Questo dato record della Cina può scatenare l’ira di Trump

Violetta Silvestri

11 Novembre 2024 - 13:21

La Cina pronta al record nel surplus commerciale: perché questo dato può peggiorare la rivalità con Trump e creare un clima di più aspra rivalità mondiale?

Questo dato record della Cina può scatenare l’ira di Trump

Trump ha promesso dazi alle importazioni cinesi e non solo, con l’intento di rivitalizzare l’economia nazionale (e di invertire il deficit commerciale Usa) e scatenare una vera e propria rivoluzione protezionistica.

C’è un dato economico sulla Cina che ora potrebbe ancora peggiorare il clima da guerra commerciale.

Il surplus commerciale del dragone, infatti, è sulla buona strada per raggiungere un nuovo record quest’anno. La stima suggerisce che l’export cinese aumenterà ancora, lasciando la potenza asiatica sempre più in rotta di collisione con alcune delle maggiori economie del mondo e aggravando uno squilibrio nel commercio globale che rischia di provocare l’ira - e quindi ritorsioni - del presidente Usa appena eletto.

Il record dell’export cinese sconvolgerà il mondo? Trump in allerta

La differenza tra esportazioni e importazioni cinesi è destinata a raggiungere quasi 1.000 miliardi di dollari se continua ad ampliarsi allo stesso ritmo annuale mostrato finora, secondo i calcoli di Bloomberg.

Il surplus commerciale dei beni è salito a 785 miliardi di dollari nei primi 10 mesi 2024, stando ai dati pubblicati la scorsa settimana, il più alto mai registrato per quel periodo e con un balzo di quasi il 16% rispetto al 2023.

“Con i prezzi delle esportazioni cinesi ancora in calo, la crescita del volume delle esportazioni è stata enorme”, ha affermato Brad Setser, ricercatore senior del Council on Foreign Relations. “La storia complessiva è quella di un’economia che sta nuovamente crescendo grazie alle esportazioni.”

La Cina ha fatto sempre più affidamento sulla vendita dei suoi prodotti all’estero per compensare la debolezza della domanda interna, che Pechino ha solo di recente cercato di correggere iniettando stimoli nell’economia. Proprio questo sbilanciamento verso l’export sta aggravando l’irritazione di potenze come gli Usa, dove la situazione è opposta e si è registrato un deficit della bilancia commerciale.

Trump, nello specifico, ha minacciato dazi ad ampio raggio per fermare l’inondazione di merci straniere - cinesi in primis - sui mercati Usa e rilanciare così la produzione nazionale.

Anche altri Paesi, dal Sud America all’Europa, hanno innalzato barriere tariffarie contro beni cinesi come acciaio e veicoli elettrici.

Le aziende cinesi hanno infatti incrementato le loro performance di esportazione negli ultimi anni. Al contrario, il rallentamento dell’economia interna, la crescente elettrificazione e la sostituzione di beni di produzione estera con alternative nazionali stanno sopprimendo la domanda di importazioni e favorendo un surplus commerciale da record.

La Cina sempre più forte grazie al commercio?

L’export funge, dunque, da arma non solo economica, ma anche politica e utile per l’imposizione di una generale egemonia, mentre la rivalità politica diventa più radicata tra Cina e Occidente.

Il surplus con gli Usa è aumentato del 4,4% finora quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È salito del 9,6% con l’Unione Europea ed è balzato di quasi il 36% con le 10 nazioni del Sud-est asiatico nell’ASEAN, come mostrano gli ultimi dati.

Gli squilibri stanno aumentando anche con molte altre nazioni. La Cina ora esporta più beni in quasi 170 paesi ed economie di quanti ne acquisti da loro, il massimo dal 2021.

Potrebbe anche essere in arrivo una guerra valutaria. La banca centrale indiana ha dichiarato di essere pronta a lasciare che la rupia si indebolisca se la Cina lasciasse scendere lo yuan per contrastare i dazi statunitensi.

Uno yuan in calo renderebbe le esportazioni cinesi più economiche e potrebbe ampliare ulteriormente il surplus con l’India, che quest’anno ha raggiunto gli 85 miliardi di dollari, il 3% in più rispetto al 2023 e più del doppio rispetto al livello di cinque anni fa.

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