Volano in Borsa i titoli delle società americane di armi in seguito alla strage in Texas. Ecco quanto hanno guadagnato.
In occasione dei funerali delle vittime della sparatoria in Texas tenuti lo scorso 29 maggio, i familiari dei 19 bambini e dei due insegnanti uccisi nella scuola elementare di Uvalde hanno esortato il presidente americano Joe Biden ad agire il prima possibile sulla questione delle armi al grido «do something».
Un appello sentito già in altre occasioni precedenti a cui però la politica americana non ha mai riuscito a dare seguito. Le difficoltà di porre un freno al possesso di armi da fuoco negli States sono strettamente legate all’importanza economica su cui possono contare le grandi aziende del settore.
Infatti, nonostante l’indignazione che i fatti di Uvalde hanno generato nell’opinione pubblica, si è assistito a un guadagno in Borsa dei titoli delle società produttrici di armi dal 25 maggio, giorno in cui ha avuto luogo la sparatoria, a oggi.
Un trend che conferma il paradossale stato di salute di questo settore, il quale ha visto una crescita dei profitti per miliardi di dollari, in seguito all’aumento di episodi di violenza come quello a cui si è appena assistito in Texas.
Quanto hanno guadagnato le azioni delle società di armi dopo la strage in Texas
La Smith & Wesson, una delle maggiori società a livello mondiale nella produzione di armi da fuoco leggere, ha visto le proprie azioni aumentare dell’1,14% nei giorni successivi alla strage. Il prezzo unitario è passato così da 13,94 dollari di martedì 24 maggio a 15,20 dollari alla chiusura di venerdì 27 maggio.
Situazione simile anche per la concorrente Sturm, Ruger & Co., cui titoli hanno registrato un incremento di valore del 3,34% nello stesso lasso di tempo, raggiungendo un prezzo unitario di 67,17 dollari a fronte dei 63,62 dollari di partenza.
Non sono state solo le società direttamente impegnate nella produzione di armi a guadagnare dalla tragedia che è costata la vita a 19 bambini di età compresa tra i 9 e i 10 anni. Anche le aziende occupate nella fabbricazione di munizioni hanno visto volare i propri titoli azionari.
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La Olin Corporation, ad esempio, è passata da 62,16 dollari per azione a 66,82 dollari tra il 24 e il 27 maggio, con un +4,25%. Nello stesso settore, le azioni della Ammo Inc. hanno registrato invece un guadagno dello 0,61%, da 3,96 dollari a 4,45 dollari.
I dati confermano quanto evidenziato da un report della testata specializzata americana The Trace. Questa, insieme a Rolling Stone, ha recentemente pubblicato un articolo in cui è possibile osservare come, nel primo anno di pandemia, le morti da armi da fuoco siano arrivate a 45 mila vittime e, nello stesso periodo, le società quotate in Borsa abbiano visto i guadagni toccare il livello record di 3 miliardi di dollari.
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