La settimana inizia con i prezzi del petrolio in calo tra i danni provocati dall’uragano Ida e le decisioni di Saudi Aramco in Asia
Il prezzo del petrolio resta incerto in questa apertura di settimana mentre l’uragano Ida continua ad abbattersi sulle coste degli Stati Uniti fermando la produzione di greggio del paese, oltre ad aver già provocato diversi morti. Ai vari disastri si è aggiunto quello ambientale, con due macchie di petrolio avvistate a largo della Louisiana.
Il calo del greggio e le decisioni di Saudi Arabia
Non si ferma il calo del prezzo del petrolio nella mattinata di oggi, in flessione di meno di un punto percentuale a 68,70 dollari, mentre il Brent scende a 72 dollari al barile.
Il trend ribassista del petrolio resta frenato dai timori sull’offerta di petrolio negli Stati Uniti, visto che l’uragano Ida ha fermato la produzione per circa 1,7 milioni di barili al giorno.
Dall’Arabia Saudita arriva la notizia della decisione di Saudi Aramco di tagliare i prezzi del petrolio fornito in Asia, il suo principale mercato. Un comunicato diramato dalla società nella giornata di ieri spiegava che i prezzi del crude dei barili venduti nel continente asiatico verranno ridotti di almeno 1 dollaro al barile, taglio maggiore rispetto a quanto previsto dal consensus di Reuters.
La fuoriuscita di greggio
Nel frattempo, alcune foto confermano le numerose segnalazioni arrivate nelle scorse ore in Louisiana circa una fuoriuscita di sostanze chimiche e petrolio nel Golfo del Messico causate dal passaggio dell’urgano Ida.
A pubblicarle è stata la National Oceanic and Atmospheric Administration Usa (Noaa) e nelle immagini appare evidente un’enorme marea nera vicino alla piattaforma petrolifera ’Enterprise Offshore Drilling’.
Già lo scorso sabato la Guardia Costiera Usa aveva confermato la presenza di una notevole fuoriuscita di petrolio che potrebbe provenire da una trivellazione offshore a circa due miglia a sud di Port Fourchon.
Per il momento, la macchia nera non è arrivata sulle coste della Louisiana, ma le immagini mostrano la chiazza muoversi alla deriva e viste le sue importanti dimensioni, oltre i 19 chilometri verso est, resta il rischio che il disastro potrebbe avvicinarsi alla terra.
Un portavoce della Guardia Costiera USA, John Edwards, ha cercato di rassicurare spiegando che sono in corso monitoraggi e le immagini satellitari mostreranno qualunque movimento della chiazza, assicurando un continuo flusso di informazioni.
Lo stesso Edwards ha poi spiegato che per ora si ritiene che il petrolio possa provenire da un oleodotto sottomarino di proprietà della società Talos Energy, anche se quest’ultima si è dichiarata non responsabile del petrolio fuoriuscito.
Non si tratterebbe, però, dell’unica fuoriuscita di petrolio a largo della Louisiana e secondo altre foto Noaa (esaminate dall’agenzia AP), un’altra marea nera sarebbe stata vista vicino alla raffineria Phillips 66 Alliance.
Le dimensioni del disastro ambientale non sono ancora note e, al momento, dal Dipartimento per la qualità ambientale della Louisiana non sono in grado di poter stimare la quantità di petrolio in acqua.
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