Revoca concessioni: quanto perderebbe Atlantia? La società subirebbe gravi perdite con le nuove norme del Decreto Milleproroghe
La revoca delle concessioni autostradali resta il tema caldo in queste giornate di fine anno. Uno dei quesiti più scottanti che circola sulla delicata questione riguarda il futuro di Atlantia in caso fosse sostituita da Anas.
Nello specifico, la domanda è quanto perderebbe la società con l’applicazione delle nuove norme inserite nel Decreto Milleproroghe.
Mentre si attende la conversione in legge del provvedimento, che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno, gli ipotetici conti in caso di revoca delle concessioni ad Aspi mostrano perdite rilevanti. Uno scenario, quest’ultimo, che potrebbe aggravare la già difficile performance in Borsa di Altantia, oggi in affondo a Piazza Affari. E, soprattutto, compromettere il futuro del gruppo.
Revoca concessioni: quanto perderebbe Atlantia con i nuovi indennizzi
Tra Aspi e Governo è già guerra aperta e non sono escluse conseguenze legali. All’irritazione della società controllata dai Benetton su una norma considerata illegittima, potrebbe aggiungersi anche la preoccupazione per l’eventuale ingente danno economico a seguito della revoca.
L’emendamento nel mirino, infatti, stabilisce nuove regole sugli indennizzi per l’azienda che subisce fine del contratto. Nello specifico, se il concessionario costretto a lasciare ha una responsabilità (come si presume nel caso di Atlantia a seguito del crollo del Ponte Morandi di Genova), al rimborso corrisposto deve essere tolta la cifra del risarcimento danni a causa dell’inadempimento.
In più, la società concessionaria non può ricevere eventuali somme di denaro che le spettano fino a quando non avrà pagato il risarcimento stabilito dai giudici.
Queste normative, qualora fossero applicate ad Aspi, si tradurrebbero in una perdita rilevante nel bilancio dell’azienda: la loro introduzione dimezzerebbe l’indennizzo da incassare in caso di revoca, che JP Morgan ha stimato in 20 miliardi.
La questione del Decreto Milleproroghe - e della eventuale possibilità di vedere Anas al posto di Aspi nella gestione delle autostrade italiane - non è ancora chiarita. Oggi, infatti, è previsto un ulteriore incontro del Consiglio dei Ministri per valutare il documento in una seconda lettura.
Solo dopo l’approvazione in CdM il testo arriverà in Parlamento. Il tema della revoca delle concessioni autostradali, però, ha diviso la maggioranza, con Italia Viva contraria. Potrebbero, quindi, esserci cambiamenti e colpi di scena.
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