Renato Balestra è morto: chi era e a chi lascia la sua eredità

Chiara Esposito

26 Novembre 2022 - 22:51

Addio al decano della moda: lo stilista Renato Balestra è morto a 98 anni. Uno sguardo alla sua carriera e al suo lascito professionale.

Renato Balestra è morto: chi era e a chi lascia la sua eredità

L’annuncio arriva delle figlie Fabiana e Federica a poche ore dal decesso. Renato Balestra è morto la sera del 26 novembre a Roma. Lo stilista, decano dell’alta moda, aveva 98 anni. I funerali si terranno martedì 29 novembre e verranno celebrati nella Capitale, nella Chiesa di Santa Maria del Popolo.

È lutto nel mondo della moda, ma l’impero di Balestra continuerà a prosperare nelle sapienti mani della sua famiglia. Le dichiarazioni delle due figlie e della nipote Sofia ricostruiscono le volontà del fondatore dell’azienda che si troveranno ora a gestire in completa autonomia.

Ecco come raccontano l’eredità professionale del padre e del nonno.

Chi era Renato Balestra

L’infanzia e gli esordi di Renato Balestra sono ricchi di aneddoti e intriganti avvenimenti, il degno avvio di una carriera di successo.

Nato nel ’24 a Trieste, Balestra vive in una famiglia di architetti e ingegneri ma, fin da piccolo, coltiva una grande passione per l’arte e la musica dedicandosi in particolare allo studio del pianoforte. Non intraprende però un percorso accademico sulla scia delle sue passioni giovanili; si iscrive a ingegneria come da tradizione familiare. La moda entrerà nella sua vita di prepotenza, scegliendolo per uno «scherzo del destino». All’ultimo anno di università infatti perde una scommessa con gli amici ed è costretto a disegnare un abito da donna. Quel bozzetto però non rimane una goliardia tra colleghi, anzi, viene spedito a Milano. È allora che Balestra riceve l’invito a collaborare a una collezione di Alta Moda.

Da lì al trasferimento nel capoluogo lombardo il passo è breve ma la carriera decolla e tutto si sposta nella Capitale. È proprio a Roma che infatti apre il primo atelier, in via Gregoriana, anche se la maggior parte delle sue collezioni nascono in via Sistina dove instaura la sede della sua casa di moda.

Questa dislocazione nel centro Italia, lontano dalla città che oggi consideriamo la patria della moda nazionale, può sembrare inusuale ma venne giustificata così dallo stesso Balestra:

«Vuole mettere l’ispirazione che dà Roma? Quando ho iniziato a lavorare, a Milano c’era l’Alta moda, ma non c’era ancora l’organizzazione per le sfilate. Roma era invece il fulcro, c’erano molti interessi attorno a questa città e anche manifestazioni importanti come ‘Donna sotto le stelle’, per cui ho iniziato qui. Poi Roma mi ha adottato, mi ha tenuto per mano e io non posso dimenticare questo».

I suoi lavori più noti

Tra i suoi più grandi progetti ricordiamo i lavori per l’imperatrice Farah Diba, moglie dell’ultimo Scià di Persia, Sirikit ma anche per la regina della Thailandia e sua figlia, la Principessa Choulaborn. Fiore all’occhiello della sua lunga lista di capi d’eccezione è ​l’abito da sposa della principessa Noor Hamzah di Giordania per le sue nozze con il principe Hamzah bin Hussein, figlio del Re Hussein di Giordania. Queste commissioni sognante venivano commentate così:

“Ne ho vestite tante. Una che ricordo sempre con piacere è Imelda Marcos. Non conoscendo le vicende politiche ho vissuto i miei viaggi nelle Filippine come un sogno”.

La sua estrema versatilità però lo ha portato anche lontano dal mondo delle regnanti; Balestra, nel 1988, ha lavorato per il Teatro dell’Opera di Belgrado disegnando i costumi della Cenerentola di Rossini e nel ’99 per il Teatro Verdi di Trieste per I Cavaliere della Rosa di Strauss. Da non dimenticare anche il caso del Musical Cinderella prodotto dalla Broadway-Asia Entertainment.

Sul fronte più «aziendale» ha infine curato la linea delle divise delle hostess Alitalia e delle Filippine Airlains, del personale dell’Orient Express e delle stazioni di servizio Agip. Anche le mise delle dipendenti del Senato che si occupano del Cerimoniale sono state disegnate da lui.

Renato Balestra: eredità lavorativa

Renato Balestra ha affidato la guida della sua maison alle nuove generazioni della sua famiglia. Vedremo quindi una gestione coordinata della società da parte delle figlie Federica e Fabiana e della nipote Sofia Bertolli Balestra, responsabile delle attività di ricerca, design e brand identity.

Il rinnovamento della griffe è stato e sarà infatti fondamentale; si parla di un grande investimento della maison nella selezione di giovani designer talentuosi e in grado di ridefinire la narrazione del brand. La vision di questo processo è stata resa nota da Federica Balestra:

«Balestra è forza, coraggio, orgoglio. Il nostro è un ritorno alla bellezza e alla libertà».

Il cambio di rotta è evidente anche solo dando uno sguardo al sito della maison. Evidente qui il riposizionamento in ottica di crescita sostenibile - senza per questo rinunciare alla centralità del made in Italy.

La gestione a quote rosa inoltre è stata rimarcata più volte come un punto di svolta:

«Se libertà e forza creativa sono sempre state l’anima della moda e dello stile di Balestra, con questa evoluzione il brand si rafforza con una più ampia visione di inclusione ed empowerment, coerente con la natura cosmopolita del nostro vivere sempre più globale e interconnesso - dice Federica - Balestra fonde il passato nel futuro e continua a evolvere, a innovare, per mantenere l’artigianalità sempre al centro del nostro domani».

La sua espressione più visibile? Il nuovo logo, una versione dinamica e modernizzata di quello che Renato Balestra aveva disegnato a mano nel 1971. La tradizione viene conservata, ma l’orizzonte viene del tutto rinnovato. A raccontarlo è Sofia Bertolli Balestra:

«Stiamo cambiando, esplorando ed evolvendo nuovi linguaggi adatti a un pubblico più ampio. Vogliamo parlare alle giovani generazioni e ispirarle, con un’interpretazione autentica e contemporanea dell’ottimismo e del glamour che sono da sempre la nostra firma».

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# Moda

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