L’ETF emesso da iShares S&P 500 Energy Sector UCITS ETF registra un +80% quest’anno a seguito delle complicazioni caratterizzanti il settore energetico.
I titoli energetici dell’indice S&P500 restano fra quelli che vantano la performance migliore dell’anno 2022. Gli asset con focus produzione e commercializzazione di petrolio, gas e risorse rinnovabili sono attualmente tra gli attori più influenti del mercato azionario statunitense e non solo.
L’invasione russa dell’Ucraina ha creato dei seri problemi legati alla fornitura facendo registrare al prezzo delle materie prime rendimenti record in borsa.
Naturalmente, l’andamento dei titoli azionari correlati non ha potuto far altro che confermare questa tendenza rialzista: l’ETF emesso da iShares S&P 500 Energy Sector UCITS ETF registra un +80% quest’anno.
L’iShares S&P 500 Energy Sector è l’ETF più performante del 2022
Naturalmente, gli ETF con esposizione nei confronti dei titoli energetici, hanno registrato performance da urlo nel corso del 2022. L’ETF dell’iShares che replica l’andamento del settore energetico statunitense attualmente segna un rendimento annuo (YTD) vicino all’80%.
Un andamento persino superiore al 2021, anno nel quale ha avuto una performance del 67,04%, e in piena discordanza con il 2020, quando la performance fu ampiamente negativa, pari al -40%.
L’iShares S&P 500 Energy Sector rappresenta l’ETF più performante del 2022. Seguono gli ETF con esposizione generica nei confronti del comparto delle commodity, de titoli brasiliani e conseguentemente quelli con esposizione sui mercati emergenti dell’America latina.
Da quali azioni è composto l’ETF?
L’ETF in questione mantiene un’esposizione quasi totalitaria sui titoli energetici statunitensi. Nello specifico è composto da un paniere di 22 titoli dell’S&P 500 con business incentrato sul settore energetico. Presenta quindi un buon grado di diversificazione in quanto comunque mantiene un peso del 79% sulle prime 10 partecipazioni.
Nella rosa dei titoli che lo compongono osserviamo prima di tutto EXON MOBIL CORP. (XOM), asset nei confronti del quale l’ETF in questione propone un’esposizione del 25,70%. XOM, in forma abbreviata di ExxonMobil, è probabilmente la principale compagnia petrolifera statunitense. Ha un business internazionale attivo anche sul mercato energetico europeo tramite i marchi Esso e Mobil.
Seconda in classifica abbiamo Chevron Corp (CVX), storica azienda petrolifera Californiana fra le più famose presenti negli Stati Uniti. L’iShares S&P 500 Energy Sector presenta un’esposizione pari al 18,63% nei confronti di quest’ultima società.
Ha senso investire adesso in questo ETF?
È sufficiente osservare l’andamento grafico di XOM e CVX per capire come mai questo ETF abbia registrato performance da capogiro. Dall’inizio del 2022, queste società hanno registrato rispettivamente un andamento positivo dell 66% e del 40%.
Da un punto di vista grafico il prezzo dell’ETF sta attraversando un momento di particolare importanza tecnica in quanto è stato appena rotto il massimo storico posto nei pressi del numerario degli otto dollari. Il pattern creatosi richiama una tipica conformazione di continuazione del trend. Sembra infatti essersi liberato a tutti gli effetti spazio per poter continuare la salita.
I recenti aggiornamenti forniti dalle comunicazioni dell’Opec+ hanno modificato persino il target price del prezzo del petrolio greggio posizionandolo sopra i 100 dollari al barile.
Allo stesso modo occorre porre molta attenzione: esporsi long con orizzonti temporali di medio-lungo periodo su un asset così esteso graficamente espone l’investitore a un rischio molto elevato. Questo perché attualmente c’è molta indecisione riguardo il contesto energetico e macroeconomico. Difatti, potrebbe bastare una novità a capovolgere completamente gli attuali equilibri economici e un investitore poco accorto potrebbe ritrovarsi per anni intrappolato in un cattivo investimento.
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