Il Ministro del Lavoro Poletti apre alle proposte del presidente dell’INPS Tito Boeri, riguardo alla possibilità del reddito minimo garantito per disoccupati over 55, nell’ambito degli interventi della riforma delle pensioni.
In seguito alle recenti dichiarazioni di Tito Boeri si è aperto un nuovo capitolo del confronto tra INPS e Ministero del Lavoro, attraverso le recenti dichiarazioni rilasciate dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti riguardo alla possibilità del reddito minimo garantito per i disoccupati con più di 55 anni.
Quella del reddito minimo garantito per i contribuenti con più di 55 anni potrebbe essere una misura da inserire nella riforma delle pensioni allo studio del Governo, ma il ministro Poletti si è affrettato a precisare che, almeno per ora, potrebbe essere una misura che, se dovesse trovare effettiva attuazione, sarebbe comunque riservata solo a quei contribuenti che si sono ritrovati senza lavoro a seguito di un licenziamento.
Reddito minimo garantito per over 55
Quella del reddito minimo garantito per i contribuenti con un’età compresa tra i 55 e i 65 anni di età, ovvero per quegl’italiani che, in molti casi, a seguito di un licenziamento, si sono ritrovati senza pensione e senza lavoro e finiscono, nella maggior parte dei casi in uno stato di povertà, dal momento che non riescono a trovare una nuova occupazione, è stata una delle ultime proposte avanzate da Tito Boeri, insieme alla possibilità di erogare alcuni trattamenti pensionistici il primo del mese.
Il presidente dell’INPS aveva annunciato tale ipotesi a Giugno, affermando che intendeva definire un piano per riservare un reddito minimo a tutti i contribuenti compresi tra i 55 e i 65 anni di età, da intendersi come un forma di previdenza complementare, per una fascia di età per cui non è previsto alcun ammortizzatore sociale.
A tal proposito il Ministro Poletti ha chiarito che anche se
«il tema delle persone che sono avanti con l’età, hanno perso il lavoro e non maturano i requisiti per la pensione è uno dei problemi socialmente più rilevanti. La proposta Boeri va in questa direzione quindi va considerata. E’ una delle proposte alle quali lavoriamo»
tuttavia, tale ipotesi potrebbe essere riservata
«prima a quelli che hanno perso il lavoro (...) Solo dopo si può allargare la platea»
Su tale proposta è arrivato un tiepido consenso di Confindustria che ha ribadito la necessità di controlli incisivi sui possibili beneficiari mentre il leader della Fiom Maurizio Landini ha spiegato che, anche se il problema sociale è effettivamente rilevante, la soluzione migliore da mettere in campo sarebbe quella di una riduzione dell’età pensionabile.
Reddito minimo per giovani e disoccupati
Su tema del reddito minimo garantito, il segretario della Fiom Landini ha anche affermato che si tratta di un problema, e di una soluzione, che non devono essere considerati per i soli disoccupati di età compresa tra i 55 e i 65 anni ma deve interessare anche i giovani e i disoccupati di altre fasce di età in cerca di lavoro. In altri termini
«serve una riforma degli ammortizzatori sociali che preveda da un lato l’estensione della cassa integrazione a tutti, facendola pagare a tutte le imprese e ai lavoratori, e dall’altra superando il meccanismo della Cassa integrazione in deroga prevedendo a carico della fiscalità generale un reddito minimo che sostenga chi cerca lavoro e chi ha bisogno di lavorare»
Sul reddito minimo rimane, poi, in ballo anche la proposta di legge avanzata dal Movimento 5 Stelle che ha proposto di assegnare un reddito pari a 780 euro al mese a una platea di 9 milioni di individui. In questo caso si tratterebbe di un sussidio volto a contrastare la povertà o le situazioni a rischio povertà che verrebbe destinato a tutti i contribuenti con un reddito inferiore ai 9.360 euro annui (il parametro OCSE utilizzato per definire la soglia di povertà nel 2014). In questo caso, al di là della bontà della proposta, il problema delle coperture per questa misura diverrebbe quasi impossibile da risolvere, dal momento che questo sussidio richiederebbe per il solo primo anno di applicazione un impegno di spesa di 16,9 miliardi di euro.
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