La stima dei danni per l’economia a causa del Maltempo in Emilia Romagna. A breve la visita della premier Meloni.
L’Emilia Romagna da giorni è sommersa dal fango e continua la conta del disastro umanitario generato dall’alluvione. In sostegno delle vittime delle aree colpite, che anche nei prossimi giorni temono epiloghi a causa dell’allerta rossa e arancione, si stanno attivando enti, associazioni e non manca la mobilitazione del Governo con l’imminente visita di Giorgia Meloni che, lasciando in anticipo il G7 di Hiroshima G7 di Hiroshima, seguirà da vicino l’evoluzione dei soccorsi e della situazione.
Il governatore Stefano Bonaccini è stato ovviamente uno dei primi a parlare e descrive la situazione “come un terremoto, un evento catastrofico mai registrato” tendo conto del fatto che in 2 giorni è caduta la pioggia che solitamente cade nell’arco di mesi. Gli effetti alluvionali, con più di 20 fiumi esondati, sono stati i più gravi da oltre un secolo. Lo certifica anche Confagricoltura.
Continua la conta dei danni, anche economici
La situazione resta infatti critica e si parla di ben 23 canali esondati, 300 frane, 500 strade interrotte, 14 morti e numeri ancora incerti sui dispersi. Oltre 36mila invece gli sfollati: 27.775 persone nel ravennate, 4.830 in provincia di Forlì-Cesena e 4.012 nella zona del bolognese. Solo poche di loro però sono attualmente accolte nelle strutture allestite dai Comuni, nelle scuole e nei palazzetti; parliamo di appena 4.963 cittadini stando alle stime diffuse dalla Regione e aggiornate al 20 maggio.
La criticità di questi numeri viene poi rimarcata dai primi allarmi sulla mancanza di cibo, detersivi per pulire le case invase dalla melma e acqua - non essendo più potabile quella dei rubinetti della poche case ancora accessibili. Si iniziano a stimare
però anche i danni economici e arrivano le prime stime da parte degli esperti.
Il report giunto in queste ore da parte di Coldiretti guarda all’agricoltura arrivando a parlare di perdite per un valore pari a 300 milioni di euro. Confagricoltura Emilia-Romagna in particolare calcola danni “fino a 6.000 euro a ettaro per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, colture orticole e sementiere) e 32.000 euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti. Il calcolo non comprende però le ripercussioni su scorte, strutture, macchinari e neanche le anticipazioni di liquidità finalizzate a far ripartire l’attività. Da rilevare inoltre la sospensione delle operazioni colturali, tra cui i trapianti del pomodoro da industria, l’impossibilità a effettuare i trattamenti fitosanitari che aumenterà il rischio di fitopatie e la mancanza di foraggio per l’alimentazione delle bovine da latte”.
È cambiamento climatico, non maltempo
Interrogati sul fenomeno meteo che si è abbattuto sul territorio, i meteorologi sembrano concordi. Francesco Nucera, studioso di 3bmeteo, intervistato dal “Sole 24 Ore” ha infatti riassunto così gli avvenimenti recenti:
“Il ciclone è stato alimentato anche dai cosiddetti flussi di vapore tropicali, ovvero una sorta di ’fiume di aria molto umida prelevata dalle latitudini tropicali e convogliate in questo caso verso la nostra Penisola”.
La quantità, ma anche e soprattutto le condizioni di estrema aridità del suolo dopo la lunghissima secca che abbiamo documentato da quasi due anni a questa parte, ha generato il cosiddetto «effetto Stau», dalla parola tedesca “Stau” che significa “corda, ristagno”. Si parla insomma di cambiamento climatico. Non possiamo permetterci di utilizzare semplicemente il termine maltempo.
Tutto questo senza dimenticare che a inizio maggio 2023 la Regione è stata colpita da un’altra alluvione per danni equivalenti a circa un 1 miliardo di euro secondo quanto riferito dalla vice presidente della Regione Emilia-Romagna con delega all’Ambiente e alla Protezione civile, Irene Priolo.
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