Petrolio in rally e in evidenza: c’è un rinnovato sentiment positivo sul greggio. I motivi sono almeno due, anche se la pandemia resta una minaccia per il settore energetico.
Prezzo del petrolio vicino ai massimi di 11 mesi oggi, venerdì 8 gennaio.
Le quotazioni sono sulla buona strada per registrare un forte guadagno settimanale, spinte su territori positivi da almeno due notizie che provengono da aree geografiche strategiche per il greggio.
Arabia Saudita e Stati Uniti sono i protagonisti dell’ascesa dell’oro nero: cosa succede al prezzo del petrolio?
Prezzo del petrolio in evidenza con i recenti rialzi
Il greggio Brent è salito di 13 centesimi, o dello 0,2%, a 54,51 $ al barile all’inizio di venerdì 8 gennaio. Giovedì ha toccato i 54,90 dollari, il massimo dal mese di febbraio.
Il West Texas Intermediate (WTI) statunitense ha guadagnato 14 centesimi, o lo 0,3%, a $ 50,97 nella stessa fascia oraria. Ieri, 7 gennaio, il contratto ha chiuso in rialzo dello 0,4% dopo aver toccato il massimo da febbraio a 51,28 dollari.
Entrambi i benchmark sono sulla buona strada per ottenere guadagni di circa il 5% per questa settimana.
Al momento in cui si scrive, i future Brent scambiano a 54,70 dollari al barile, con un rialzo dello 0, 63%, e i contratti WTI guadagnano lo 0,55% a 51,11.
I motivi del rally sono almeno due: il taglio unilaterale della produzione dell’Arabia Saudita, che ha attenuato i timori di un eccesso di offerta, e la svolta democratica negli Stati Uniti, che di fatto ha aperto la strada a ulteriori spese di stimolo.
Hiroyuki Kikukawa, di Nissan Securities ha commentato:
“La decisione dell’Arabia Saudita di tagliare volontariamente la sua produzione ha continuato a fornire sostegno. Le azioni globali in rialzo, sostenute da un’eccessiva liquidità, hanno anche spinto a nuovi acquisti di petrolio.”
UBS ha innalzato le sue previsioni per il Brent a $ 60 al barile entro la metà dell’anno, proprio a seguito della decisione saudita e delle aspettative di una forte ripresa della domanda nel secondo trimestre, stimolata dall’effetto vaccino e da un allentamento sulla mobilità.
“I mercati petroliferi dovrebbero rimanere su un tono rialzista verso febbraio sulla scia della promessa a sorpresa dei sauditi di tagliare la produzione”, ha affermato Kazuhiko Saito, capo analista presso il broker di materie prime Fujitomi Co.
Non mancano, però, le zone d’ombra per il comparto energetico. Ci sono segnali che il rally potrebbe essere andato troppo oltre la realtà, con Goldman Sachs che mette in guardia: i tagli alla produzione saudita probabilmente riflettono le aspettative del regno che la domanda si indebolirà ulteriormente.
La pandemia, infatti, infuria ancora in diverse zone del mondo. Il Covid ha rivendicato il suo più alto numero di morti negli Stati Uniti, uccidendo più di 4.000 persone in un solo giorno, mentre la Cina ha riportato il maggiore aumento dei casi giornalieri in più di cinque mesi e il Giappone potrebbe estendere lo stato di emergenza oltre la grande regione di Tokyo.
L’Europa, inoltre, sta ripiombando nel lockdown, con Germania e Regno Unito a guidare la rinnovata stretta su commercio e libertà.
In questa complessa cornice, quindi, il prezzo del petrolio potrebbe ancora mostrare sorprese.
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