Renzi: «Il reddito di cittadinanza sta uccidendo una generazione»

Dario Colombo

21/09/2022

A quattro giorni dal voto a Milano il leader di Italia Viva prende posizione: bisogna vincere il pregiudizio anti-imprese. «Orgoglioso di aver mandato a casa Conte e messo Draghi al governo»

Renzi: «Il reddito di cittadinanza sta uccidendo una generazione»

Uno degli ultimi incontri di Matteo Renzi prima delle elezioni è riservato alla Confcommercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, unione rappresentativa di un’area macroeconomica che è uno dei motori nazionali (11 miliardi di euro generati nel 2021, con oltre 468mila imprese).

Incalzato (senza peraltro averne bisogno) da Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano Lodi Brianza, a riflettere sui quattro pilastri dell’economia milanese (turismo, pendolarismo terziario, eventi e università) il leader di Italia Viva si è rivolto proprio alle imprese, non prima di aver espresso un debito di riconoscenza per il presidente Carlo Sangalliper come Confcommercio diede una mano al governo e al Paese fra il 2014 e il 2015 per tenere il punto e fare Expo, superando i problemi”.

Il problema energia e le colpe italiane

Riguardo la contingenza energetica per Renzi bisogna agire nel breve (citando Keynes: “nel lungo periodo saremo tutti morti”) intervenendo con un tetto europeo e disaccoppiamento dei mercati. E poi bisognerà restituire i soldi immediatamente, ma questo dovrà essere il primo dossier del nuovo governo: “hanno voluto mandare a casa Draghi…

E parte la prima stoccata: “se si continua dire di no a tutto poi non ci si può lamentare. L’Italia in parte è causa della propria disgrazia. Sono stati bloccati i lavori per il gas in Adriatico per il raddoppio del Tap, da Salvini, che ora vuole mettere una centrale nucleare a Baggio. Il rigassificatore di Piombino ha contro il sindaco, che è di FdI".

Il tema dell’energia si inserisce in un quadro geopolitico che per Renzi “è un casino galattico. Putin oggi ha detto che la guerra non è più un problema se tenere o no il Donbass. A metà ottobre ci sarà il congresso del partito comunista cinese, e come sempre cambierà la storia: nel sudest asiatico c’è un problema grosso l’Africa è una bomba demografica e le democrazie sono in crisi dappertutto”.

Reddito di cittadinanza figlio di un pregiudizio

Oggi per Renzi “vige l’istantocrazia, tutti fanno captatio benevolentiae e promesse non ragionate, istintive Io e Calenda proponiamo come fare del parlamento non il luogo degli slogan, ma dove si discute dei temi e si decide”.

Per esempio?
Oggi è all’opera un pregiudizio anti-impresa, che agisce contro chi prova a mettersi in proprio che dobbiamo scardinare. Dietro la filosofia del reddito di cittadinanza non c’è solamente lo spreco di denaro pubblico, il voto di scambio clientelare: è una condanna di una generazione alla rassegnazione: sta rovesciando il ragionamento di chi vuole avere la forza di aprire una bottega, di fare un’impresa. Ecco perché il reddito di cittadinanza sta uccidendo una generazione, in particolare al Sud".

E prosegue: “oggi c’è chi parla di immigrazione. Ma il nostro vero tema è l’emigrazione. Abbiamo un problema demografico: 380mila nuovi nati all’anno sono pochi. Investiamo 250mila euro per formare uno studente che poi se ne va all’estero. Invecchiamo e non abbiamo chi paga le pensioni: e diciamo ai ragazzi del sud di non lavorare: questo è il modo per distruggere un paese”.

Secondo Renzi per supportare l’impresa serve che la politica faccia tre cose: "una battaglia culturale per dire che imprenditore è chi crea lavoro; avere persone competenti; avere una nuova idea delle città dove si deve fare impresa

Matteo Renzi alla Confcommercio Matteo Renzi alla Confcommercio A quattro giorni dal voto Renzi parla di come intende affermare la cultura dell'imprenditoria

Renzi di lotta e di governo

E cosa farà al riguardo la coalizione che vede Italia Viva con Azione? "Se andremo al governo - dice - lo faremo in chiave europeista, con Macron e non con Orban. Se saremo all’opposizione non la faremo ideologica, ma chiederemo di fare le cose e saremo a disposizione”.

Si prende gli applausi quando dice “sia chiaro io sono orgoglioso di aver mandato a casa Conte e portato al governo Draghi”. E sfrutta il momento osservando che “buttare giù i governi, e io ho una certa expertise, è faticoso”.

Milano vicina al mondo

Per Renzi Milano ha bisogno della globalizzazione: “è una città mondiale. Queste elezioni sono un derby fra chi pensa che l’impresa sia un problema e vuole abolire la ricchezza contro chi vuole costruire il lavoro”.

Alle domande, preparate, che arrivano dagli imprenditori del terziario milanese risponde che mettere la delega al Made in Italy sotto il ministero degli Affari esteri togliendolo allo Sviluppo economico può anche essere accettabile, ma bisogna metterci persone competenti (i riferimenti sono evidenti).

A chi sottolinea i problemi della carenza di personale e della retention nel settore Horeca risponde che serviranno emendamenti alla legge di bilancio: “il salario del lavoratore del settore dipende anche dalle mance. Sono un pezzo dello stipendio, se le tassi crei un problema”. La proposta di Renzi è detassare gli aumenti di stipendio concessi in forma di bonus, un modo per regolarizzare il fuoribusta.

A chi chiede della trasformazione digitale delle Pmi dice che passi avanti sono stati fatti ma non basta. “Il metaverso? Non so se sarà come internet. Non so se è una bolla. O se con la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale diventerà un mondo vero. Il commercio può starci ci sta dentro? Il punto vero è come ci stai dentro da protagonista”.

Confcommercio Milano Confcommercio Milano I commercianti e imprenditori milanesi hanno applaudito Matteo Renzi quando ha rivendicato il merito di aver portato Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio

La repubblica non è fondata sull’assistenzialismo

Abbiamo bisogno - dice chiudendo - di un’operazione educativa e culturale: sogno un mondo giovanile che non sta a lamentarsi, ma agisce. Per far sì che sia bello lavorare come cameriere, ed è un lavoro bello, dobbiamo uscire da un buco nero mentale, per cui chi lo fa è uno sfigato. Siamo diventati la sesta potenza del mondo grazie a chi si è spaccato la schiena, i nostri nonni e genitori, che hanno vissuto con energia, spirito, voglia di farcela, Questo serve, non il lamento e non il voto di scambio. La nostra repubblica democratica è fondata sul lavoro non sull’assistenzialismo, non sul reddito di cittadinanza".

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