Reddito di cittadinanza al boss e familiari di detenuti: oltre 90mila euro di danni allo Stato

Teresa Maddonni

15 Dicembre 2020 - 13:49

Il reddito di cittadinanza veniva percepito in modo illecito da un boss della ’ndrangheta e da familiari di detenuti anche affiliati alla criminalità organizzata: è quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Crotone. Tra i falsi beneficiari anche evasori totali.

Reddito di cittadinanza al boss e familiari di detenuti: oltre 90mila euro di danni allo Stato

Reddito di cittadinanza per un boss della ’ndranghera e per i familiari di detenuti con un danno per lo Stato che ammonterebbe a oltre 90mila euro.

A scoprire l’ennesimo illecito con il reddito di cittadinanza questa volta è stata a Guarda di Finanza di Crotone a San Leonardo in Cutro. Il boss beneficiario del reddito di cittadinanza era stato arrestato nel 2019 per associazione mafiosa, traffico di droga, riciclaggio, estorsione e usura.

Nell’indagine i finanzieri di Crotone hanno collaborato con l’INPS e hanno scoperto che altre 7 persone, familiari conviventi di soggetti arrestati per reati anche di stampo mafioso nell’ambito della stessa operazione che ha portato all’arresto del boss suddetto, percepivano il reddito di cittadinanza con dichiarazioni false.

Reddito di cittadinanza al boss e ai familiari di detenuti: le indagini

Per scoprire gli illeciti con il reddito di cittadinanza da parte del boss e dei familiari di detenuti tramite false dichiarazioni, le Fiamme Gialle di Crotone, come si legge nel comunicato stampa diffuso, hanno passato al setaccio una lista di soggetti condannati definitivamente, o anche attualmente imputati e detenuti per associazione mafiosa e per altri reati socialmente pericolosi.

La normativa prevede che non si possa ottenere il reddito di cittadinanza se anche un solo componente del nucleo familiare è soggetto a misure cautelari.

Il boss e le altre 7 persone appartenenti alle famiglie fedeli alla cosca prendevano il reddito di cittadinanza, nonostante, sottolinea la Guardia di Finanza, conducessero uno stile di vita agiato.

Inoltre i finanzieri di Crotone nell’ambito dell’indagine hanno scoperto che tra i soggetti controllati:

  • 17 sono risultati essere detentori di partite IVA attive in particolare imprenditori a operanti in diversi settori economici, dalla ristorazione alla vendita di calzature, l’edilizia, l’agricoltura, la produzione di infissi, la gestione di stabilimenti balneari, l’allevamento. Tra questi è presente anche un avvocato e tutti sono risultati evasori totali;
  • 2 sono risultati essere residenti stabilmente in Germania. Gli stessi hanno tuttavia dichiarato falsamente la residenza nella provincia di Crotone e pertanto sono riusciti a percepire il reddito di cittadinanza indebitamente per un totale di 15mila euro;
  • 11 soggetti hanno ottenuto con false dichiarazioni in modo illecito il reddito di cittadinanza.
  • 1 persona per la quale nel gennaio 2018 sono stati disposti gli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione contro la ’ndrangheta denominata “Stige”. La stessa ha percepito illecitamente il reddito di cittadinanza dall’aprile 2019 per un totale di 9.500 euro.

Danno allo Stato per 92mila euro

Gli illeciti con il reddito di cittadinanza scoperti dalla Guardia di Finanza di Crotone hanno un valore, in termini di danno per le casse dello Stato, di 92mila euro. Una cifra non proprio irrisoria se pensiamo che il reddito di cittadinanza deve aiutare le persone in difficoltà.

Nel corso dell’indagine la Guardia di Finanza ha anche scoperto tra i percettori del reddito di cittadinanza in modo indebito anche soggetti che lavoravano in nero, uno dei quali già a suo tempo condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutti i soggetti percettori del reddito di cittadinanza sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Crotone che ha assunto la direzione delle indagini e ha incaricato la Guardia di Finanza di svolgere, nei confronti dei responsabili, anche gli accertamenti patrimoniali necessari per pervenire a ulteriori e successivi sequestri.

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