Gli ETF obbligazionari high yield, come l’iShares EUR High Yield Corporate Bond UCITS ETF superano il 6% di rendimento: eppure secondo molti il rendimento di questo ETF è ancora troppo basso.
Negli ultimi anni gli ETF obbligazionari high yield hanno conquistato un posto di rilievo tra gli investitori in cerca di rendimenti elevati. Questi strumenti, che investono in titoli di debito emessi da società con rating inferiore agli standard investment grade, offrono interessanti opportunità di reddito, ma presentano al contempo rischi che non possono essere sottovalutati.
Uno fra gli ETF più utilizzati in Europa è l’iShares EUR High Yield Corporate Bond UCITS ETF che attualmente ha un rendimento da dividendo superiore al 6%.
Ma è davvero così conveniente? Per rispondere occre monitorare il livello di spread, il rischio di default e agli scenari economici e geopolitici futuri.
Focus sull’iShares EUR High Yield Corporate Bond UCITS ETF
L’iShares EUR High Yield Corporate Bond UCITS ETF rappresenta uno degli esempi più significativi investimento High Yield. Con un TER pari allo 0,50% annuo,ed una strategia di replicazione a campionamento, selezionando una quota rappresentativa dei titoli che compongono il benchmark, ossia l’iBoxx® EUR Liquid High Yield Index, questo ETF segue l’andamento dei titoli high yield europei.
Il portafoglio, è composto da oltre 615 titoli garantisce una notevole diversificazione, contribuendo a ridurre il rischio specifico legato alle singole società. Con una dimensione del fondo pari a 5.450 milioni di euro, l’ETF si colloca tra quelli con un asset under management più significativo, a testimonianza della fiducia degli investitori.
Un elemento particolarmente interessante è la politica di distribuzione dei dividendi: attualmente il rendimento in conto interessi si attesta al 6,03%, in calo rispetto al 6,13% del 2024; nel 2023 si era registrato un rendimento del 5,75% e nel 2022 il valore risultava pari al 3,26%. Questi dati, che mostrano un trend positivo, e livelli di rendimenti che non si vedevano da oltre 20 anni.
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Il vero costo degli strumenti High Yield: qual è il premio al rischio?
Un aspetto fondamentale nell’analisi degli investimenti in titoli high yield riguarda la valutazione del costo relativo, che si esprime attraverso il confronto tra il rendimento dei titoli high yield e quello dei titoli investment grade. Tale differenza, comunemente indicata come spread, è spesso misurata mediante indicatori quali l’ICE BofA US High Yield Index Option-Adjusted Spread.
Quando questo spread raggiunge valori minimi, il rendimento aggiuntivo offerto dai titoli high yield si riduce, rendendo meno evidente il premio per il rischio rispetto agli strumenti più sicuri. È importante sottolineare che i titoli high yield sono caratterizzati da rating inferiori, al di sotto di BB secondo S&P e sotto Ba2 secondo Moody’s, e ciò implica un rischio di default notevolmente maggiore.
Se il differenziale di rendimento si restringe troppo, anche un lieve incremento del rischio percepito può indurre gli investitori a spostarsi verso asset con rating più elevato, generando una riduzione della domanda e, di conseguenza, una flessione dei prezzi di mercato. In questo scenario il vantaggio offerto da un rendimento in conto interessi superiore al 6% potrebbe venire meno se accompagnato da perdite in conto capitale, fenomeno che rende essenziale il monitoraggio costante dei parametri di spread e del rischio.
Il rischio di default e le prospettive di mercato secondo S&P Global
Il rischio di default è un indicatore chiave per comprendere la sostenibilità degli investimenti in titoli high yield. Secondo S&P Global, il tasso di default nell’area euro è stato misurato al 4,25% nella rilevazione di novembre 2024, un valore che, pur essendo contenuto, non esclude la possibilità di variazioni significative in base all’evoluzione del contesto economico e geopolitico. In un ipotetico scenario pessimistico, il tasso di default potrebbe aumentare fino al 6%, determinando un incremento del rischio percepito e inducendo gli investitori a liquidare le proprie posizioni in high yield.
Tale spostamento di preferenze porterebbe a una riduzione della domanda e a una conseguente pressione ribassista sui prezzi, fino a compromettere la redditività complessiva degli investimenti, nonostante i rendimenti in conto interessi elevati.
Al contrario, in uno scenario ottimistico, il tasso di default potrebbe ridursi fino al 2,25%, favorendo un ambiente di minore rischio e consolidando la fiducia degli investitori nel segmento high yield. In quest’ottica, una crescita economica superiore alle attuali previsioni, con un incremento del PIL che superi di almeno lo 0,9% le stime del Fondo Monetario Internazionale, insieme a un progressivo calo dei tassi da parte della BCE, potrebbe contribuire a rendere più sostenibili gli investimenti in questo settore.
Cosa aspettarsi? Scenari geopolitici ed economici
Per comprendere appieno l’andamento degli ETF high yield, è necessario analizzare i possibili scenari geopolitici ed economici che potrebbero influenzarne la performance. Da un lato, lo scenario pessimistico prevede il rischio di un’ulteriore escalation della guerra in Ucraina, un conflitto che potrebbe innescare una corsa all’armamento del rischio e spingere gli investitori a disfarsi degli asset high yield.
Allo stesso tempo, l’eventualità che figure politiche come Trump introducano nuove tariffe protezionistiche può aumentare l’incertezza nei mercati finanziari, accentuando ulteriormente la fuga verso asset meno rischiosi. Questi fattori combinati potrebbero determinare una compressione del spread e un aumento dei tassi di default, con ripercussioni negative sui prezzi di mercato degli ETF high yield.
Dall’altro lato, lo scenario ottimistico si configurerebbe nel caso in cui la crescita economica superasse le attese, sostenuta da un incremento del PIL superiore alle previsioni e da una politica monetaria più accomodante, come quella che potrebbe adottare la BCE nel ridurre gradualmente i tassi di interesse.
In questo contesto, la diminuzione del rischio percepito favorirebbe la domanda per i titoli high yield, permettendo agli investitori di beneficiare in modo più stabile dei rendimenti elevati. Le dinamiche geopolitiche ed economiche sono dunque determinanti e richiedono una valutazione costante per poter adattare la strategia d’investimento in un mercato in continuo mutamento.
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