Intervistato da La Stampa, il ministro del Lavoro scelto dal Movimento 5 Stelle Pasquale Tridico ha illustrato quella che sarebbe la sua linea guida.
Tra i nomi anticipati da Luigi Di Maio riguardo la composizione dell’eventuale governo del Movimento 5 Stelle c’è anche quello di Pasquale Tridico, investito dal candidato premier pentastellato della carica di suo ministro del Lavoro.
Intervistato da La Stampa, il docente universitario ha subito fatto intendere verso quale direzione si andrebbe a incanalare il suo impegno al dicastero del Lavoro: via il Jobs Act e la legge Fornero, in ballo anche il ripristino dell’Articolo 18.
Gli obiettivi di Tridico
Un poco alla volta Luigi Di Maio sta svelando i nomi di quelli che sarebbero i ministri in un suo esecutivo. Prima del voto infatti, il Movimento 5 Stelle andrà a ufficializzare l’eventuale squadra di governo così come promesso in questa campagna elettorale.
Una delle figure rese note è quella del ministro del Lavoro, con la scelta dei pentastellati che è ricaduta su Pasquale Tridico, economista e professore a RomaTre che da diverso tempo è vicino alle posizioni dei 5 Stelle.
Tridico quindi nelle idee del Movimento andrebbe a occupare uno dei ministeri chiave nel nostro paese. Intervistato dal quotidiano La Stampa, il docente ha illustrato qual è il suo pensiero sul mondo del lavoro nel nostro paese.
È urgente invertire le politiche di estrema flessibilizzazione del mercato del lavoro approfondite di recente dal decreto Poletti sui contratti a tempo determinato e dal Jobs Act. Le evidenze empiriche mostrano che sono i Paesi con mercati meno flessibili a presentare le migliori performance in termini di produttività del lavoro in Europa.
Per Pasquale Tridico quindi il nuovo governo dovrebbe rivedere il decreto Poletti sui contratti a tempo determinato, valutare se tornare alla disciplina precedente in merito all’Articolo 18 e intervenire sul cuneo fiscale in maniera selettiva con riduzioni in determinati settori economici e soprattutto sui lavoratori più giovani.
Duro anche il pensiero sulla legge Fornero che regola il nostro sistema previdenziale, ribadendo l’obiettivo di superare in maniera graduale la riforma del 2011 sostituendola con la Quota 41 e la Quota 100.
Stiamo pensando a un superamento graduale, che costerà 11 miliardi annui. Con la nostra riforma si potrà andare in pensione o con 41 anni di contributi versati, qualunque sia l’età, o quando la somma tra età contributiva e anagrafica è quota 100. Inoltre bloccheremo per 5 anni l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita.
Gli obiettivi che si pone Tridico sono quelli presenti nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle, con la linea dell’eventuale ministro del Lavoro che quindi andrebbe a ricalcare in toto il pensiero politico pentastellato.
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