Dopo le numerose critiche per alcune decisioni prese dal Governo per la Legge di Bilancio 2023, la premier decide di rispondere. Ecco qual è il futuro disegnato dalla Meloni.
Il testo della legge di bilancio 2023, che dovrebbe essere approvato entro fine anno dal Parlamento, ha sollevato numerose critiche specialmente per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e il tetto del contante.
La premier Meloni ha quindi deciso di rispondere alle critiche, sfruttando i mezzi di comunicazione a proprio vantaggio creando una rubrica settimanale su Instagram: #gliappuntidiGiorgia. La rubrica vedrebbe quindi la premier aprire il proprio quaderno di appunti e discutere del lavoro svolto di settimana in settimana. Un’abile iniziativa che punta più che altro a fortificare il consenso intorno alla sua figura.
Intanto la Meloni si dice contenta di una “manovra finanziaria fatta in tempi impossibili”, rispondendo a quelle critiche provenienti dall’opposizione specialmente per determinati provvedimenti economici. Opposizione che accuserebbe la premier di aver approvato una manovra che “dimentica le fasce più in difficoltà”.
La Meloni si sarebbe difesa affermando che le decisioni prese avrebbero l’obbiettivo di recuperare e aumentare le risorse per reinvestirle su “chi è più in difficoltà e sulla possibilità di creare nuovo lavoro”. Ecco, quindi, qual è il futuro disegnato dal Governo Meloni: tutto quello che c’è da sapere su reddito di cittadinanza, obbligo Pos e limite contanti.
Meloni contro il reddito di cittadinanza: la soluzione è il lavoro
Più volte il Governo Meloni si è difeso dall’accusa di aver completamente eliminato il reddito di cittadinanza, rassicurando i cittadini che il Rdc sarebbe stato tolto solo alle persone occupabili, ossia a quelle persone che sono nelle condizioni di poter lavorare.
La premier ha infatti dichiarato che la posizione dell’esecutivo non cambierà sul reddito di cittadinanza, l’obiettivo è quello di voler aiutare le persone a “uscire dalla povertà con il lavoro: il lavoro porta ovunque, il reddito di cittadinanza ti tiene dove sei.
Invitando le persone che si sono lamentate sulla stretta del governo su tale provvedimento di prendere in considerazione l’opzione di trovare un lavoro: “più percepirai il reddito più sarai povero e difficile da inserire nel lavoro”.
Frasi queste che non prendono però in considerazione le attuali condizioni di lavoro, in quanto non è stabilito un salario minimo, dimenticando che molte persone che percepivano uno stipendio hanno necessitato del reddito per non finire al di sotto della soglia di povertà. Senza contare che leggendo il testo della manovra di bilancio si apprende che il reddito potrebbe essere tolto a tutti e non solo agli occupabili.
Meloni per contrastare l’evasione fiscale: alza il limite dei contanti, ma è un “no” per la corte dei Conti
La prima ministra discute poi del tetto del contante e della soglia per il Pos: due argomenti estremamente legati. Secondo la premier l’aumento del limite del contante era necessario, in quanto questo avrebbe sfavorito l’economia italiana in un contesto come quello europeo, dove non esiste alcun limite all’utilizzo del denaro contente. Inoltre, questa mossa aiuterebbe a contrastare l’evasione fiscale
Infatti, durante una diretta Facebook, la presidente del Consiglio ha affermato che l’anno in cui ci sarebbe stata meno evasione fiscale sarebbe stato il 2010 “e il tetto al contante era 5mila euro. Più fai salire il tetto al contante meno favorisce l’evasione”. Queste le sue testuali parole.
Il tema dell’evasione consente alla premier di poter affrontare la decisione del Governo di alzare fino a 60 euro la soglia per il Pos, ricordando che questa soglia è solo indicativa: potrebbe essere anche più bassa. Al momento sarebbe infatti in corso un’interlocuzione con l’Ue.
Eppure, proprio sull’innalzamento del tetto del contante e del Pos, è intervenuta anche la Corte dei conti con delle severe critiche al Governo. Infatti, secondo il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite della Corte dei conti, Enrico Flaccadoro in audizione sulla manovra, l’innalzamento del tetto dei pagamenti e la mancata sanzionabilità per coloro che rifiutano di accettare pagamenti elettronici di un determinato importo possano risultare “non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr”.
Critica che mostrerebbe di fatto la contraddittorietà alla base di alcuni dei provvedimenti presi dal Governo per contrastare l’evasione fiscale. Una legge di bilancio che quindi, almeno secondo la Corte dei conti andrebbe rivista anche a discapito di quei “tempi record” di cui il Governo si fa vanto.
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