Quale futuro per il centro-destra dopo la rielezione di Mattarella?

Vincenzo Caccioppoli

14/02/2022

La riconferma di Sergio Mattarella al Quirinale ha enfatizzato le contraddizioni nell’area di centro-destra che nei prossimi mesi dovrà necessariamente ritrovare unità di intenti e rinsaldare le alleanze.

Quale futuro per il centro-destra dopo la rielezione di Mattarella?

L’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella ha determinato una sorta di piccolo big bang delle due coalizioni, quella ancora da creare tra PD e M5S e che rischia seriamente di essere strozzata nella culla, e quella di centro-destra, che già aveva mostrato pesanti scricchiolii.

Si tratta probabilmente della definitiva esplosione di contraddizioni che stavano minando dall’interno per ragioni diverse le due coalizioni. Quella di sinistra per evidente e manifesta incomprensione tra le due principali forze in campo e per una evidente implosione della leadership del Movimento Cinque Stelle. E quella di centrodestra per la evidente anomalia, rappresentata dall’essere per una parte al governo e per una parte, con Fratelli d’Italia, convintamente e solitari all’opposizione.

L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e la gestione piuttosto fallimentare del percorso intrapreso dalle principali forze politiche per arrivare poi al punto di partenza, ha lasciato inevitabili strascichi.

Il centro-destra per la prima volta aveva in mano il pallino della partita con la maggioranza relativa dei grandi elettori, ma la sostanziale impossibilità di arrivare ad un accordo di massima su una personalità di quell’area ha scoperchiato il vaso di pandora, mandando su tutte le furie soprattutto Giorgia Meloni, che è rimasta basita di fronte alla decisione di Salvini e Berlusconi di votare la riconferma di Mattarella e ha manifestato senza mezzi termini il suo desiderio di allargare il campo e ricostruire un centro-destra, reo di aver smarrito l’unità che lo aveva contraddistinto in tutte le occasioni elettorali.

A detta di molti osservatori è stata l’unica a cercare una via d’uscita ad una situazione di stallo che si stava protraendo da giorni con il tentativo di forzare la mano candidando Guido Crosetto. Ora però si tratta di rimettere a posto i cocci, e per il momento dalle dichiarazioni dei protagonisti non sembra compito troppo semplice. “L’unico partito rimasto saldamente nel centro-destra siamo noi - ha dichiarato pochi giorni fa - e al governo con il PD non ci andremo mai. È una vita che vogliono chiuderci in un angolo, ma non ci sono mai riusciti e non ci riusciranno».

Meloni ha poi candidamente ammesso, come d’altra parte ha fatto in maniera altrettanto esplicita Matteo Salvini, che la coalizione in questo momento “ha enormi difficoltà, sul piano parlamentare e ha dimostrato tutta la sua inconsistenza”.

Si tratta quindi di ricostruire un rapporto tra tre alleati che ormai sembrano aver perso la fiducia l’uno nell’altro. Berlusconi sembra soffrire la verve dei due “giovanotti" che nella sua testa sono solo farina del suo sacco e non avrebbero la stoffa per unire una coalizione di cui lui si sente artefice. Matteo Salvini da troppo tempo sopporta con malcelato fastidio l’ascesa della Meloni, nominata qualche mese fa anche presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo. Ed infine la presidente di FdI, convinta di poter arrivare a guidare un governo di centrodestra.

Resta da vedere chi e come riuscirà a ricostruire una coalizione assai sfilacciata, che deve fare i conti anche con le piccole forze centripete, che proprio dalla votazione del Quirinale, in cui comunque hanno cercato di giocare un ruolo di guastatori, potrebbero cercare la spinta per emanciparsi dal centro-destra, cercando sponde e alleanze su tutti i fronti.
Il centro-destra deve cercare di allargare il consenso senza però perdere di vista quello che è la richiesta di novità e di governabilità che arriva dal proprio elettorato. Insomma proprio tutto il contrario di quello che si è visto nella settimana che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale.

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