Le regole dell’innovazione di Jeff Bezos

Alessandro Venuti

21/05/2019

Se c’è una guida universale all’innovazione che ogni azienda dovrebbe leggere, si trova nelle lettere agli azionisti che ogni anno scrive Jeff Bezos, CEO di Amazon. Tutto parte da un assunto: e cioè che sia necessario inventare cose di cui il cliente non sente ancora il bisogno

Le regole dell’innovazione di Jeff Bezos

Il CEO di Amazon, Jeff Bezos, ad aprile ha pubblicato la sua ultima lettera annuale impartendo una vera e propria lezione di come si fa impresa vincendo. Partendo da un assunto: e cioè che sia necessario inventare cose di cui il cliente non sente ancora il bisogno.

Nelle parole del CEO sembra quasi di sentire l’eco di quelle di Henry Ford che diceva che «se avessi chiesto ai miei clienti cosa desiderassero, mi avrebbero risposto: cavalli più veloci», sostiene Giuseppe Donvito, partner di P101 SGR.

Il potere del «vagabondaggio», che controbilancia l’efficienza

L’immaginazione dell’imprenditore deve riuscire a superare la domanda attuale del mercato per immaginare quella più probabile in futuro.

Bezos lo definisce «wandering» e ne esalta il potere, come un fattore essenziale per compensare l’efficienza. E scrive: «A volte, a dire il vero spesso, nel business sai dove stai andando e quando lo fai, puoi esser efficiente», spiega Donvito.

«In contrasto, vagabondare nel business non è efficiente, ma non è neppure casuale. È guidato, da un’impressione, dalla pancia, dall’intuito, dalla curiosità e alimentato da una profonda convinzione che il premio per i clienti sia abbastanza grande da valere la pena essere un po’ disordinato e tangenziale nel percorso per arrivare a destinazione. Il vagabondaggio è un contrappeso essenziale all’efficienza. Devi usare entrambi».

Accettare i fallimenti come tappa di un percorso di miglioramento

Per dirla in un altro modo, il processo di costruzione di un prodotto o di un servizio passa da tentativi ed errori e man mano che un’azienda scala, deve accettare che scali anche la dimensione dei fallimenti.

Così un fallimento multimiliardario per un’azienda che ha una capitalizzazione superiore al trilione di dollari non è insopportabile: il riferimento, che Bezos ricorda senza problemi, è a Fire phone, un insuccesso clamoroso da cui «ricavare degli insegnamenti per accelerare il nostro impegno verso lo sviluppo di Echo e Alexa», spiega Giuseppe Donvito.

La «distruzione creativa» funziona se il cliente è al centro

Che il cliente sia al centro di tutto questo processo di distruzione creativa, Bezos lo rimarca nell’ultima lettera, ma è un concetto presente anche nelle precedenti missive.

D’altronde, fin dalla fondazione di Amazon, nel 1994, Bezos ha guidato la società seguendo un unico faro: il focus sul cliente perché ogni altra cosa vada in automatico al suo posto.

Ha funzionato. E poiché, come sostiene il CEO, Amazon occupa solo un piccolo spazio nel retail che al 90% è dominato ancora dal canale fisico, per molti anni «abbiamo pensato a come servire i clienti in store fisici, ma prima dovevamo inventare qualcosa che potesse realmente piacere. Con Amazon Go ci siamo liberati della cosa peggiore nel retail fisico: le code», conclude Donvito.

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