Reddito di cittadinanza, l’Isee corrente può essere una soluzione per aumentarne l’importo. Ma non è detto sia sempre utile.
In questi giorni è possibile richiedere un Isee corrente tanto per l’aggiornamento dei redditi quanto per quello dei patrimoni. L’Isee corrente è sicuramente uno strumento utile per coloro che non soddisfano i requisiti per richiedere il Reddito di cittadinanza, specialmente laddove tra il 2021 e il 2022 abbiano subito un peggioramento della condizione economica: in tal caso, infatti, è possibile utilizzare l’Isee corrente per aggiornare redditi e patrimoni all’ultimo anno, quando appunto c’è stato un peggioramento che potrebbe consentire di rientrare tra le soglie indicate dalla normativa.
Meno chiara l’utilità dell’Isee corrente per coloro che già prendono il Reddito di cittadinanza ma sono insoddisfatti dell’importo percepito: dall’aggiornamento dei redditi e dei patrimoni ne può risultare un aumento? La risposta è affermativa, ma in un solo caso: ossia laddove la variazione riguardi i redditi.
Quando l’Isee corrente serve per aumentare il Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza è un’integrazione al reddito familiare: ciò significa che la componente reddituale, come indicata dall’Isee (alla quale si aggiungono le misure assistenziali in corso di godimento), viene integrata di un certo importo fino al raggiungimento della soglia indicata dalla normativa.
Nel caso della persona sola il reddito familiare viene integrato fino a raggiungere i 6.000 euro annui, peri nuclei familiari più numerosi la componente integrativa si calcola moltiplicando il parametro di scala di equivalenza attribuito. Ad esempio, mentre nel caso di due maggiorenni la soglia è di 8.400 euro, con l’aggiunta di un minorenne si passa a 9.600 euro mensili.
Quindi, più è basso il reddito percepito e maggiore sarà l’integrazione spettante. Sul calcolo dell’importo, invece, non hanno alcuna incidenza i patrimoni, i quali vengono considerati solamente per valutare se la famiglia ha diritto o meno al Reddito di cittadinanza.
Ciò significa che conviene richiedere l’Isee corrente solamente nel caso di variazione della componente reddituale, poiché l’aggiornamento dei patrimoni potrebbe essere una perdita di tempo (eccetto il caso, come detto sopra, di chi ne ha bisogno per rientrare tra le soglie previste ai fini della richiesta del beneficio).
Quando si può richiedere l’Isee corrente per l’aggiornamento dei redditi
Mentre per l’aggiornamento dei patrimoni bisogna attendere almeno il 1° aprile, per quanto riguarda i redditi la richiesta di Isee corrente può essere fatta in qualsiasi momento dell’anno, ma solo dopo il rilascio dell’attestazione ordinaria.
Attenzione però: ai fini della richiesta dell’Isee corrente è necessario che la variazione della componente reddituale sia rilevante. Nel dettaglio, la normativa prevede che l’Isee corrente possa essere richiesto in caso di:
- variazione della situazione lavorativa ovvero un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo (dichiarato ai fini Irpef) per uno o più componenti il nucleo familiare;
- variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale individuata nell’Isee calcolato ordinariamente.
In presenza delle suddette condizioni, quindi, sarà possibile richiedere un Isee che anziché tener conto dei redditi di due anni prima considererà quelli dell’ultimo anno: dall’operazione ne risulterà ovviamente una riduzione dell’attestazione e di conseguenza dovrebbe esserci anche un aumento del Reddito di cittadinanza. Ma - come vedremo di seguito - non è detto sia sempre così.
Quando l’Isee corrente non aumenta il Reddito di cittadinanza
Mettiamo il caso che la variazione dipenda dalla perdita di un trattamento assistenziale. Ad esempio, nel 2021 si è goduto di una pensione d’invalidità poi tolta nel 2022.
Una variazione che potrebbe essere sufficiente per la richiesta dell’Isee corrente ma che potrebbe non esserlo per l’aumento del Reddito di cittadinanza. Questo perché nel calcolo dell’integrazione suddetta viene considerato il reddito familiare come risultante dall’Isee al netto però dei trattamenti assistenziali goduti. Di per sé, quindi, la pensione d’invalidità erogata nel 2021 già non è stata rilevante per il calcolo del Reddito di cittadinanza (mentre eventualmente lo sarebbe stata quella percepita nell’anno corrente) quindi la richiesta di un Isee corrente con cui comunicare all’Inps la cessazione di tale prestazione potrebbe essere inutile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA