Riforma fiscale, chi pagherà più tasse con i cambiamenti e le novità di Draghi? In base al discorso fatto in Senato, ci si aspetta l’introduzione di almeno un altro scaglione Irpef per agevolare i redditi medio bassi, mentre in onore della progressività dell’imposta le partite IVA potrebbero dire addio al regime forfettario.
Riforma fiscale di Draghi, chi pagherà più tasse? Il nuovo Presidente del Consiglio -che ha incassato la fiducia del Senato e attende quella della Camera- ha in mente una riforma strutturale dell’Irpef, preservando la progressività dell’imposta.
Attualmente il sistema tributario italiano prevede un’impostazione a cinque scaglioni, con altrettante aliquote. Il piano di Draghi potrebbe prevedere l’introduzione di nuovi scaglioni, così da inserire aliquote più proporzionate alla fascia di reddito di appartenenza.
Ma in termini pratici, cosa vuol dire? Chi pagherà più tasse con la riforma fiscale prevista da Draghi?
Riforma fiscale di Draghi: chi pagherà più tasse?
Che la riforma del Fisco sia una delle priorità del Governo Draghi è ormai assodato, visto che Draghi ne ha parlato nel suo discorso al Senato quando ha chiesto (e ottenuto) la fiducia.
Il Fisco è stato definito da Draghi come l’architrave della politica di bilancio e come tale una riforma va studiata al dettaglio, ma avere ben chiari gli aspetti pratici di un potenziale cambiamento bisogna fare un passo indietro.
Attualmente le aliquote Irpef sono cinque e vanno da un minimo del 23% fino ad un massimo del 43%.
Ciascuna di esse si applica al rispettivo scaglione di reddito ma, per via della progressività dell’imposta, a partire dal 2° scaglione l’aliquota superiore si applica solo alla parte di reddito eccedente.
Di seguito la tabella di scaglioni e aliquote Irpef 2021:
Scaglioni Irpef 2021 | Reddito | Aliquote Irpef 2021 |
---|---|---|
1° scaglione | 0-15 mila euro | 23% |
2° scaglione | 15.001 euro-28.000 euro | 27% |
3° scaglione | 28.001 euro-55.000 euro | 38% |
4° scaglione | 55.001 euro-75.000 euro | 41% |
5° scaglione | oltre 75.000 euro | 43% |
Come si può notare, tra il 2° e il 3° scaglione c’è uno salto di 11 punti percentuali, una fascia popolata da oltre 7 milioni di contribuenti. Un primo intervento potrebbe essere quello di introdurre almeno un altro scaglione, che riequilibri l’imposizione per i redditi tra i 28.000 e i 55.000 euro.
Non dovrebbe essere cambiato il sistema ad aliquote e scaglioni, ma la novità -visto che è stato posto l’accento sulla progressività dell’imposta- dovrebbe risiedere nella riduzione della percentuale di scarto tra una fascia di reddito e l’altra.
Anche le detrazioni verrebbero applicate in modo decrescente e più lineare rispetto al reddito. Una riforma del genere andrebbe incontro alle fasce di reddito medio/basse, che pagherebbero quindi meno tasse.
Riforma Irpef, chi pagherà più tasse? Verso la semplificazione del Fisco
Una delle parole chiave in merito alla riforma fiscale è “semplificazione”.
Durante il discorso del 17 febbraio al Senato, Draghi ha detto che l’intenzione è quella di intervenire con forza sull’Irpef per “semplificare e razionalizzare il prelievo”.
Attualmente, prendendo in considerazione anche i bonus Covid, oggi il cittadino si deve destreggiare tra circa 600 agevolazioni. Un primo impulso alla semplificazione verrà dato con l’assegno unico per i figli a carico, che sostituirà una parte delle agevolazioni e detrazioni attualmente in vigore per la famiglia, ma per ora è previsto che prenda il via dal 1° luglio 2021.
Rimane poi il nodo flat tax: cosa accadrà alle partite IVA in regime forfettario? Qualora dovesse essere abolito, i parametri di tassazione per i lavoratori autonomi cambierebbero di molto, ma così come Draghi non si è espresso sulla ripresa dell’attività della Riscossione, non è entrato nei dettagli dell’aliquota al 15% per ricavi e compensi fino a 65.000 euro annui. Anche se, vista la priorità data alla progressività dell’imposta, è difficile immaginare che sopravviva l’aliquota unica.
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