L’ultima interessante indagine sul reddito pro capite degli italiani mostra una perdita individuale di 2.400 euro negli ultimi 10 anni
Il reddito pro capite degli italiani è sceso di migliaia di euro negli ultimi dieci anni.
A confermarlo è stata l’ultima interessante analisi del Centro Studi ImpresaLavoro realizzata tramite l’elaborazione dei dati Eurostat.
L’intervallo di tempo considerato è quello compreso tra il 2007 e il 2017. In questa fascia ben precisa il reddito pro capite degli italiani è diminuito dell’8,4%. Per dirla in altre parole, ciascun italiano ha perso 2.400 euro negli ultimi dieci anni, ma non è finita qui.
Italia: reddito pro capite in calo. L’analisi
Dal 2007 al 2017 il reddito pro capite dei nostri connazionali è scivolato da quota €28.700 a quota €26.300. Una flessione di oltre duemila euro che ha imposto all’Italia di fare persino peggio della media dell’Eurozona (€30.400) e di quella relativa a tutti i 28 Stati dell’Unione (€27.700).
Eppure, ricorda l’analisi, non è stato soltanto il Belpaese a perdere terreno negli ultimi dieci anni. La Grecia, solo per fare un esempio, ha salutato il 23,3% del proprio reddito pro capite. Male anche Cipro, con una flessione dell’8,6%.
Non soltanto dati negativi nell’indagine del Centro Studi, ma anche performance degne di nota tra cui quelle dell’Irlanda, che dal 2007 al 2017 ha mostrato un’incredibile progressione del 36,9%, e quelle della Polonia, la migliore di tutte con un balzo del 38,8%.
Ottima anche la crescita del reddito pro capite tedesco (+10,6%), mentre più contenuta è risultata quella di Francia (+2,9%), Regno Unito (+3,2%) e Portogallo (+1,2%). Invariata, invece, la situazione in Spagna.
Segnali di ripresa?
Alcune precisazioni sono comunque d’obbligo. Nonostante dal 2007 al 2017 il reddito pro capite degli italiani sia sceso di oltre 8 punti percentuali, la tendenza osservata nel corso dell’ultimo anno ha riacceso la speranza. Nel 2017, infatti, il dato è aumentato di un lieve 1,5% corrispondente a circa 400 euro.
A smorzare gli animi ci ha però pensato Massimo Blasoni, presidente del centro studi ImpresaLavoro, che ha affermato:
“I timidi segnali di ripresa non devono illuderci. La carenza di investimenti pubblici e le perduranti oppressioni fiscale e legislativa deprimono gli sforzi delle aziende e frenano un vero rilancio della nostra economia.
A farne le spese non sono soltanto quanti, soprattutto giovani, non riescono a entrare nel mondo del lavoro ma pure gli stessi occupati, molto spesso precari.”
Se volessimo stilare una classifica dei Paesi con il reddito pro capite più elevato (riferita al solo 2017), l’Italia si posizionerebbe comunque dopo le prime dieci.
- Lussemburgo: €81.800
- Irlanda: €56.400
- Danimarca: €46.500
- Svezia: €43.000
- Paesi Bassi: €40.700
- Austria: €37.100
- Finlandia: €35.700
- Germania: €35.500
- Belgio: €34.900
- Francia: €32.300
- Regno Unito: €32.100
- Italia: €26.300
E sarebbe comunque seguita, solo per citarne qualcuna, dalla Spagna (€24.500), dalla Grecia e dal Portogallo (entrambe a €17.400).
“Trovare il nostro Paese in fondo anche a questa classifica internazionale addolora e preoccupa, soprattutto perché fotografa l’avvenuto impoverimento degli italiani e spiega la difficile ripresa dei nostri consumi interni,”
ha concluso Blasoni.
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