Pronti contro termine, cosa sono, rendimento e come funzionano

Flavia Provenzani

19 Febbraio 2025 - 10:44

Cosa sono i pronti contro termine? Rendimento e funzionamento di questi strumenti finanziari. Quando conviene investire?

Pronti contro termine, cosa sono, rendimento e come funzionano

Cosa sono i pronti contro termine? Questa espressione indica uno strumento di investimento molto diffuso, che i risparmiatori interessati a gestire il loro denaro in modo remunerativo e sicuro dovrebbero conoscere in modo approfondito.

Questa opzione di mercato, infatti, è considerata una valida opportunità per investire liquidità a breve termine con rendimento certo, ideale per risparmiatori prudenti o aziende che vogliono impiegare temporaneamente la loro liquidità con un rendimento garantito.

In una analisi approfondita, Banca d’Italia ha evidenziato che negli ultimi anni il mercato dei pronti contro termine ha assunto dimensioni rilevanti, riflettendo la crescita delle emissioni di titoli di Stato e degli interventi eccezionali delle banche centrali.

In Europa, considerando solo le transazioni su due dei maggiori mercati di questo strumento (BrokerTec e MTS), il turnover medio giornaliero è stato pari a 330 miliardi di euro nel 2023, con l’Italia a rappresentare la quota più alta secondo gli studi di Bankitalia.

Ma come funzionano nel dettaglio gli strumenti pronti contro termine? Una guida su cosa sono, rendimenti e vantaggi.

Pronti contro termine: cosa sono?

I pronti contro termine - indicati anche con la sigla P/T o PCT - sono un particolare tipo di strumento finanziario, introdotto in Italia nel 1979 e che sta avendo un buon successo soprattutto tra gli investitori (o risparmiatori) che intendano conseguire un rendimento in un breve periodo di tempo.

Cosa sono i pronti contro termine?

Sono contratti in cui un venditore (che generalmente è una banca o un intermediario finanziario) cede dei titoli di proprietà a un acquirente (in genere titoli di Stato e obbligazioni) con l’impegno poi di riacquistarli in un breve lasso di tempo (che può essere massimo di 12 mesi).

L’operazione pronti contro termine o vendita con patto di riacquisto si configura quindi come un prestito di denaro a fronte di un prestito di titoli a reddito fisso, normalmente titoli di Stato.

Viene realizzato vendendo temporaneamente titoli a un investitore a un prezzo determinato sulla base del loro valore di mercato - detta operazione a pronti.

I titoli, alla scadenza, vengono restituiti dietro pagamento di un prezzo di riacquisto prefissato e superiore all’ammontare di liquidità ricevuto con il primo scambio - operazione a termine.

In questo modo, i possessori dei titoli possono monetizzarli senza perderne definitivamente la proprietà, ottenendo così un finanziamento a breve - l’operazione ha una durata che può variare da una settimana a pochi mesi - mentre gli investitori ottengono un profitto determinato dalla differenza dei due flussi monetari: il primo in uscita e il secondo (il maggiore) in entrata.

Il pronti contro termine è un’operazione utilizzata prevalentemente dalle banche e dalle imprese per compensare gli squilibri di liquidità, in eccesso o in difetto.

Pronti contro termine: rendimento

Il rendimento generato dall’acquirente è pari alla differenza del prezzo al momento della sottoscrizione con quello di riacquisto dei titoli.

I pronti contro termine sono uno strumento in voga sia tra i risparmiatori che tra gli emittenti dato che ai primi garantisce una forma alternativa di risparmio con rendimenti più elevati di altri strumenti e ai secondi una fonte di liquidità immediata.

Il prezzo di vendita viene fissato sul valore nominale del titolo sottostante al contratto, maggiorato del rateo sulle cedole (in caso di obbligazioni) e del dividendo (in caso di azioni).

Il prezzo di riacquisto invece viene concordato al momento della sottoscrizione e viene calcolato attraverso il prezzo di vendita e agli interessi che vengono maturati per la durata dell’operazione.

