Cos’è un’IPO? Come e perché le società si quotano in Borsa? Guida su come funziona l’offerta pubblica iniziale.
Cos’è l’IPO? Rispondere a questa domanda è cruciale per chi si avvicina al mondo della finanza.
Per IPO si intende la quotazione in Borsa delle aziende e da essa è possibile trarre buoni profitti, se si riesce a capirne il funzionamento.
Il mercato delle IPO ha vissuto anni non facili e si è rimesso in piedi nel 2024. Negli ultimi due anni, infatti, a causa di difficili condizioni macroeconomiche, tra cui tassi di interesse elevati, rischi geopolitici e instabilità generale del mercato le offerte pubbliche iniziali hanno registrato un arresto. Con i recenti tagli dei tassi di interesse e un po’ più di chiarezza dopo l’insediamento della nuova amministrazione statunitense, l’attività di IPO è destinata a riprendersi nel 2025.
Nell’ottobre scorso, per esempio, si è verificata la settimana più intensa in termini di attività di IPO dal 2021. La maggiore fiducia degli investitori, la prevista deregolamentazione e la stabilità del mercato in corso fungeranno probabilmente da catalizzatori per innescare un boom di attività, anch se restano incognite sul percorso tassi Fed e sui dazi di Trump.
L’IPO, comunque, è una componente chiave del mercato finanziario, Di seguito una guida per capire com’è strutturata e perché le aziende decidono di quotarsi in Borsa.
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Che cos’è un’IPO?)
IPO è l’acronimo derivante dall’inglese Initial Public Offering (in italiano Offerta Pubblica Iniziale). Con il termine IPO si intende il momento in cui un’azienda intende quotarsi sul mercato azionario offrendo le proprie azioni. L’offerta pubblica può essere di 2 tipi:
- Offerta pubblica di sottoscrizione (OPS): configura il caso in cui l’azienda emette nuove azioni sul mercato quando si quota;
- Offerta pubblica di vendita (OPV): indica il caso in cui la società emittente vende una parte delle sue azioni al mercato;
- Un terzo caso (OPVS) è il mix tra i due tipi di offerta ma è più raro rispetto agli altri 2 casi.
La differenza tra OPS e OPV risiede sostanzialmente nell’incasso generato per la società.
Nel caso dell’OPS, il collocamento corrisponde ad un aumento di capitale generando quindi flussi di cassa per la società da quotare in Borsa.
Nell’OPV, invece, l’incasso generato non è per la società, ma è unicamente a disposizione del proprietario o dei proprietari dell’azienda poiché corrisponde a un atto di vendita.
IPO: quali sono i benefici della quotazione in Borsa
I benefici di una quotazione in Borsa sono svariati e toccano diverse aree come quella fiscale, finanziaria e operativa. In particolare vengono generati questi vantaggi:
- garanzia della riduzione dell’indebitamento rendendo più facile l’accesso al capitale di rischio;
- il titolo quotato potrà essere usato per future attività strategica della società quali fusioni e acquisizioni;
- ingresso di soci istituzionali nel capitale societario;
- uso del titolo per incentivare la performance aziendale tramite i piani di stock option per il management e alla partecipazione al capitale azionario dei dipendenti tramite il conferimento di azioni;
- miglioramento dei flussi informativi interni dell’azienda per rispondere ai requisiti informativi da rendere noti al mercato;
- incentivi fiscali derivanti dalla quotazione in Borsa.
Benefici che non possono certo essere trascurati o non presi in seria considerazione, quando si parla di investimenti e collocamento in Borsa.
Le fasi di formazione di prezzo dell’IPO e il collocamento sul mercato
Le metodologie più utilizzate per il collocamento in Borsa sono 3: book building, asta e offerta a prezzo fisso.
In particolare, il metodo del book building è quello più utilizzato e prevede la formazione della forchetta di prezzo tramite l’uso della domanda espressa dagli investitori istituzionali.
L’azienda, dopo aver preso la decisione di quotarsi in Borsa, ricerca uno o più intermediari che si occuperanno del collocamento. Questi intermediari si occuperanno della gestione dell’IPO, sponsorizzando l’impresa, certificando i requisiti di Borsa e promuovendo l’IPO nel mercato. La prassi comune vuole che l’intermediario collocatore possa entrare in possesso di una quota delle azioni più o meno significativa.
IPO: attenzione alla valutazione
La fase più complessa dell’IPO è la valutazione dell’impresa per decidere la forchetta di prezzo da proporre al mercato. Durante questo passaggio possono essere adottate diverse metodologie di valutazione.
Il più utilizzato è il metodo reddituale che stima i flussi di cassa futuri e i redditi operativi attualizzandoli. Possono essere usati anche il metodo patrimoniale o il metodo dei multipli di mercato.
Il primo metodo si usa nei casi in cui l’azienda sia di facile valutazione. Il secondo invece, viene utilizzato per comparare i multipli di società simili a quella quotanda già presenti sul mercato, permettendo una valutazione su base comparativa.
Dopo aver effettuato la valutazione si procede all’emissione del Prospetto Informativo in cui si elencano i dettagli dell’offerta, i dati contabili e le prospettive future della società.
Una volta individuata la forchetta di prezzo dell’offerta si provvederà alla scelta di prezzo della quotazione tramite l’analisi del book building. In questo modo si deciderà il prezzo finale dalla forchetta di prezzo in base alla domanda di sottoscrizione. La decisione del prezzo in genere avviene alla fine dell’operazione di collocamento.
Individuato il prezzo di quotazione con conseguente divulgazione al mercato dello stesso, il titolo è pronto a fare il suo ingresso sul mercato nel giorno prestabilito di apertura delle contrattazioni.
Il giorno di apertura della contrattazione del titolo, può succedere che il prezzo salga poiché il mercato lo reputa basso rispetto alla reale valutazione dell’azienda, oppure che il prezzo subisca una contrazione nonostante la grande richiesta, finché il mercato non avrà definito il reale valore della società.
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