Immagina di aver investito 10.000$ in azioni Apple nel 1980 (9,5 milioni delle vecchie lire). Oggi saresti multimilionario e potresti vivere di rendita con i dividendi.
Quanti soldi avresti ora se avessi investito in azioni Apple all’IPO di 44 anni fa? Oggi, quel capitale sarebbe cresciuto in modo straordinario, trasformandosi in una cifra che pochi avrebbero potuto immaginare all’epoca, nonostante il Wall Street Journal disse che sarebbe stata la più grande IPO da quando Ford Motor è diventata pubblica nel 1956.
Ma cosa sarebbe successo se avessi preso quella decisione nel lontano 1980? In questo articolo analizzeremo la storia delle azioni Apple dal loro lancio, calcolando il valore attuale di un investimento iniziale di 10.000$ al netto dei frazionamenti azionari e dei dividendi.
Quanti soldi avresti ora se avessi investito in azioni Apple all’IPO di 44 anni fa?
Se nel 1980 avessi investito 10.000$ nelle azioni Apple al momento della loro offerta pubblica iniziale (IPO), oggi quel capitale sarebbe cresciuto in modo straordinario. All’epoca, un investitore italiano avrebbe speso 9.551.604 lire (considerando il tasso di cambio storico di 955,16 lire per 1 dollaro) per comprare 454 azioni al prezzo di lancio di 22$.
Se avessi lasciato quei 10.000$ su un conto corrente in banca, oggi varrebbero appena 4.933€, considerando l’inflazione e il passaggio dalla lira all’euro. Al contrario, investendo in Apple, il tuo portafoglio varrebbe oggi ben 12.020.116€.
Per capire come siamo arrivati a questo calcolo occorre partire dalle origini. Apple è stata quotata al Nasdaq il 12 dicembre 1980 al prezzo iniziale di 22$ ad azione. Nel corso degli anni, il titolo è stato soggetto a diversi frazionamenti azionari (split), che hanno aumentato il numero totale di azioni possedute per ciascun titolo iniziale:
- 16 giugno 1987: rapporto di 2 a 1
- 21 giugno 2002: rapporto di 2 a 1
- 28 febbraio 2005: rapporto di 2 a 1
- 9 giugno 2014: rapporto di 7 a 1
- 28 agosto 2020: rapporto di 4 a 1
Combinando questi frazionamenti, ogni azione iniziale si è moltiplicata per un fattore totale di 2 × 2 × 2 × 7 × 4 = 112 azioni. Pertanto, le 454 azioni iniziali acquistate nel 1980 sono diventate oggi 50.848 azioni.
Il prezzo attuale di Apple è pari a 248$, ma senza frazionamenti, il suo prezzo teorico sarebbe oggi di 27.776$ per azione:
Prezzo attuale senza split=Prezzo attuale×Fattore complessivo
Prezzo attuale senza split = 248$ × (2x2x2x7x4) = 27.776$
Il valore complessivo delle 50.848 azioni oggi è di 12.610.304$, equivalenti a poco più di 12 milioni di euro.
Questo risultato non tiene conto dei dividendi distribuiti dall’azienda a partire dal 2014.
Anno | Dividendo per azione | Rendimento del dividendo finale % |
---|---|---|
2014 | 0,46 | 1,67 |
2015 | 0,51 | 1,93 |
2016 | 0,56 | 1,93 |
2017 | 0,62 | 1,45 |
2018 | 0,71 | 1,79 |
2019 | 0,76 | 1,04 |
2020 | 0,81 | 0,61 |
2021 | 0,87 | 0,49 |
2022 | 0,91 | 0,70 |
2023 | 0,95 | 0,49 |
2024 | 1,00 | 0,40 |
Se avessi reinvestito tutti i dividendi, l’investimento iniziale di 10.000$ varrebbe oggi 32,7$ milioni, secondo i calcoli di Fortune basati sui dati di S&p Capital IQ. Con oltre 50.000 azioni Apple in portafoglio, oggi potresti vivere di rendita solo grazie ai dividendi.
Storia delle azioni Apple
Apple è oggi la più grande azienda al mondo per capitalizzazione di mercato, con un valore di 3.750$ miliardi, e vanta diversi primati nel panorama finanziario.
Nel 2022, è diventata la prima società a superare una valutazione di 3.000$ miliardi , un’impresa raggiunta appena quattro anni dopo aver superato la soglia di 1.000 miliardi. Con una capitalizzazione di 3.750$ miliardi , il colosso di Cupertino fondato da Steve Jobs e Steve Wozniak nel 1976 ha ricompensato generosamente gli investitori che hanno creduto nel suo potenziale sin dagli esordi.
Apple debuttò in borsa il 12 dicembre 1980 con un prezzo iniziale di 22$ per azione e una capitalizzazione di mercato già impressionante di 1,2$ miliardi. Ma la storia del titolo ha attraversato periodi turbolenti negli anni ’90 dopo l’uscita di scena di Jobs e Wozniak, con il prezzo che crollò a soli 2$.
