Riforma delle pensioni: un accordo verrà raggiunto a giugno, con la possibilità per i lavoratori fragili esposti ai rischi del Covid di accedere all’Ape Sociale.
Pensioni: la riforma per superare Quota 100 sarà pronta per giugno.
A confermarlo è il Ministro per il Lavoro, Nunzia Catalfo, in un’intervista rilasciata a Repubblica, nella quale ha parlato anche di ammortizzatori sociali e politiche attive per il lavoro, per le quali nei primi mesi dell’anno dovrebbe essere formalizzata la riforma.
Per quanto riguarda le pensioni servirà più tempo per arrivare ad un accordo ed è per questo che la Catalfo parla di giugno 2021. Ma d’altronde non c’è fretta visto che la riforma delle pensioni sarà operativa dal 1° gennaio 2022, quando Quota 100 cesserà di esistere e verrà sostituita dalla misura di flessibilità che verrà “ritagliata” in questi mesi in accordo con le parti sociali.
Sono diversi gli incontri che si sono tenuti in questi mesi, ma la pandemia ha rallentato i lavori. In ogni caso la Catalfo sembra avere le idee chiare a riguardo, anticipando anche alcune possibili novità per favorire l’uscita dal mercato del lavoro per quelle categorie più esposte ai rischi del contagio da Covid.
Riforma delle pensioni: le anticipazioni del Ministro del Lavoro
Va detto che al momento il destino della Catalfo al Ministero del Lavoro è piuttosto incerto. Si parla, infatti, con insistenza di un rimpasto e di un Conte-ter e tra i principali indiziati per il cambio di poltrona ci sarebbe proprio il Ministero del Lavoro.
Anche un cambio al vertice, tuttavia, non dovrebbe compromettere il buon esito della trattativa che porterà alla riforma delle pensioni del 2022. D’altronde tutti concordano sulla necessità di evitare lo scalone di cinque anni che si verrà a creare una volta che Quota 100 cesserà di esistere.
A tal proposito, la Catalfo è convinta che entro giugno si arriverà ad una soluzione condivisa da tutte le parti riguardo ad un piano che possa garantire la flessibilità in uscita anche dopo Quota 100. Il Ministro ha annunciato che “a breve” partiranno - ma con largo ritardo rispetto alle attese - la commissione sui lavori gravosi (con la quale verrà fatta una valutazione rispetto ad un possibile allargamento dell’attuale elenco) e quella per la separazione della spesa assistenziale da quella previdenziale.
E ancora: novità importante potrebbe essere quella che porterà al riconoscimento di una nuova categoria di persone che potrà accedere all’Ape Sociale smettendo di lavorare a 63 anni. Si tratta di quelle categorie di lavoratori fragili più esposti ai rischi legati al contagio da Covid, per i quali si cercherà di favorire l’uscita anticipata dal mercato del lavoro.
Riforma delle pensioni: quale soluzione per il dopo Quota 100?
La Catalfo non ne ha parlato, ma secondo le ultime indiscrezioni la misura individuata per sostituire Quota 100 è quella che risponde al nome della Quota 102.
Una misura che consentirebbe l’uscita dal mercato del lavoro una volta che la somma tra età e contributi dà come risultato 102. Un meccanismo simile a quello della Quota 100, ma con delle differenze: ad esempio, a fronte di 38 anni di contributi (che sarebbe il minimo individuato) si potrebbe andare in pensione solo una volta compiuti i 64 anni di età (quindi due anni dopo rispetto a Quota 100).
E non solo, perché rispetto alla misura di flessibilità introdotta dal primo Governo Conte, questa andrebbe a prevedere anche una penalizzazione in uscita, con un taglio che va dal 2,5% al 3% per ogni anno di anticipo rispetto alla data in cui si acquisisce il diritto alla pensione di vecchiaia (a 67 anni).
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