Chi investe in pronti contro termine

I maggiori utilizzatori di contratti a pronti contro termine sono:

  • risparmiatori;
  • imprese;
  • banche;
  • intermediari finanziari;
  • Banca d’Italia

In generale, i PCT sono ideali per chi cerca un’alternativa sicura ai conti deposito o ai titoli di Stato a breve scadenza, soprattutto in periodi di incertezza economica.

I vantaggi dei pronti contro termine

Un vantaggio di questo strumento è sicuramente la durata, poiché in genere è molto breve (1-3 mesi) e può arrivare fino a un massimo di un anno.

I pronti contro termine rappresentano una valida alternativa a forme di risparmio come i conti deposito vincolati, i buoni fruttiferi e i titoli di Stato che al giorno d’oggi garantiscono un rendimento molto basso.

I vantaggi possono essere così riassunti:

  • il capitale investito è garantito perché la banca o l’intermediario si impegna a riacquistare i titoli a una data e a un prezzo prestabiliti;
  • i titoli sottostanti sono generalmente obbligazioni solide, spesso titoli di Stato o corporate bond ad alta affidabilità;
  • fin dall’inizio, l’investitore conosce il guadagno che otterrà, grazie alla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di riacquisto;
  • i PCT hanno una durata breve, solitamente tra 7 giorni e 12 mesi, il che li rende adatti a chi vuole impiegare la liquidità senza immobilizzarla a lungo;
  • alla scadenza, il capitale e gli interessi maturati vengono accreditati automaticamente

In sintesi, i PCT sono uno strumento ideale per chi cerca un investimento a breve termine, sicuro e con rendimento prevedibile.

Gli svantaggi dei pronti contro termine

I pronti contro termine presentano anche alcuni svantaggi.

Il primo è il pagamento dell’imposta di bollo dello 0,2%, riservata a chi possiede un conto titoli. Infatti, come visto nella definizione in precedenza, i pronti contro termine prevedono la cessione temporanea di titoli a un acquirente che dovrà tenerli depositati in un apposito conto.

Altro svantaggio, che comunque è comune su forme di risparmio di breve termine, è la mancata possibilità di estinzione anticipata o meglio, è possibile, ma dietro il pagamento di una penale.

Ultimamente però gli emittenti prevedono l’estinzione anticipata che consiste in una chiusura dell’operazione prima dei termini di scadenza da parte dell’acquirente, il quale però non vedrà corrispondersi gli interessi da contratto.

Altro problema può essere rappresentato dal sottostante. Nel caso in cui l’emittente del titolo sottostante fallisse (che non è per forza il venditore), la parte che ha ceduto tali titoli potrebbe, con l’uso di clausole contrattuali, evitare il pagamento degli interessi all’acquirente.

Nel caso in cui i titoli sottostanti siano emessi dal venditore (che in genere è una banca), con il bail-in difficilmente si potrà venire incontro a un rimborso.

Quando conviene investire in pronti contro termine?

Investire in pronti contro termine (PCT) conviene in diversi scenari, soprattutto quando l’obiettivo è proteggere il capitale con un rendimento sicuro a breve termine.

Per rispondere più dettagliatamente alla domanda su quando è conveniente investire in PTC, occorre evidenziare alcune casistiche favorevoli.

Tassi di interesse sono relativamente alti:
I PCT offrono un rendimento fisso, quindi sono più convenienti quando i tassi di interesse sono alti e permettono di ottenere guadagni migliori rispetto ai conti deposito o ai BOT. Se i tassi sono bassi, invece, il rendimento potrebbe essere meno interessante.

Possesso di liquidità temporanea da investire
Se hai denaro fermo sul conto che non ti serve nell’immediato, i PCT possono essere un’opzione per farlo fruttare senza rischi. Ideale per chi ha venduto un immobile, ricevuto un’eredità o un bonus e vuole impiegare i fondi in modo sicuro fino a una decisione di investimento a lungo termine.

Periodi di incertezza economica o mercati volatili
Se il mercato azionario è instabile, i PCT rappresentano un rifugio sicuro, perché il capitale è garantito e il rendimento è certo.

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