Reddito di cittadinanza, con la vittoria del centrodestra potrebbe essere cancellato: ma la Meloni parla solo di ricalibrazione.
Giorgia Meloni ha vinto le elezioni e sarà, salvo colpi di scena al momento non previsti, il prossimo presidente del Consiglio. Spetterà a lei, quindi, decidere cosa ne sarà del reddito di cittadinanza, misura che da tempo è oggetto di un ampio dibattito politico se non altro perché ha un costo di oltre 10 miliardi di euro annui.
La vittoria del centrodestra, e specialmente di Giorgia Meloni, era molto temuta dai percettori del reddito di cittadinanza. La leader di Fratelli d’Italia, infatti, non ha mai fatto mistero della sua posizione contraria al reddito di cittadinanza, promettendo di cancellarlo una volta al governo.
Posizione in parte condivisa anche dagli alleati: il più duro è Matteo Salvini, che paradossalmente ha votato per introdurlo, mentre Silvio Berlusconi e Forza Italia si sono dimostrati più prudenti a riguardo, tant’è che qualche giorno prima della chiusura della campagna elettorale Lucia Ronzulli ha promesso un raddoppio dell’importo.
A questo punto, però, bisognerà passare dalle parole ai fatti: cosa farà adesso Giorgia Meloni e il governo di centrodestra? Il reddito di cittadinanza verrà eliminato oppure solamente riformato, seppur in larga parte? A riguardo, la leader di Fratelli d’Italia si è esposta proprio negli ultimi giorni di campagna elettorale, facendo intendere le sue intenzioni.
Giorgia Meloni e il rapporto complicato con il reddito di cittadinanza
Giorgia Meloni è stata tra i principali oppositori del reddito di cittadinanza, tanto da definire la misura come un “metadone di Stato”. Tuttavia, in uno dei suoi ultimi interventi, la Meloni sembra aver in parte rivisto le proprie posizioni sul Rdc. Anziché parlare di cancellazione, infatti, ha detto di volerlo ricalibrare sulle categorie più fragili.
Il Rdc, in quanto strumento per il lavoro, secondo Giorgia Meloni, deve essere cancellato perché non ha funzionato. Secondo la leader di Fratelli d’Italia il reddito di cittadinanza non ha contrastato la povertà né trovato lavoro alle persone come prometteva di fare. Per questo, è emersa la necessità di cambiarlo.
Secondo la leader di Fratelli d’Italia oggi le categorie più fragili e verso cui rafforzare le misure di sostegno sono gli over 60 privi di reddito, i pensionati, gli invalidi e le famiglie in difficoltà con minori a carico. Tutte le altre persone tra i 18 e i 60 anni che sono considerati abili al lavoro e senza minori a carico dovrebbe invece essere indirizzati, secondo questo cambio di prospettiva, verso lavori o corsi di aggiornamento e formazione per il lavoro.
Reddito di cittadinanza: cosa cambia se vince Meloni
Nel programma elettorale di Fratelli d’Italia non manca un accenno a misure di sostegno sociale alla povertà, per quanto il punto in questione risulti piuttosto vago, senza riferimenti al costo e alle modalità con il quale garantire questo o questi strumenti. Si legge infatti nel programma:
La sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci d’inclusione sociale e di politiche attive di formazione d’inserimento nel mondo del lavoro.
La sostituzione del reddito di cittadinanza con misure più efficaci, come indica il programma, potrebbe quindi non discostarsi troppo dalle attuali dichiarazioni di Meloni che sembrano invertire rotta sulla misura di contrasto alla povertà.
Secondo le nuove dichiarazioni, sembra che Giorgia Meloni non eliminerà del tutto il RdC, ma lo riconvertirà e rafforzerà per proteggere i più fragili, mentre chi è in condizione di lavorare dai 18 ai 60 anni verrà indirizzato verso un’agenzia per il lavoro o un corso di lavoro.
A confermare questa impostazione anche Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, il quale ritiene che la logica di superamento del Rdc sarà strettamente collegata al riconoscimento di maggiori sgravi sull’assunzione.
Se si dà alle imprese un bonus dal 120% al 150% in più di deduzioni sul costo del lavoro c’è un vantaggio ad assumere per le aziende e l’attuale percettore del Reddito pagherà l’Irpef, aumentando le entrate per lo Stato e rendendo le coperture meno ingenti di quello che si potrebbe immaginare.
Tuttavia, il travaso verso questa nuova misura ci sarà solamente per quelle risorse di reddito di cittadinanza per la parte che non riguardano le persone fragili e che non possono lavorare; per queste la misura verrà mantenuta come strumento di tutela.
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