La sorpresa aggressiva della Federal Reserve (Fed) di mercoledì, in larga misura, si è opposta ai dati più deboli sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti. In effetti, i policymaker prevedono ora un solo taglio dei tassi nel 2024 rispetto ai tre previsti a marzo, il che, a sua volta, è visto come un fattore chiave che allontana i flussi dall’oro.
Nel frattempo, lo spostamento delle proiezioni della Fed impatta sui titoli del Tesoro Usa, aumentandone i rendimenti, e offre un motivo in più per rafforzare il dollaro Usa. Questo contesto è visto ribassista per il prezzo dell’oro denominato in dollari Usa, anche se la tensione geopolitica in Medio Oriente e la rinnovata incertezza politica in Europa potrebbero aiutare a limitare perdite più profonde.
C’è poi il fattore Cina. Il dragone ha interrotto l’acquisto di oro come riserva a maggio, dopo che il metallo prezioso era salito a un livello record, ponendo fine a una corsa di acquisti straordinari durata 18 mesi. Secondo i dati pubblicati la settimana scorsa, l’oro detenuto dalla Banca popolare cinese è rimasto invariato a 72,80 milioni di once troy a maggio. Ciò ha segnato la prima volta che la banca centrale del paese non ha aumentato le proprie riserve dall’ottobre 2022. L’oro è quindi rimasto vulnerabile a maggiori pressioni al ribasso.
Nel primo trimestre 2024, la domanda del metallo giallo da parte delle banche centrali ha registrato il suo inizio anno più forte mai visto, con la Cina che è stata il principale acquirente.
“Ci sono molte ragioni che spingono l’oro in questo momento...,ma uno dei fattori principali è la Cina”, ha detto a Reuters Ruth Crowell, CEO della London Bullion Market Association, a margine della conferenza Asia Pacific Precious Metals a Singapore.
“Di solito Cina e Giappone sono acquirenti attenti al budget, ma dato lo stato dell’economia, le sfide immobiliari e i mercati azionari, l’oro è una scelta sicura...Penso che l’oro susciterà interesse per un po’ di tempo”, ha aggiunto.
Da evidenziare che l’oro è cresciuto di quasi il 12% da inizio anno, soprattutto in un contesto di ottimismo per una svolta della Fed verso un allentamento monetario quest’anno. Anche la domanda come bene rifugio visti i conflitti in corso, nonché gli acquisti da parte delle banche centrali, hanno sostenuto l’aumento dei prezzi. Ora gli analisti si chiedono cosa accadrà nella seconda metà del 2024.
Prezzo dell’oro, cosa può succedere a fine 2024?
Il fulmineo rally dell’oro verso massimi record consecutivi mostra tutti i segnali di un proseguimento nella seconda metà del 2024, poiché le ragioni fondamentali del sostegno rimangono saldamente in vigore, anche se i 3.000 dollari l’oncia sembrano appena fuori portata, secondo alcuni esperti interpellati da Reuters.
Mentre gli investitori cercano chiarezza sui tempi dei tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, è probabile che le elezioni statunitensi di novembre aggiungano maggiore volatilità al mercato, dicono gli analisti.
La maggior parte dei trader rimangono rialzisti sull’oro, ma la possibilità che il metallo prezioso superi i 3.000 dollari l’oncia sembra remota a questo punto, hanno detto. “Non si tratta di qualche fattore particolare che trattiene l’oro, ma piuttosto che 3.000 dollari significherebbero un altro 30% da qui, il che è abbastanza dato che abbiamo già ottenuto notevoli guadagni”, ha affermato Nikos Kavalis, amministratore delegato di Metals Focus.
In una analisi, ING ha evidenziato che se la Fed continuerà nel suo approccio cauto all’allentamento, i prezzi dell’oro rischieranno un pullback: “Ci aspettiamo che i prezzi dell’oro rimangano volatili nei prossimi mesi poiché il mercato reagisce ai fattori macro, seguendo gli eventi geopolitici e la politica dei tassi della Fed. Vediamo prezzi in media di 2.300 $/oncia nel secondo trimestre e una media annua di 2.255 $/oncia nel 2024.”
La stima è di prezzi che raggiungono il picco nel quarto trimestre, con una media di 2.350 $/oncia, supponendo che la Fed inizi a tagliare i tassi nella seconda metà del anno, il dollaro e i rendimenti si indeboliscono.
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