Riforma fiscale, dalla busta paga più alta alla spesa meno cara: cosa può cambiare su Irpef e Iva

Stefano Rizzuti

27/02/2023

La riforma fiscale del governo Meloni è attesa in Cdm entro il mese di marzo, con novità riguardanti soprattutto le aliquote Irpef e Iva: cosa cambierà per busta paga e costo della spesa?

Riforma fiscale, dalla busta paga più alta alla spesa meno cara: cosa può cambiare su Irpef e Iva

La riforma fiscale è attesa in Consiglio dei ministri entro il mese di marzo. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ci sta lavorando e negli scorsi giorni ha fornito alcune anticipazioni riguardanti non tanto la riduzione delle aliquote Irpef (già annunciata in passato) quanto sulle nuove regole per l’Iva.

Per quanto riguarda l’Irpef, sembra probabile un passaggio da un sistema a quattro aliquote a uno a tre, ma bisognerà vedere esattamente in che forma e per chi può aumentare (o diminuire) la busta paga. Per quanto riguarda l’Iva, invece, l’aliquota potrebbe essere abbassata per alcuni prodotti e addirittura azzerata in altri casi.

La riforma fiscale dovrebbe comprendere anche il taglio dell’Ires per le aziende che investono in beni strumentali, per lo sviluppo e la crescita: si potrebbe passare dall’attuale 24% a un tasso più basso. Si ragiona, inoltre, anche dell’abolizione dell’Irap. Ma cosa potrà cambiare sui due punti principali, ovvero Irpef e Iva? Entriamo nel dettaglio.

Riforma fiscale, il taglio o l’azzeramento dell’Iva

Una delle ipotesi annunciate da Leo riguarda l’azzeramento dell’Iva su alcuni beni, seguendo l’esempio di quanto fatto durante il Covid con il vaccino. Bisognerà però capire su quali beni, ma l’idea è di seguire il principio dell’esenzione con il diritto alla detrazione, spiega il viceministro.

In più il governo vuole puntare a un’armonizzazione delle aliquote. Leo fa l’esempio del settore alimentare, dove l’Iva è al 4% sul pane, al 10% su carne e pesce e al 22% per una bottiglia d’acqua. Ci vuole, a suo giudizio, più uniformità e per questo è possibile un abbassamento dell’aliquota per alcuni prodotti alimentari. Con conseguente riduzione dei costi per i cittadini.

Le nuove aliquote Irpef: per chi cresce la busta paga?

L’altro grande capitolo della riforma fiscale riguarda le aliquote Irpef. Attualmente ce ne sono quattro:

  • al 23% per i redditi fino a 15mila euro;
  • al 25% tra i 15mila e i 28mila euro;
  • al 35% tra i 28mila e i 50mila euro;
  • al 43% per i redditi sopra i 50mila euro.

Con la riforma potrebbero scendere a tre. In questo caso ci sono due opzioni allo studio. Nella prima ipotesi non cambierebbe nulla per la prima aliquota, sotto i 15mila euro di reddito. La seconda e la terza, dai 15mila ai 50mila euro, verrebbero unificate con un’aliquota unica al 27%. Il che vuol dire che il netto in busta paga scenderebbe per chi guadagna tra 15mila e 28mila euro e salirebbe per chi guadagna sopra i 28mila. Infine per i redditi sopra i 50mila euro l’aliquota resterebbe al 43%.

La seconda ipotesi allargherebbe il primo scaglione (quello del 23%) fino a 28mila euro di reddito, con un aumento in busta paga per molti lavoratori. La seconda aliquota sarebbe al 33% (quindi più bassa di ora) per i redditi tra 28mila e 50mila euro, con conseguente aumento di stipendio. Non cambierebbe, nulla, invece per i redditi sopra i 50mila euro e si attende, invece, una revisione delle detrazioni fiscali. La riforma fiscale, comunque, non è ancora definita e qualche certezza in più si avrà solo a marzo.

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