Quanto vale Equalize, la società al centro dell’inchiesta sul furto dati

Laura Naka Antonelli

29/10/2024

Equalize al centro dello scandalo dei dossieraggi illegali. Identikit di Equalize e della sua piattaforma Beyond: i numeri su utili, ricavi e flusso di cassa.

Quanto vale Equalize, la società al centro dell’inchiesta sul furto dati

Equalize, Enrico Pazzali, Beyond: sono le parole chiave dello scandalo dei dossieraggi esploso in Italia, con cui personalità politiche, imprese, manager sono stati spiati da una rete sofisticata di hacker, esperti di consulenza informatica e delle forze dell’ordine, con accessi abusivi a banche dati strategiche e riservate dello Stato.

Dall’inchiesta lanciata dalla Procura di Milano è emerso che un gruppo di informatici è riuscito ad accedere anche al Sistema di indagine (SDI) del ministero dell’Interno, ovvero alla banca dati più sensibile delle forze dell’ordine italiane.

Al centro dell’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano Equalize, la società di investigazioni e analisi del rischio che vede come proprietario il presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, e l’ex super poliziotto Carmine Gallo, entrambi indagati. Così come sono indagati Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio e il banchiere Matteo Arpe, illustri rappresentanti del mondo italiano dell’alta finanza.

In tutto sono una cinquantina le persone sotto inchiesta per lo scandalo dei dossier illegali: tra di loro anche l’hacker Samuele Calamucci, l’ideatore della piattaforma aggregatrice di banche dati istituzionali, che consentiva di scaricare informazioni direttamente dall’archivio SDI della polizia. Tutto nell’ambito di un business concepito per raccogliere e poi vendere le informazioni sensibili in un mercato nero di dati riservati.

Equalize: identikit dell’impresa al centro dell’inchiesta sui dossieraggi

Ma qual è il profilo di Equalize, l’impresa posseduta da Pazzali - che si è autosospeso nella giornata di ieri dall’incarico di presidente della Fondazione Fiera Milano (ente estraneo alla vicenda) - gestita dall’ex amministratore delegato ed ex poliziotto Carmine Gallo?

Ovviamente l’indagine si sta concentrando sul bilancio di Equalize, per capire quanto i dossieraggi abbiano fruttato al gruppo, in termini di ricavi e di utili. Vediamo qualche numero.

Nel 2023, a fronte di un fatturato salito da 1,7 milioni a 1,9 milioni, Equalize ha riportato utili in rialzo dai precedenti 639mila ad oltre 648mila euro.

I dati sono presenti nel bilancio che è stato depositato nella Camera di commercio.

Si apprende così che, nel 2023, i ricavi si sono attestati a quasi 1,9 milioni di euro, per la precisione a €1.825.170, mentre l’utile è ammontato a € 648.144. Il capitale sociale è risultato nel 2024 pari a € 25.000,00 euro.

I ricavi operativi di Equalize sono così saliti su base annua del 7% rispetto ai agli 1.697.871 euro dell’anno concluso il 31 dicembre 2022.

Il balzo dei ricavi era stato ancora più importante negli anni precedenti: il fatturato di Equalize era infatti salito del 66% su base annua nel 2022, dagli 1.023.965 a quota 1.697.871, dopo essere volato di ben il 120% nel 2021, rispetto ai 464.466 euro del bilancio al 31 dicembre del 2020.

Nella voce altri ricavi e proventi relativa al 2023 è evidente il boom, pari a +129% del valore, passato dai 34.056 del 2022, a quota 78.080 euro.

Per quanto riguarda l’utile, nel 2023 il rialzo è stato pari ad appena l’1% su base annua, rispetto ai profitti per 639.583 euro del 2022, che erano saliti di ben l’83% rispetto al 2021, quando erano ammontati a 349.825 euro: utili a loro volta letteralmente esplosi, di ben il 425%, rispetto ai 66.673 euro del bilancio al 31 dicembre del 2020.

Il flusso di cassa di Equalize del 2023 è ammontato a 708.933 euro, in rialzo del 7% rispetto ai 662.955 euro del 2022. Questi ultimi avevano riportato una crescita del 79% rispetto ai 369.657 euro del 2021, anno in cui la redditività del gruppo era schizzata al rialzo del 339% rispetto agli 84.121 euro del 2020.

Su anche i costi della produzione che, l’anno scorso, sono saliti del 20%, da quota 819.372 a 981.590 euro. In particolare, il costo per gli acquisti è aumentato del 34%, da 6.168 a 8.281 euro, mentre gli oneri diversi di gestione sono scesi del 71%, da 61.656 a 17.737 euro, dopo essere schizzati del 489% su base annua nel 2022, rispetto al 2021. In crescita anche il costo del personale, aumentato nel 2023 su base annua del 39%, a 66.700 euro.

Occhio agli ammortamenti e svalutazioni che, nel 2023, sono scattati di ben il 160%, a 60.789 euro, rispetto ai 23.412 euro del 2022.

Faro sulla piattaforma Beyond

Va precisato che, nel mirino dell’inchiesta, ci sono soprattutto le attività di Beyond, la piattaforma di Equalize, che avrebbe aggregato i dati riservati di politici, manager: un sistema che funge da “aggregatore di dati e informazioni che il gruppo di Equalize”, si legge nelle carte, che “attinge direttamente da banche dati istituzionali, e in particolare da quelle in uso all’Amministrazione Finanziaria e al Ministero dell’Interno, mediante violazione dei relativi sistemi informatici”. E un sistema che avrebbe effettuato più di 52.000 violazioni del SDI, rubando qualcosa come 800 mila fascicoli.

Praticamente, con Beyond Equalize è riuscita a far vita a una vera banca dati parallela, aggregando contenuti leciti e non.

A descrivere la piattaforma sono stati gli stessi inquirenti che, stando a quanto ha riportato l’Ansa, hanno scritto che Beyond “ha la capacità di sfruttare, integrare ed assemblare le informazioni commercializzate da società terze quali Infocamere, Cerved. ecc., nonché quelle disponibili su banche dati ed aggregatori pubblicamente raggiungibili, quali ad esempio le relazioni semestrali della Dia o talune testate giornalistiche”.

In apparenza un sistema dunque regolare, se non fosse che Beyond è integrata da informazioni “ altamente riservate e sensibili , estrapolate da banche dati strategiche nazionali”, come per l’appunto la banca dati SDI del ministero dell’Interno.

Un vaso di Pandora, quanto sta emergendo dall’inchiesta sui dossieraggi illegali, come lo ha definito nella giornata di ieri lo stesso ministro della Difesa Guido Crosetto, con un post pubblicato su X:

Da quando ho lanciato l’allarme sul caso Dossier (cioè sui poteri affidati dallo Stato per la sicurezza e la giustizia ed utilizzati da alcuni, molti, per scopi illeciti, illegali ed illegittimi) si è aperto un vaso di Pandora. Prima l’inchiesta di Cantone, nata dalla mia denuncia, poi il caso di Bari sull’accesso ai conti bancari di persone note ed oggi questo enorme scandalo milanese di hackeraggio e dossieraggio. All’inizio, ma ancora in questi giorni, in molti ironizzavano e cercavano di sminuire gli “allarmi di Crosetto” o i “complotti evocati da Crosetto”. Ora in tanti stanno capendo ed ammettono, i più tacciono e quelli che continuano a sminuire lo fanno evidentemente in autotutela. Non ho parlato più di questo tema ma oggi una cosa voglio dirla: l’abuso non è finito, come si dimostra con l’inchiesta milanese di oggi, ma continua imperterrito

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