Ricalcolo Reddito di Cittadinanza: come e quando varia l’importo mensile

Antonio Cosenza

27 Ottobre 2020 - 19:26

Reddito di Cittadinanza: perché l’importo è variato rispetto al mese scorso? Ecco quali sono le situazioni che comportano un ricalcolo del beneficio.

Ricalcolo Reddito di Cittadinanza: come e quando varia l’importo mensile

Reddito di Cittadinanza: in quali circostanze scatta il ricalcolo del beneficio?

Non è assolutamente detto - e questo i percettori del Reddito di Cittadinanza lo sanno - che l’importo riconosciuto nelle prime mensilità del sostegno economico rimanga invariato nel tempo.

Sono diversi, infatti, i fattori che comportano il ricalcolo del Reddito di Cittadinanza e in questo articolo ve li andremo a specificare uno ad uno.

Una risposta utile per tutti coloro che, ad esempio, questo mese si sono trovati un importo differente da quelle erogato la scorsa volta e che si stanno chiedendo per quale motivo è successo.

Come prima cosa, è bene sottolineare che l’INPS effettua una valutazione della situazione relativa ad ogni beneficiario alla fine del mese, poco prima dell’invio delle disposizioni di pagamento a Poste Italiane, organo predisposto all’accredito sulla carta. Ogni fine mese, quindi, l’INPS verifica se nel frattempo non sono insorti quegli elementi che giustificano un ricalcolo del Reddito di Cittadinanza, così da poter dare indicazione a Poste Italiane dell’importo corretto da erogare.

Vediamo, quindi, quali sono questi fattori.

Variazioni economiche

Come noto, il Reddito di Cittadinanza viene calcolato in base alla situazione economica del nucleo familiare che lo percepisce. Più questa è bassa e più elevato sarà l’importo del RdC erogato mensilmente.

L’importo del RdC è soggetto però a variazione nel tempo: potrebbe succedere, infatti, che nel contempo la situazione economica del nucleo familiare sia variata rispetto a quanto indicato nella domanda. A tal proposito, alla fine del mese l’INPS ricalcola l’importo del Reddito di Cittadinanza per quei beneficiari che nel frattempo hanno comunicato una variazione del reddito, ad esempio:

  • presentando un nuovo ISEE;
  • presentando un ISEE corrente;
  • compilando il modello SR181 Com-Esteso per comunicare l’inizio di un’attività lavorativa da parte di uno o più componenti del nucleo familiare.

Ma attenzione, ci sono casi in cui l’INPS effettua un ricalcolo del beneficio anche in assenza di comunicazioni da parte dei beneficiari. Questo vale per tutte le prestazioni assistenziali e previdenziali erogate dall’INPS stesso, per le quali non è richiesta alcuna comunicazione da parte del percettore.

Ad esempio, l’INPS effettua un ricalcolo del beneficio nel caso in cui nel periodo di fruizione del Reddito di Cittadinanza ad uno o più beneficiari venga riconosciuta una delle seguenti prestazioni:

  • NASpI;
  • assegno ordinario d’invalidità;
  • pensione;
  • bonus bebè o bonus terzo figlio.

Questi sono solamente alcuni esempio; basti sapere comunque che per tutte le prestazioni economiche erogate dall’INPS - e che vanno ad influire sul reddito familiare - scatta un ricalcolo automatico dell’importo del Reddito di Cittadinanza.

Sanzioni

Il Reddito di Cittadinanza potrebbe diminuire anche a seguito di una sanzione. Ci sono diverse condizioni, infatti, che possono portare ad un ricalcolo - sfavorevole - dell’importo erogato mensilmente.

Ad esempio, nel caso in cui anche una sola persona del nucleo familiare abbia dato le dimissioni è necessario darne comunicazione all’INPS (sempre utilizzando il modello SR181 Com-Esteso). In tal caso, l’Istituto per le 12 mensilità successive alla data delle dimissioni andrà a calcolare l’importo del RdC non tenendo conto - ai fini del parametro di scala di equivalenza - del beneficiario dimissionario. Ciò comporterà inevitabilmente un ricalcolo, e un taglio, del RdC.

Altra sanzione è quella che prevede una decurtazione dell’importo nel caso di somme non spese alla fine del mese. La normativa, infatti, stabilisce che alla fine del mese successivo a quello di erogazione l’importo residuo sulla carta - al netto di quanto erogato nel mese in corso - viene tagliato, nel limite del 20% di quanto accreditato.

Ad esempio, un nucleo familiare che a settembre ha percepito 500 euro di RdC e ad ottobre ne ha ancora 200 (più gli altri 500 appena accreditati) subirà un taglio dell’importo pari a 100,00€ (ossia il 20% di quanto erogato ogni mese). Il taglio verrà effettuato con la ricarica del mese successivo. In tal caso il ricalcolo del RdC è momentaneo: il beneficiario smetterà di subire questa sanzione nel caso in cui nel mese successivo spenderà tutto l’importo accreditato.

Altra sanzione che potrebbe comportare la decurtazione - in questo caso di un’intera mensilità - è quella del beneficiario che non ha risposto alla convocazione del Centro per l’Impiego.

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