Reddito di cittadinanza: il lavoro non si potrà rifiutare? Ecco cosa cambia

Teresa Maddonni

29/09/2020

Reddito di cittadinanza: il lavoro non si potrà rifiutare o meglio i controlli saranno più stringenti per chi non si reca dai Navigator. Ecco come potrebbe cambiare la misura nei prossimi mesi.

Reddito di cittadinanza: il lavoro non si potrà rifiutare? Ecco cosa cambia

Reddito di cittadinanza: il lavoro non si potrà rifiutare o meglio verranno inaspriti i controlli su coloro che percepiscono il sussidio e non sono disposti a trovare un’occupazione, obiettivo primario del beneficio.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato una riforma della misura solo qualche giorno fa. A settembre scadono i primi 18 mesi di reddito di cittadinanza per molti beneficiari che dopo un mese di stop potranno richiederlo per altrettante mensilità.

Ma il reddito di cittadinanza così pensato non va: troppi coloro che lo percepiscono senza averne diritto e pochi beneficiari hanno trovato un lavoro da quando la misura è stata introdotta. Non solo: i richiedenti e percettori del reddito di cittadinanza sono anche aumentati nell’ultimo periodo complice l’emergenza Covid.

Conte lo vuole cambiare, come è da vedere, dal momento che i 5Stelle sul tema chiedono un confronto.

Sicuramente nelle intenzioni una piattaforma per incrociare domanda e offerta di lavoro e più poteri ai Comuni per scovare i furbetti del reddito di cittadinanza che lo percepiscono senza averne diritto come le cronache dell’ultimo anno dimostrano.

Reddito di cittadinanza: cosa potrebbe cambiare

Il reddito di cittadinanza verrà sicuramente rivisto anche se al momento si tratta di sole ipotesi in merito. Obiettivo primario dell’esecutivo sarebbe quello di aumentare i poteri dei Comuni e quindi eseguire maggiori controlli sui beneficiari del reddito di cittadinanza.

A oggi i Comuni hanno il compito di controllare i propri residenti che prendono il reddito di cittadinanza circa le informazioni che riguardano l’ISEE, ma nella misura del 5% e questa soglia potrebbe salire al 20 o anche al 30%.

Un altro elemento che potrebbe cambiare la fisionomia del reddito di cittadinanza nei prossimi mesi è l’implementazione digitale dello stesso con una piattaforma, che potrebbe diventare anche una App, a cura del ministero dell’Innovazione.

Con questa piattaforma verrà maggiormente controllato il lavoro svolto dai Navigator e dai Centri per l’Impiego in generale. La piattaforma servirà anche a rendere più efficace l’incrocio di domanda e offerta di lavoro; in questo modo si eviterebbero ritardi sulle convocazioni dei beneficiari del reddito di cittadinanza occupabili e che nei Cpi devono firmare il Patto per il lavoro con il quale si rendono disponibili alla ricerca di un impiego.

Non solo, se il reddito di cittadinanza dovesse davvero cambiare anche rifiutare un lavoro diventerebbe più difficile.

Reddito di cittadinanza: non si può rifiutare il lavoro

Rifiutare un lavoro per chi prende il reddito di cittadinanza ed è occupabile sarà molto più difficile, almeno questo sarebbe nelle idee di cambiamento della misura.

A oggi è possibile rifiutare fino a due offerte congrue su tre (meccanismo che dovrebbe restare) per non perdere il reddito di cittadinanza, con il rinnovo il beneficio invece decade al primo rifiuto. Con il reddito di cittadinanza innovato si cercherà di inasprire i controlli proprio su chi il lavoro lo rifiuta, anche quelli di Pubblica Utilità dei Comuni.

In particolare i controlli saranno su chi si rifiuta di presentarsi nei Cpi per le convocazioni da parte dei Navigator.

I beneficiari del reddito di cittadinanza, con i dati al 7 luglio, che hanno un rapporto di lavoro sono 196mila, pari al 22% di coloro che hanno sottoscritto il Patto per il Lavoro e al 18,7% di coloro che sono stati indirizzati ai Cpi.

Dei 196mila di cui sopra, 100mila sono ancora attivi. Numeri un po’ bassi se si considera quanti sono i soggetti interessati alla misura (oltre 2 milioni di persone) il che porta a un cambiamento necessario da parte del governo cui assisteremo, forse, nei prossimi mesi.

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