La task force di Conte per il Recovery Fund: ecco chi gestirà i soldi dell’UE

Violetta Silvestri

23/07/2020

Una task force per gestire i soldi del Recovery Fund: questa l’idea di Conte, che già sta suscitando malumori nella maggioranza. Il presidente del Consiglio pensa a un gruppo ristretto di ministri e tecnici per il piano di riforme: chi ci sarà nella task force?

La task force di Conte per il Recovery Fund: ecco chi gestirà i soldi dell’UE

Conte vuole una task force per la gestione dei 209 miliardi di euro che arriveranno dal Recovery Fund.

Un’idea da concretizzare in fretta, perché il lavoro si preannuncia complesso e cruciale per il futuro dell’Italia: preparare il piano di riforme da presentare a Bruxelles e che sarà finanziato dalle risorse del fondo per la ripresa.

La proposta di creare una task force ad hoc per il Recovery Fund non ha entusiasmato le forze del Governo. Chi ne farà parte? E da chi sarà presieduta? Gli interrogativi si moltiplicano in queste ore frenetiche per l’esecutivo.

Risposte certe non ce ne sono ancora, ma trapelano indiscrezioni su come funzionerà e quali ministri e personalità potrebbero gestire il piano di riforme e i soldi UE.

Come sarà la task force di Conte per il Recovery Fund

Più che una task force, una cabina di regia politica e governativa: questa l’idea di Conte sul gruppo di lavoro per il programma di riforme da presentare a Bruxelles.

Il presidente del Consiglio non sarebbe intenzionato a ripetere lo schema della task force di Vittorio Colao, con tecnici ed esperti completamente estranei ai partiti e alla politica.

Piuttosto, Conte starebbe puntando a un gruppo di ministri ristretto con il quale scrivere innanzitutto il progetto di riforme, indicando ambiti e priorità di spesa e di investimento.

Nello specifico, la cabina di regia politica dovrebbe essere composta da almeno sette ministri, quali: Gualtieri (Economia), Patuanelli (Sviluppo Economico), Speranza (Salute), De Micheli (Infrastrutture), Pisano (Innovazione), Catalfo (Lavoro) e Costa (Ambiente).

Resta nel dubbio la possibilità di far partecipare ai lavori anche i rappresentanti delle amministrazioni locali, Regioni e Comuni.

La guida del gruppo, naturalmente, spetterebbe a Conte. Il richiamo del presidente del Consiglio è a “Strategia Italia”, idea nata nel 2019 per coordinare e velocizzare gli investimenti pubblici.

Per la redazione tecnica dei progetti di riforma scelti a livello politico, il primo ministro potrebbe optare per un organismo neutrale, non partitico. L’ipotesi è di un comitato formato da amministratori, alti funzionari dello Stato ed esperti in vari settori.

Chi guiderà questo gruppo tecnico? Non ci sono ancora indiscrezioni al riguardo, ma è evidente che il nome dovrà avere l’appoggio condiviso della maggioranza di Governo.

Task force per i soldi UE? Il Governo diviso

La questione del progetto di riforme da collegare ai fondi del Recovery Fund è una sfida che l’Italia non può perdere. Ne sono tutti convinti nel Governo. Meno sicurezza, invece, è emersa sul metodo di lavoro: la task force non piace alla maggioranza.

Italia Viva e il Movimento 5 Stelle hanno reagito con freddezza. Renzi ha ricordato in Senato che il parlamento dovrà avere un ruolo chiave nella gestione dei 209 miliardi e, soprattutto, nella definizione di un vero “business plan” per il futuro del Paese.

Da sottolineare, inoltre, che stando alla composizione ipotizzata, il gruppo dei ministri non avrebbe neanche un rappresentante di Iv.

Anche il Partito Democratico preferirebbe un lavoro coordinato tra ministri e capi gabinetto, piuttosto che dare l’incarico a un gruppo etichettato come task force.

La partita della gestione dei soldi UE stabiliti con il Recovery Fund è appena iniziata per il Governo italiano. Portare a casa una vittoria non sarà così semplice.

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