Quale futuro per il brand journalism? Il programma completo dell’evento del 12 novembre a Roma

Antonella Coppotelli

14 Ottobre 2024 - 18:25

Come sta evolvendo il brand journalism? Ecco il programma dettagliato del Brand Journalism Festival in programma il 12 novembre al Talent Garden di Roma.

Quale futuro per il brand journalism? Il programma completo dell’evento del 12 novembre a Roma

Quale futuro per il brand journalism? Ecco gli ospiti e le tematiche che verranno affrontate alla prima edizione del Brand Journalism Festival in programma il prossimo 12 novembre a Roma.

L’obiettivo di questo evento sarà quello di osservare, esplorare e ridefinire la relazione tra giornalisti, editori e aziende, tenendo conto dei cambiamenti epocali in atto e delle nuove aspettative del pubblico.

Tra i temi trattati ci saranno l’impatto delle nuove tecnologie sulla comunicazione e il potere delle storie nel coinvolgere le generazioni più giovani. Si discuterà anche di come affrontare le crisi reputazionali e dell’importanza di costruire relazioni genuine tra le aziende e il pubblico. Inoltre, la riflessione si concentrerà sull’etica e sulla responsabilità sociale nel panorama informativo attuale, sottolineando il ruolo cruciale delle aziende nel promuovere un’informazione di qualità.

Il programma dettagliato del Brand Journalism Festival

Il prossimo 12 novembre presso il Talent Garden di Roma Ostiense ci sarà la prima edizione del Brand Journalism Festival. Il palco vedrà succedersi numerosi ospiti di prestigio, tra i quali Emiliano Fittipaldi, Direttore di Domani, Francesco Cancellato, Direttore di Fanpage.it, Francesco Piccinini, Direttore Editoriale di Deepinto, Walter Ricciardi, Professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Siamo tutti chiamati a rinnovare il nostro impegno verso un’informazione di qualità e a costruire un futuro in cui la comunicazione, di matrice aziendale o giornalistica che sia, possa contribuire attivamente al benessere sociale”, ha dichiarato Ilario Vallifuoco, Founder del Brand Journalism Festival e di Social Reporters - Live Brand Journalism.

Ecco il programma dettagliato:

  • Opening Session: Lavinia Spingardi, Giornalista di Sky presenta Ilario Vallifuoco,
  • Introduzione: Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia
  • Panel 1: “Hei Siri, connettimi con le nuove generazioni”: Questo panel approfondirà l’impatto delle nuove tecnologie e dei social media sulla creazione e distribuzione delle notizie, esaminando come i brand possano raggiungere e coinvolgere le generazioni più giovani. Moderato da Alessandro Tommasi, interverranno Fernando Vacarini (Unipol), Riccardo Breccia (Caffè Design), Bianca Arrighini (Factanza) e Manuela Kron (Nestlé).
  • Panel 2: “People As Media: brandizzare le risorse o umanizzare il brand?”: Si discuterà di come la comunicazione interna stia trasformando la produzione di contenuti aziendali in chiave giornalistica, con un focus su come le aziende possano utilizzare il talento dei propri dipendenti per raccontare storie autentiche. Moderato da Fabio Insenga, vedrà la partecipazione di Alessandra Cappello (Unipol), Giampaolo Colletti (StartupItalia), Lorenzo Maternini e Giulia Caramaschi (Gruppo Hera).
  • Panel 3: “Ho fatto naufragio, bene ho navigato”: Questo panel affronterà le complesse sfide che i leader affrontano durante le crisi reputazionali, analizzando casi di studio e strategie vincenti. Moderato da Silvia Zucco, parteciperanno Daniele Chieffi (NOACom), Walter Ricciardi (Università Cattolica), Leonardo Donato (Fortune Italia) e Annarita Fioroni (Confcommercio Professioni).
  • Panel 4: “E tu come fai Brand Journalism?”: Si discuterà del ruolo delle aziende media nell’era della disintermediazione digitale, evidenziando l’importanza di costruire sinergie efficaci tra brand e media. Moderato da Flavia Provenzani, il panel vedrà la partecipazione di Vittorio Fiore (Lactalis), Giampiero Zurlo (The Watcher Post), Fernando Vacarini (Unipol) e Marco Brachini (Sara Assicurazioni).
  • Panel 5: “Giovani, industria culturale e CSR”: Riflessioni sul rapporto tra innovazioni tecnologiche e sociali e le nuove sfide per il sistema dell’informazione. Moderato da Antonia Ronchei, interverranno Manuela Kron (Nestlé), Alex Giordano (Unifortunato), Alessandra Teruggi (Metro Italia) e Diego De Felice (INPS).
  • Panel 6: “Alleati o nemici? Giornali e aziende alla resa dei conti”: Un dialogo sulle opportunità e le sfide nella collaborazione tra giornalisti e professionisti della comunicazione aziendale. Moderato da Simona Falasca, parteciperanno Francesco Piccinini (Deepinto), Sergio De Luca (Confcommercio), Paolo Tedeschi (Canon Italia) e Chiara Guiotto (Italian Tech Academy).
  • Panel 7: “L’etica oltre il profitto! Aziende e testate giornalistiche come agenti di cambiamento sociale”: Discussione su etica, trasparenza e responsabilità sociale di aziende e giornali. Moderato da Lavinia Spingardi, vedrà la partecipazione di Peter Gomez (Fatto Quotidiano), Emiliano Fittipaldi (Domani), Francesco Cancellato (Fanpage.it) e Annalisa Cuzzocrea (La Stampa).

