Reddito di cittadinanza, nel 2023 verrà pagato solo per 8 mesi. Cosa fare per averne diritto per tutto l’anno?
Il reddito di cittadinanza viene modificato dalla legge di Bilancio 2023. Nel dettaglio, nel testo della manovra si legge che, in vista di un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e d’inclusione attiva che verrà effettuata nel 2024, viene stabilito che dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 la misura è riconosciuta nel limite massimo di 8 mensilità.
Ciò significa che da gennaio 2023 si calcolano 8 mensilità, dopodiché il reddito di cittadinanza, intorno al mese di settembre, verrà tolto e non si potrà presentare una nuova domanda.
Una novità che secondo le stime dell’Inps riguarderà circa 400 mila famiglie, le quali hanno iniziato a chiedersi se è possibile fare qualcosa per mantenere il diritto al reddito di cittadinanza per tutto il 2023.
In realtà la legge di Bilancio prevede delle salvaguardie: non tutti gli occupabili, ossia i beneficiari che sono nella condizione di poter lavorare, perderanno il reddito di cittadinanza dopo 8 mesi. Per alcuni nuclei familiari, infatti, viene prevista una sorta di lasciapassare, in quanto il reddito di cittadinanza verrà comunque erogato per tutto il 2023, salvo il rispetto degli obblighi imposti dalla normativa.
Chi prende il reddito di cittadinanza per tutto il 2023
La limitazione suddetta non si applica per quei nuclei familiari al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o persone di almeno 60 anni di età.
Quindi, a perdere il reddito di cittadinanza saranno, almeno stando a quanto si legge nell’ultima bozza della legge di Bilancio 2023, tutti i nuclei familiari in cui non c’è nemmeno un componente che fa parte delle suddette categorie.
Paradossalmente, quindi, per salvaguardare il diritto al reddito di cittadinanza per tutto il 2023 basterebbe includere nel nucleo familiare una persona over 60. Ricordiamo però che il cambio di residenza non può essere fittizio, fatto solamente per aggirare la normativa sul reddito di cittadinanza, poiché in quel caso le conseguenze sarebbero ben più gravi della sola decadenza della misura.
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Cosa fare per non perdere il reddito di cittadinanza prima del 31 dicembre 2023
Anche le famiglie a cui il diritto al reddito di cittadinanza viene garantito per tutto il 2023 devono rispettare una serie di obblighi se non vogliono rischiare la decadenza anticipata della misura.
Obblighi che vengono rivisti con la legge di Bilancio 2023. Ad esempio, qui si legge che tutti i soggetti chiamati a rispettare l’obbligo di sottoscrizione del Patto per il lavoro con il centro per l’impiego, dovranno essere inseriti, per un periodo di 6 mesi, in un corso di formazione o di riqualificazione professionale. In caso di mancata frequenza (per rifiuto da parte dell’interessato) a tale programma, il diritto al reddito di cittadinanza decade immediatamente.
Va detto che difficilmente tale novità troverà riscontro nei fatti. Appare molto complicato, infatti, che in così poco tempo a disposizione i centri per l’impiego possano individuare un corso di formazione per ogni beneficiario di reddito di cittadinanza considerato occupabile, più di 1 milione di persone secondo i dati Anpal.
Altra novità, riguarda l’obbligo di prendere parte ai progetti utili alla collettività. La legge di Bilancio, infatti, stabilisce che i Comuni debbano avviare tali progetti per tutti i componenti del nucleo familiare considerati occupabili e non solo per “almeno un terzo” come invece stabilisce la normativa vigente. E per chi si rifiuta stop immediato della misura.
E ancora, viene stabilito che in ogni caso, anche per un nucleo con minori, disabili o over 60 al suo interno, il reddito di cittadinanza decade già al primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua.
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Reddito di cittadinanza cancellato per tutti dal 1° gennaio 2024
Dal 2024, però, il reddito di cittadinanza verrà cancellato per tutti. Nel testo (in bozza) della legge di Bilancio 2023, infatti, si legge che dal 1° gennaio 2024 vengono “abrogate le disposizioni di cui agli articoli 1 a 13 del decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019”, provvedimento che appunto disciplina le modalità operative per il riconoscimento del reddito di cittadinanza.
Lo stop alla misura, quindi, è ufficiale, ma bisognerà capire cosa succederà dopo. L’obiettivo è introdurre una nuova misura, che dovrebbe chiamarsi reddito di sussistenza, da riconoscere solamente alle famiglie in grave condizione di difficoltà e gestito dai Comuni.
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