Con le sanzioni e i prezzi dell’energia che fluttuano, la Russia sta perdendo entrate. Quanto sta diminuendo il surplus delle partite correnti russo a causa di ridotte vendite di gas e petrolio?
La Russia ha registrato il suo più piccolo surplus di conto corrente in più di un anno, poiché le nuove restrizioni sulle sue esportazioni di petrolio mettono in pericolo quella che è diventata una fonte cruciale di valuta forte per il Cremlino dopo l’invasione dell’Ucraina.
Le sanzioni stanno quindi funzionando? Cosa raccontano gli ultimi dati sulle casse di Putin dai proventi energetici.
La Russia perde entrate preziose dall’export energetico
Il surplus delle partite correnti - all’incirca la differenza tra esportazioni e importazioni - è sceso a 31,4 miliardi di dollari nel quarto trimestre, in calo rispetto ai 48 miliardi di dollari dei tre mesi precedenti, secondo i dati preliminari della banca centrale pubblicati martedì.
Per l’intero anno, il surplus è stato inferiore alle ultime previsioni della banca centrale. Ha raggiunto la cifra record di 227,4 miliardi di dollari, con i contanti provenienti dalle esportazioni di petrolio, gas e altre materie prime affluiti mentre le importazioni sono rimaste depresse a causa delle sanzioni.
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Tuttavia, imponendo sanzioni tra cui divieti di importazione e un tetto massimo per le spedizioni marittime di petrolio russo, i paesi occidentali mirano ora a ridurre il flusso di petrodollari verso il Cremlino.
Da Bloomberg Economics si sottolinea che: “il calo dei prezzi globali dell’energia, esacerbato da un aumento dello sconto per gli Urali russi, ha cancellato 20 miliardi di dollari di proventi da esportazione. Il saldo è destinato a indebolirsi ulteriormente quest’anno, sfidando gli sforzi delle autorità per stabilizzare il rublo e l’inflazione.”
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