Come sta evolvendo il brand journalism? L’intervista a Ilario Vallifuoco

In un’epoca connotata da un’informazione sempre più liquida e fugace dove si è tornati a gareggiare più agguerriti e feroci che mai attraverso il titolo più sensazionalistico e “acchiappa click” e dove, soprattutto, la pura informazione a volte perde i confini con comunicazioni di natura commerciale, senza che venga opportunamente segnalato alla propria audience, c’è chi ha deciso di andare controcorrente e di mettere le cose in chiaro.

E lo fa organizzando una manifestazione, di cui anche noi di Money.it, siamo media partner dedicato al Brand Journalism con l’intento di interrogarsi e chiarire i confini che queste due tipologie di comunicazione devono avere e restituire alla propria utenza un’informazione etica e pulita. Ne abbiamo parlato attraverso un’intervista dedicata con Ilario Vallifuoco, Founder del Brand Festival Journalism e di Social Reporters - Live Brand Journalism.

Brand Journalism 2024 Brand Journalism 2024 Roma - 12 novembre 2024 Talent Garden

D: Il prossimo 12 novembre presso il Talent Garden di Roma Ostiense ci sarà la prima edizione del Brand Journalism Festival, iniziativa firmata da Social Reporters, la tua azienda. Cosa ti ha spinto a organizzare questa manifestazione che, per certi versi, potrebbe risultare “scomoda” all’ecosistema della stampa?

R: Siamo tutti in una condizione “scomoda”, stampa, lettori e aziende. Società per meglio dire. L’organizzazione di questo evento è finalizzata a disambiguare il rapporto tra aziende e media per una maggiore trasparenza verso i destinatari dei contenuti. È una discussione che coinvolge editori, giornalisti e comunicatori aziendali a trovare traiettorie più etiche e più responsabili. È un evento di scopo all’interno del quale trovano spazio tutte le sensibilità. Con Social Reporters offriamo da anni servizi di produzione video mutuando tecniche giornalistiche a favore della comunicazione corporate, ma ci sono anche altri linguaggi, metodi e strategie che a mio avviso vanno raccontati e messi al centro del dibattito.

D: Com’è cambiato secondo te negli ultimi anni il comparto dell’informazione? In cosa ha eccelso e, soprattutto, in cosa ha fallito?

R: Non mi occupo di informazione ma di comunicazione corporate. Credo che un contributo importante per capire cosa sia cambiato nel comparto dell’informazione sia quello di comprendere la grammatica dei social media e dei motori di ricerca. Dana Boyd, ricercatrice statunitense aveva 10 anni fa circa elencato 4 caratteristiche: persistenza, replicabilità, scalabilità e ricercabilità. Se a questo aggiungiamo la parcellizzazione dei contenuti e micro-momenti, capiamo come per ragioni di affollamento il livello di attenzione e quindi di approfondimento sia notevolmente diminuito. A queste dinamiche spesso si risponde con un adattamento inevitabile guidato da dinamiche economico-finanziarie che purtroppo hanno un impatto di lungo periodo su quello che il Filosofo Floridi definisce una “società matura dell’informazione”. Andrebbe messo al centro del dibattito la dimensione etica che supera quella di profitto e su questo abbiamo dedicato un panel all’interno dell’evento.

D: Secondo te come può e deve l’industry mediatica rendersi accattivante oggi per i giovani e fare in modo che riconoscano il valore di una buona informazione? Non legge quasi più nessuno e ci si limita a una fruizione molto fugace e frugale, complici anche i social e cattive consuetudini ereditate dal Web. C’è ancora speranza di vedere rispettato il patto di etica e qualità tra chi scrive e legge?

R: Non ci deve essere speranza, ma ambizione e desiderio che sono dimensioni che non possono essere affidate a intelligenze artificiali. La ricostruzione del senso deve anticipare quella del (con)senso e di conseguenza costruire l’architrave di una nuova società a prova di presente. L’industry mediatica deve evitare i costanti salti nel futuro perché rischiano di non essere sostenibili per chi riceve contenuti e informazione. Il Brand Journalism Festival si propone in prima istanza di raccogliere tutte le sensibilità e di proporre una sintesi prospettica e programmatica su assetti normativi, organizzativi, strategici che ridisegnano la catena del valore dell’informazione e della comunicazione in chiave redistributiva della conoscenza. Per rendersi accattivante ai giovani l’industria mediatica deve mettere al centro i giovani, questo non può passare attraverso un post a loro dedicato. Ma bisogna farli entrare attivamente nelle scelte editoriali, di linguaggio, e capirne i nuovi codici simbolici. Co-creare con loro è essenziale per recuperarne fiducia e credibilità.

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