Silvio Berlusconi annuncia una nuova misura assistenziale per chi si trova in una condizione di povertà assoluta: il reddito di dignità, progetto che riprende le teorie dell’economista premio Nobel Milton Friedman.
Silvio Berlusconi lancia il reddito di dignità, la misura assistenziale che si rivolge ai 4 milioni e 750 mila italiani che versano in una condizione di povertà assoluta.
Continuano i “botti” della campagna elettorale del Centrodestra: dopo aver promesso l’innalzamento delle pensioni minime a 1.000€, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha parlato della possibile introduzione di una nuova misura assistenziale per il contrasto alla povertà: il reddito di dignità.
Una misura diversa dal reddito di inclusione - il REI introdotto dal Partito Democratico, ma anche dal reddito di cittadinanza di cui tanto parla il Movimento 5 Stelle. Il reddito di dignità voluto da Berlusconi, infatti, riprende il concetto della “misura drastica sul modello dell’imposta negativa sul reddito” ipotizzato da Milton Friedman, economista statunitense fondatore del pensiero monetarista e Premio Nobel per l’economia nel 1976.
Obiettivo di Berlusconi è quello di rendere dignitosa la vita di coloro che si trovano sotto una soglia minima di reddito, garantendo loro un sussidio mensile ed esonerandoli dal pagamento delle tasse.
La teoria di Friedman
Come anticipato il reddito di dignità riprende totalmente il concetto teorico sviluppato da Milton Friedman e Juliet Rhys-Williams: l’imposta negativa sul reddito.
Si tratta di uno strumento di politica fiscale rivolto a coloro che si trovano sotto una determinata soglia di reddito, definita minimo imponibile. Si tratta di una soglia molto bassa, tant’è che chi vi si trova al di sotto versa in una condizione di povertà assoluta.
Nella teoria di Friedman, l’imposta personale sul reddito per chi si trova sotto questa soglia deve trasformarsi in sussidio così da tramutarsi in una misura di supporto per chi è in condizioni di difficoltà economica e si andrà a sostituire a tutti gli altri approcci di assistenza sociale.
L’importo del sussidio sarebbe pari alla differenza tra il reddito standard minimo e il reddito familiare effettivo ma inferiore al reddito standard; in questo modo la spesa per l’assistenza sociale sarebbe ridotta dal momento che la misura riguarderebbe solamente i più bisognosi i quali ogni mese riceverebbero quanto basta per una vita dignitosa.
Il reddito di dignità spiegato da Berlusconi
Dalla teoria di Friedman alla pratica di Berlusconi il passo è breve: l’ex Cavaliere infatti ha spiegato ai microfoni di Radio 101 la sua visione dell’imposta negativa sul reddito dell’economista statunitense.
Nel dettaglio, intenzione di Berlusconi è di applicare questo strumento in Italia per contrastare la condizione di povertà assoluta in cui vivono 4 milioni e 750 mila italiani, un numero aumentato del 165% negli ultimi anni.
Secondo Berlusconi è inaccettabile che al giorno d’oggi ci sono italiani che dipendono interamente dall’assistenza pubblica o dalla carità privata e non hanno alcun accesso alle cure mediche.
La soluzione a questo problema potrebbe essere quella teorizzata da Friedman: quindi, coloro che si trovano al di sotto di una determinata soglia - che per Berlusconi potrebbe essere pari a 1.000€ - non pagheranno le tasse e riceveranno dallo Stato quanto basta per arrivare alla soglia di dignità indicata dall’ISTAT.
La soglia del minimo imponibile comunque dovrebbe variare a seconda della zona in cui si trova il richiedente, ma anche in base ad altri fattori come il numero di figli.
Queste al momento sono le sole indicazioni che Silvio Berlusconi ha dato del suo progetto di introdurre il reddito di dignità nel nostro ordinamento. Da queste informazioni comunque ci sembra insensato l’attacco mosso dal Movimento 5 Stelle, secondo il quale il progetto di Forza Italia è una copia del reddito di cittadinanza voluto dai grillini.
“Lo chiama reddito di dignità per nascondere che ci copia” ha dichiarato a proposito Di Maio. Un’affermazione sulla quale personalmente non concordiamo: si tratta di due misure assistenziali differenti, come potete controllare voi stessi leggendo il nostro articolo di approfondimento sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle.
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