Riforma fiscale 2021, rispunta il taglio alle detrazioni: 10 miliardi di sconti a rischio

Anna Maria D’Andrea

02/09/2020

Riforma fiscale 2021, taglio alle detrazioni per reperire le risorse per ritoccare aliquote e scaglioni Irpef, pari a 10 miliardi di euro. È questo uno dei punti al centro del lavoro del MEF, e che potrebbe portare alla razionalizzazione degli sconti fiscali.

Riforma fiscale 2021, rispunta il taglio alle detrazioni: 10 miliardi di sconti a rischio

Riforma fiscale 2021, per reperire i 10 miliardi di euro necessari per la revisione dell’Irpef si punta a ridurre il peso delle detrazioni fiscali.

La giungla delle tax expenditures, l’insieme di sconti fiscali che contribuiscono a ridurre il peso delle tasse, è il tesoretto dal quale il Governo intende attingere per la riforma fiscale prevista in Legge di Bilancio 2021.

L’obiettivo è semplificare il sistema, cancellando alcune delle “storture” dell’attuale sistema Irpef. Il taglio delle tasse potrebbe però da una parallela riduzione delle detrazioni e deduzioni fiscali.

Intervenuto al Meeting di Rimini, il Ministro Gualtieri ha parlato di una riforma che si dovrà autofinanziare attraverso la “debonussizzazione” del sistema fiscale. Quali sono quindi gli sconti fiscali a rischio, e quali le conseguenze di una nuova Irpef senza tax expenditures?

Riforma fiscale 2021, rispunta il taglio alle detrazioni: 10 miliardi di sconti a rischio

Per portare a casa la tanto attesa e chiacchierata riforma dell’Irpef l’Italia non potrà attingere ai 209 miliardi di euro attesi dall’Europa che, per espressa previsione, non potranno essere utilizzati per interventi di riduzione delle tasse.

E allora, per intervenire sul famigerato cuneo fiscale ed alleggerire il peso del Fisco sulle tasse dei contribuenti, il MEF è impegnato nella ricerca di ulteriori risorse: quali?

Sono le detrazioni fiscali il tesoretto dal quale si sta pensando di attingere per ridurre l’Irpef. Ben 530 sconti fiscali riconosciuti a famiglie ed imprese che potrebbero presto essere sfoltiti, con l’obiettivo di semplificare il sistema e reperire una somma pari ad almeno 10 miliardi di euro.

È questo il target da raggiungere per poter portare a compimento il piano di riforma dell’Irpef dal 2021.

A parlare di un taglio alle detrazioni fiscali è stato anche il Deputato di Italia Viva Luigi Marattin, Presidente della Commissione Finanze della Camera.

L’opinione diffusa all’interno della maggioranza di Governo è quindi quella di finanziare il taglio delle tasse riducendo sconti, regimi sostitutivi ed agevolazioni fiscali che complicano il sistema dell’Irpef.

Dalla cedolare secca alle detrazioni per i figli, quali sono gli sconti fiscali che rischiano di sparire dal 2021

Metter mano al complesso sistema di detrazioni fiscali e regimi sostitutivi dell’Irpef non è certo facile, e sarebbe sicuramente una mossa impopolare. Ne è la prova il fatto che se ne parli da anni, ma che nessun Governo ha avuto il coraggio di intervenire.

Ad oggi sono infatti bonus e sconti a frenare la “corsa” delle tasse, consentendo al contribuente di recuperare una parte delle imposte in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi o in busta paga (si pensi all’ex bonus Renzi)

Ipotizzare quali siano gli sconti fiscali nel mirino del Governo e che potrebbero sparire a partire dal 2021 non è certo semplice. Secondo Marattin è necessario lasciare in vita solo le detrazioni e deduzioni fiscali più significative, da quelle sui contributi previdenziali fino alle spese sanitarie.

Per quanto riguarda le famiglie, il primo sfoltimento delle agevolazioni fiscali spettanti avverrà con l’avvio dell’assegno unico per i figli, che porterà alla cancellazione delle detrazioni per figli e famiglie numerose, assegni familiari, ANF e bonus per incentivare la natalità.

Un passaggio che però, come sottolineato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, potrebbe portare alla perdita di somme fino a 600 euro a famiglia. Il rischio di una revisione del sistema Irpef è quindi di penalizzare i contribuenti, portando alla beffa di un aumento delle tasse.

Non è chiaro inoltre quale potrebbe essere il destino dei regimi fiscali sostitutivi dell’Irpef. Si pensi alla cedolare secca, che consente di pagare meno tasse sui redditi derivanti dalle locazioni e che, negli anni, ha contribuito non di poco a ridurre l’evasione fiscale sugli affitti.

C’è poi il tema del regime forfettario, la flat tax del 15% per le partite IVA da sempre accusata di distorcere il sistema, disincentivando gli aumenti di reddito oltre i 65.000 euro, soglia massima per l’applicazione della tassazione sostitutiva.

Il tema è quantomai spinoso e ad altro rischio di acuire il malcontento di una buona fetta di contribuenti. La riforma fiscale 2021, necessaria per creare un sistema più semplice e competitivo, presenta diverse insidie e punti oscuri ancora da affrontare.

Il primo passaggio dalle parole ai fatti vi sarà con l’approvazione della Nota di aggiornamento al DEF, attesa entro il 27 settembre 2020, documento con il quale il Governo metterà nero su bianco le proprie intenzioni ed il piano di riforme in avvio con la Legge di Bilancio 2021.

Iscriviti a Money.it