Dopo i colloqui tra Meloni e Xi Jinping, si sono riaccesi i riflettori sulla relazione Cina-Italia: quanto vale in termini di commercio, investimenti e presenza cinese nel nostro Paese?
Cina-Italia più vicine dopo l’incontro tra Giorgia Meloni e Xi Jinping nella cornice del G20 in Indonesia.
La stretta di mano trai due presidenti ha di fatto ribadito la necessità di cooperazione con il dragone, che resta una potenza mondiale strategica, nonostante le preoccupazioni sui diritti umani e gli sconvolgimenti geopolitici che stanno rivoluzionando le relazioni diplomatiche e commerciali tra gli Stati.
Dinanzi alle immagini dei colloqui tra la presidente del Consiglio italiana e il presidente cinese, spunta una curiosità: quanta Cina c’è, già, in Italia? Quanto vale in termini di investimenti, commercio, presenza economica il rapporto tra il nostro Paese e la potenza asiatica?
Le risposte in alcuni numeri e bilanci, ricordando che l’Italia è stata l’unica nazione del G20 e del mondo occidentale a firmare nel 2019 il Memorandum di intesa per entrare nella Iniziativa Belt and Road della Repubblica Popolare cinese.
Quanta Cina è presente nel sistema economico dell’Italia?
Italia-Cina: i numeri di rapporti economici sempre più forti
Il ministero cinese del Commercio ha dichiarato che nel periodo gennaio-agosto del 2022 gli investimenti cinesi non finanziari in Italia hanno registrato un aumento, con l’aggiunta di 70 milioni di dollari di valore e un volume di scambi che ha toccato i 60 miliardi di dollari, spingendosi a +13,3%.
Zheng Xuan, Incaricata d’Affari ad interim all’ambasciata cinese di Roma, ha spiegato in una intervista di Milano Finanza che:
“Lo scoppio della pandemia non ha ostacolato la cooperazione economica e commerciale tra i due Paesi. Le relazioni economiche e commerciali sino-italiane, infatti, sono in controtendenza, dai 54 miliardi di dollari del 2020 sono salite ai quasi 74 miliardi dello scorso anno...Le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi sono molto resilienti e complementari, abbiamo quindi motivi per essere ottimisti rispetto all’anno in corso”
L’Italia si posiziona al quarto posto tra i partner commerciali del dragone nell’Unione Europea e molto apprezzato è il Made in Italy, che vale 40 miliardi di import dalla Cina.
Zheng Xuan, infatti, non ha esitato a esaltare le cosiddette “3 F”, ovvero Food, Fashion e Ferrari come spinta delle vendite italiane tra i consumatori cinesi, senza dimenticare “anche macchinari e altri prodotti manifatturieri italiani ampiamente utilizzati in molti settori industriali cinesi.”
Inoltre, il Sole 24 ore ricorda in una sua analisi che la presenza cinese nei comparti italiani no è trascurabile. Per esempio, la State Grid Corporation (SGC), gigante della Cina nell’ambito di servizi elettrici e la maggiore società di servizi pubblici mondiale, ha il 35% di Cdp Reti, che fa parte di Cassa Depositi e Prestiti e si occupa di gestire investimenti partecipativi in Terna, Snam, Italgas.
Altro settore strategico per Pechino sono i porti. La Cina dal 2016 ha una sua presenza a Vado Ligure. Qui la Cosco ha fatto un investimento da 53 milioni di euro sul 40% del porto. Qingdao ne ha investiti 15,5 per il 9,9%. Inoltre, con il memorandum di intesa per la Belt and Initiative, si sono firmati due accordi per partnership nei porti di Trieste e Genova, con la China Communications Construction Company (Cccc).
La ChemChina, inoltre, è presente in Pirelli. Da sottolineare anche che la Cina acquisterà circa 250 aerei Atr di proprietà Leonardo e Airbus al 2035.
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