Il prezzo del petrolio è tornato a correre: cosa c’è dietro il rally delle quotazioni?
Il prezzo del petrolio ha ricominciato a correre.
Determinanti nella ripresa delle quotazioni del Brent e del Wti - che si sono riportate rispettivamente sopra i $59 e sopra i $50 al barile - sono stati i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina.
I negoziati sono iniziati lunedì 7 gennaio e avrebbero dovuto concludersi nel corso della giornata successiva. Eppure, secondo quanto comunicato da alcuni funzionari statunitensi, le discussioni continueranno a sorpresa anche oggi.
Un segnale positivo che ha fornito ancor più slancio al prezzo del petrolio, sostenuto altresì dai tagli sanciti dall’OPEC e dai produttori esterni al Cartello lo scorso 7 dicembre.
Prezzo del petrolio festeggia negoziati USA-Cina: ci sono progressi?
Stando a quanto trapelato nei primi due giorni di negoziati commerciali, le potenze avrebbero già trovato alcuni piccoli compromessi riguardanti gli acquisti di prodotti agricoli e di materie prime energetiche negli Stati Uniti e un maggior accesso USA sul mercato cinese. Tanto è bastato al prezzo del petrolio per accentuare guadagni già determinati dai tagli alla produzione.
“Le quotazioni di greggio hanno continuato a viaggiare in rialzo. Gli investitori sono sempre più fiduciosi e credono che i tagli OPEC restringeranno il mercato”,
hanno affermato da ANZ Bank.
Se i due Paesi non riusciranno a trovare un accordo entro il 2 marzo 2019 Trump procederà con un aumento dal 10% al 25% dei dazi esistenti su $200 miliardi di beni importati dalla Cina. Una mossa, questa, che getterebbe nuove ombre sull’economia di Pechino, già in fase di rallentamento.
Almeno per il momento il prezzo del petrolio continuerà a beneficiare dei negoziati commerciali: dopo un dicembre da dimenticare, le quotazioni percepiranno un’atmosfera finalmente positiva.
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