Il ritorno di Jobs nel 1997 segnò la svolta per Apple, grazie al lancio di prodotti innovativi come l’iMac, l’iPod e, successivamente, l’iPhone, che ridefinì il mercato tecnologico e fece decollare il prezzo delle azioni. Nonostante il crollo legato alla bolla delle dot-com e la crisi finanziaria del 2008, il titolo riprese forza grazie alle vendite e agli utili record. La guida di Tim Cook, subentrato a Steve Jobs nel 2011, ha consolidato ulteriormente la posizione di Apple come leader mondiale. Sotto la sua direzione, la società ha continuato a innovare e a crescere, raggiungendo traguardi finanziari senza precedenti.
Quanto vale Apple (analisi fondamentale)
Per determinare quanto vale Apple - e decidere di comprare o mantenere le azioni del colosso tecnologico - possiamo basarci sui principi di analisi fondamentale. Anche Warren Buffett ha analizzato attentamente questi parametri prima di scommettere su Apple. Tra il 2016 e il 2018, ha investito circa 40 miliardi di dollari nella società tramite Berkshire Hathaway, valutandone solidità finanziaria, capacità di generare utili e vantaggio competitivo a lungo termine. Questa scommessa ha portato enormi guadagni: alla fine del 2023, la partecipazione di Apple valeva oltre 220 miliardi di dollari, rendendo Apple la quota più significativa del portafoglio di Berkshire. Nell’ultimo anno, però, Buffett ha deciso di ridurre significativamente la sua esposizione. Berkshire Hathaway ha venduto più di due terzi della sua posizione. Nonostante ciò, con circa 300 milioni di azioni ancora detenute, Apple rimane una presenza rilevante nel portafoglio del conglomerato.
Tra i metodi più utilizzati per analizzarne il valore figurano:
Rapporto prezzo/utili (P/E): calcolato dividendo il prezzo di mercato per azione per gli utili per azione, questo rapporto consente di capire quanto un investitore paga per ogni dollaro di profitto generato. Un P/E elevato rispetto ai concorrenti potrebbe indicare una sopravvalutazione del titolo.
Rendimento dei dividendi: questo indicatore rappresenta il rapporto tra i dividendi annuali distribuiti e il prezzo corrente dell’azione. Considerando questo valore in rapporto al rendimento medio dell’indice Nasdaq 100, offre una misura utile del ritorno sull’investimento, aiutando a identificare eventuali sopravvalutazioni.
Rendimento del capitale proprio (ROE): il ROE misura la capacità dell’azienda di generare utili rispetto al capitale degli azionisti. Un ROE elevato segnala una buona gestione del capitale e una maggiore redditività.
Conviene comprare adesso?
Per concludere, cerchiamo di capire se conviene comprare azioni Apple adesso. Le previsioni per Apple nel 2025 mostrano segnali contrastanti, tra opportunità e sfide in un mercato sempre più competitivo. Nonostante un tasso di crescita dell’8% negli ultimi cinque anni e un robusto modello di business, l’azienda sta affrontando un periodo di maturità, con l’iPhone che continua a essere il principale motore di ricavi, ma con margini di profitto in diminuzione. A ciò si aggiunge la dipendenza dalla Cina, sia per la produzione che per la vendita dei suoi dispositivi, che potrebbe essere influenzata da potenziali cambiamenti geopolitici, economici, soprattutto dopo l’aumento dei dazi da parte dell’amministrazione Trump.
Per il 2025, il consensus medio degli analisti è di un fair value pari a 245$, in linea al valore attuale, con un valore minimo di 184$ e un valore massimo di 300$.
Gli esperti prevedono una crescita modesta dei ricavi, con una stima di 415 miliardi di dollari di fatturato nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, la valutazione del titolo, attualmente a circa 37 volte gli utili, rimane alta, mettendo sotto pressione la capacità dell’azienda di giustificare il suo valore agli occhi degli investitori. Nonostante ciò, l’espansione nei segmenti dei servizi e la continua innovazione nei suoi dispositivi potrebbero essere fattori chiave per sostenere la crescita nel prossimo futuro.
DISCLAIMER Le informazioni e le considerazioni contenute nel presente articolo non devono essere utilizzate come unico o principale supporto in base al quale assumere decisioni relative agli investimenti. Il lettore mantiene la piena libertà nelle proprie scelte d’investimento e la piena responsabilità nell’effettuazione delle stesse, poiché egli solo conosce la sua propensione al rischio e il suo orizzonte temporale. Le informazioni contenute nell’articolo sono fornite a mero scopo informativo e la loro divulgazione non costituisce e non è da considerarsi un’offerta o sollecitazione al pubblico risparmio. |
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