Recessione e banche in default: il peggio deve ancora arrivare?

Violetta Silvestri

16 Marzo 2023 - 12:55

Scenari davvero cupi per l’economia globale e i mercati finanziari: dalla recessione ora vista imminente a possibili altri default tra le banche, il peggio è dietro l’angolo? Alcune analisi.

Recessione e banche in default: il peggio deve ancora arrivare?

Crescono i timori di una recessione, mentre lo stress nel settore bancario in seguito al crollo della Silicon Valley Bank e le preoccupazioni per il destino del Credit Suisse oscurano le prospettive dell’economia e dei mercati.

Il caos finanziario dei giorni scorsi sta riportando in primo piano scenari davvero bui per la potenza americana e, in generale, per l’economia globale. E mentre le banche centrali si trovano dinanzi a scelte sempre più scomode, pressate da un’inflazione core in crescita e da turbolenze bancarie minacciose, gli analisti non escludono più le stime peggiori.

Tra venti di recessione tornati a soffiare e banche che tremano sull’orlo di un default, cosa dobbiamo aspettarci?

La recessione si avvicina: si teme il peggio negli Usa e non solo

Sebbene i recenti dati statunitensi abbiano mostrato forza in aree chiave come l’occupazione e i prezzi al consumo, alcuni investitori temono che la minaccia di ulteriori rotture nel settore bancario sulla scia del ciclo di inasprimento più aggressivo della Federal Reserve da decenni sia più di quanto l’economia possa sopportare.

Emily Roland, co-chief investment strategist presso John Hancock Asset Management ha evidenziato osservando gli Usa: “Qualcosa si sta rompendo in questo momento e pensiamo che una recessione sia stata potenzialmente anticipata”.

Gli analisti di Cantor Fitzgerald and Co hanno notato mercoledì che lo spread tra il tasso dei fondi Fed e il rendimento a due anni ha raggiunto i 95 punti base. Quello è stato il livello mostrato prima di tre delle ultime quattro recessioni.

Torsten Slok, capo economista di Apollo Global Management, è stato uno dei primi a immaginare una situazione in cui la Fed non sarebbe stata in grado di raffreddare rapidamente la crescita e l’inflazione, costringendo i politici ad alzare i tassi più del previsto e provocando una recessione l’anno prossimo.

Alla luce delle recenti preoccupazioni sul settore bancario, però, ora ritiene improbabile che i politici aumentino i tassi alla riunione del 22 marzo, poiché l’economia cadrà in una recessione molto prima del previsto. Anzi, è vista come imminente.

Anche Jason Draho, responsabile dell’asset allocation per le Americhe di UBS ha affermato che i rischi di una recessione sono in aumento: “Le probabilità di un atterraggio morbido sono diminuite e la probabilità di un atterraggio duro è aumentata.”

Goldman Sachs Group ha aumentato la stima delle probabilità di una recessione negli Stati Uniti al 35% nei prossimi 12 mesi in risposta alla crescente incertezza sull’impatto economico dello stress bancario.

Banche: altri fallimenti all’orizzonte?

Riflettendo sulle osservazioni di uno dei più ascoltati nella finanza globale, c’è poco da rallegrarsi anche sul fronte default bancario. L’amministratore delegato di BlackRock Larry Fink ha infatti anticipato che quella iniziata con SVB potrebbe essere una crisi lenta, ma non finita.

Un passaggio della sua lettera agli investitori è apparso piuttosto chiaro:

“Non sappiamo ancora se le conseguenze del denaro facile e dei cambiamenti normativi si riverseranno in tutto il settore bancario regionale degli Stati Uniti (simile alla crisi S&L) con ulteriori sequestri e chiusure in arrivo.”

Altre banche, quindi, potrebbero ancora soccombere e la politica monetaria della Fed - che poi è la stessa della Bce - non sono esenti da critiche. Il passaggio da tassi negativi a rialzi repentini ed elevati del costo del denaro potrebbe presentare un conto salato.

La pressione sulle banche piene di titoli di Stato nei loro portafogli c’è. E l’Europa non deve sentirsi al sicuro. I timori per la stabilità finanziaria si sono diffusi proprio nel vecchio continente, dopo che il creditore in difficoltà Credit Suisse Group è stato coinvolto in una crisi di fiducia innescata dal crollo della Silicon Valley Bank la scorsa settimana.

La “tempesta perfetta” per economia e mercati è già qui? Interessante un’analisi su Politico di Sudeep Reddy:

“Una sola settimana è riuscita a fondere in un momento i dibattiti più accesi in 15 anni di politica economica: il ruolo del governo nel salvare le imprese private, la regolamentazione bancaria dalla crisi del 2008, i pericoli dei tassi di interesse bassi e alti, il rischio che settori chiave (come la tecnologia e l’edilizia abitativa) si riempiano di soldi a buon mercato...”

Con questa conclusione: laddove, come oggi nei mercati e nelle economie, ci sono già grandi vulnerabilità - dalla guerra in Europa alla crisi energetica fino alle tensioni in Asia e tra Cina-Usa - l’arrivo di un improvviso fenomeno avverso non calcolato potrebbe portare alla completa disfatta.

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