Primo decesso da variante Omicron. Ora la terza dose diventa fondamentale, ecco perché

Emiliana Costa

13/12/2021

Oggi è stato registrato il primo decesso da Omicron. La variante sudafricana si diffonde a una velocità «fenomenale». Per contrastarla fondamentale la terza dose. Ecco perché.

Primo decesso da variante Omicron. Ora la terza dose diventa fondamentale, ecco perché

Oggi è stato registrato il primo decesso causato da Omicron, la variante sudafricana che con le sue 32 mutazioni si teme possa sfuggire ai vaccini. Attualmente i positivi da Omicron nell’area Unione europea/Spazio economico europeo sono 1.686. In Italia finora sono stati individuati 27 casi.

Il primo decesso è avvenuto nel Regno Unito, dove ad oggi sono stati registrati 696 casi da Omicron. Il ministero della Salute britannico ha definito «fenomenale» la velocità di diffusione della nuova variante. E secondo un rapporto dalla UK Health Security Agency (UKHSA), a questo punto diventa fondamentale la terza dose di vaccino. Entriamo nel dettaglio.

Primo decesso da variante Omicron nel Regno Unito

Da oggi, nel Regno Unito i cittadini sono invitati a lavorare in smart working per evitare un’ulteriore diffusione di Omicron. Come riporta il ministro della Salute britannico, la variante sta già viaggiando a una «velocità fenomenale» ed ha provocato il primo decesso.

Il rapporto settimanale sulla situazione epidemiologica nel Regno Unito compilato dalla UK Health Security Agency (UKHSA) ha chiarito tutto quello che c’è da sapere sulla variante Omicron e sulla centralità della terza dose di vaccino anti Covid-19.

Secondo il report dell’Agenzia britannica, negli ultimi sette giorni si nota una crescita più veloce di Omicron rispetto alle prime settimane. La provenienza dei positivi da Omicron non è legata a recenti viaggi, perciò è dovuta quasi interamente a trasmissione interna.

Terza dose efficace contro la variante Omicron

Dal report emerge una buona notizia. La terza dose (in questo caso somministrata tramite vaccino Pfizer) riequilibra la situazione portando gli immunizzati con siero AstraZeneca come ciclo primario a un’efficacia del 71% e quelli con tre dosi Pfizer al 76%, nel primo mese successivo all’inoculazione.

Nonostante l’efficacia non sia del 95% offerto dalla terza dose contro la Delta, è un valore considerato buono dagli specialisti. Anche perché si sta ancora parlando di protezione da contagio.

Tutti i vaccini utilizzati finora hanno sempre avuto un’efficacia contro ricoveri e decessi più alta di quella riguardante l’infezione. Gli scienziati si aspettano dunque che per Omicron sarà lo stesso, anche se ancora non è certo.

L’evasione immunitaria della variante Omicron

È ormai data quasi per certa una quota di perdita di capacità neutralizzante da parte dei vaccini nei confronti della variante Omicron. Lo studio inglese riporta i risultati delle prime prove sulla capacità di «evasione immunitaria» di Omicron che provengono da diversi laboratori.

Secondo due report inglesi e tre internazionali su come si comportano gli anticorpi di persone che hanno completato il ciclo vaccinale con Pfizer, rispetto a Omicron c’è una riduzione di 20-40 volte nella neutralizzazione del virus rispetto alle varianti precedenti e di 10 volte rispetto a Delta. In ogni caso, gli anticorpi non sono l’unico indicatore di protezione e i risultati sono davvero preliminari.

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