Rimborso dichiarazione dei redditi: ecco cosa fare se non arriva

Patrizia Del Pidio

27 Dicembre 2024 - 10:02

Cosa si deve fare se non si riceve il rimborso del 730 o del modello Redditi? Anche se i tempi di liquidazione sono lunghi potrebbe proprio non arrivare, ecco come procedere.

Rimborso dichiarazione dei redditi: ecco cosa fare se non arriva

Anche se l’Agenzia delle Entrate ha tempi più lunghi per la liquidazione del rimborso derivante dalla dichiarazione dei redditi, potrebbe capitare che le somme vengano bloccate per qualche problema e che il rimborso proprio non arrivi. Come si deve comportare, in questo caso, il contribuente? Non tutti sono a conoscenza delle tempistiche precise della liquidazione del conguaglio Irpef quando a pagare non è il sostituto di imposta, ma è ovvio che se i tempi si dilatano troppo ci si potrebbe iniziare a preoccupare e a chiedersi come ottenere le somme pagate in eccesso a titolo di imposta e, quindi, spettanti.

Se dalla dichiarazione dei redditi deriva un rimborso sicuramente il contribuente ha versato tasse superiori a quelle dovute: quando si presenta il modello Redditi o il modello 730 il Fisco calcola l’imposta dovuta e la confronta con quella già versata nel corso dell’anno.

Se dal calcolo risulta una imposta versata inferiore il contribuente è tenuto a pagare la differenza, ma se risulta una imposta versata maggiore ha diritto a ricevere il rimborso. In presenza di un sostituto di imposta il riaccredito è veloce, per chi, invece, il sostituto di imposta non ce l’ha (perché magari ha perduto il lavoro o ha terminato di percepire la Naspi, ad esempio) o ha scelto di presentare il modello Redditi o il modello 730 senza sostituto i tempi si allungano e può capitare di dover attendere anche più di anno per ricevere il rimborso.

Solitamente i tempi di attesa sono più lunghi e, indipendentemente da quando si presenta la dichiarazione con modello 730, il rimborso non arriva prima della fine dell’anno. Se si utilizza, invece, il modello Redditi il rimborso slitta direttamente all’anno nuovo.

Cosa fare se non arriva il rimborso fiscale? Scendiamo nei dettagli.

Il rimborso della dichiarazione dei redditi ritarda: quali possono essere i motivi?

Le motivazioni da ricercare dietro il ritardo di un rimborso Irpef possono essere diverse. In primo luogo la tempistica dell’erogazione delle somme dipende dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi: prima si invia e prima il rimborso arriva.

Va considerato, poi, che se le somme che si devono ottenere hanno un importo molto elevato possono scattare anche controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate che portano anche a un ritardo del rimborso. In particolare sono più soggette a controlli le dichiarazioni presentata da cui derivi un rimborso di importo superiore ai 4.000 euro.

I controlli in questo caso sono effettuati entro i quattro mesi successivi alla scadenza di presentazione della dichiarazione stessa ed è comprensibile, quindi, che anche a tempistica del rimborso slitti di diversi mesi (fino a sei dopo la scadenza di presentazione del modello). Le somme potrebbero, in questo caso, giungere anche a marzo/aprile 2025.

Cosa fare se non arriva il rimborso fiscale dell’Agenzia delle Entrate

Quando è l’Agenzia delle Entrate che si occupa dell’erogazione dei rimborsi, l’accredito arriva tramite bonifico sul conto bancario o postale. Questo significa che il beneficiario deve comunicare all’Agenzia l’Iban, cioè le coordinate del conto corrente, bancario o postale (Iban), e anche le relative ed eventuali variazioni, che saranno utilizzate per tutti i rimborsi da pagare.

Solo in caso di mancata comunicazione delle coordinate bancarie o postali, l’erogazione dei rimborsi alle persone fisiche avviene tramite titoli di credito a copertura garantita (assegni vidimati) emessi da Poste Italiane Spa.

Il contribuente che riceve l’assegno vidimato intestato a suo nome può, entro 60 giorni dalla data di emissione, quindi entro il termine di validità impresso sul titolo, scegliere tra una delle seguenti opzioni:

  • versarlo sul proprio conto corrente postale o bancario;
  • presentarlo per l’incasso in contanti presso qualsiasi ufficio postale.

Prima di erogare il rimborso, gli uffici postali faranno dei controlli, che riguardano:

  • l’avvenuta consegna del plico al beneficiario;
  • la verifica dei termini di validità dell’assegno;
  • la verifica dell’identità del presentatore dell’assegno;
  • controllo della puntuale coincidenza di tutti i dati dell’assegno.

La mancata corrispondenza, anche parziale, di tali elementi comporta il rifiuto di Poste Italiane S.p.A. a effettuare il pagamento dell’assegno vidimato.

Queste le regole generali. L’Agenzia delle Entrate, se il pagamento del rimborso non va a buon fine, effettua un altro tentativo di versamento. Se anche la seconda volta il rimborso non è incassato, il contribuente dovrà presentare un’apposita istanza per ricevere le somme in questione.

Come si presenta domanda di rimborso all’Agenzia delle Entrate

L’istanza di rimborso relativa alle imposte dirette o sul reddito può essere presentata all’ufficio dell’Agenzia competente in base al domicilio fiscale del contribuente al momento in cui è stata (o avrebbe dovuto essere) presentata la dichiarazione dei redditi da cui si genera il rimborso.

L’istanza di rimborso per versamenti eccedenti o non dovuti relativi all’imposta di registro e alle altre imposte indirette diverse dall’IVA va presentata:

  • all’ufficio territoriale dell’Agenzia dove è stato registrato l’atto o la successione;
  • in mancanza di un atto registrato, all’Ufficio territorialmente competente in ragione del domicilio fiscale del contribuente.

In ogni caso, se il contribuente invia la richiesta di rimborso a un ufficio non competente, sarà cura di quest’ultimo inviarla a quello giusto.

L’istanza va compilata in carta semplice, a meno che non sia prevista la presentazione di un apposito modello.

Le informazioni che deve contenere la richiesta sono:

  • l’importo richiesto;
  • i motivi per cui si ritiene di aver diritto al rimborso;
  • i documenti utili a dimostrare la fondatezza della richiesta, se non già in possesso della pubblica amministrazione;
  • il proprio recapito telefonico e/o l’indirizzo e-mail/PEC.

Le richieste di rimborso di imposte dirette (se non sono state già effettuate nella dichiarazione) e indirette, debitamente sottoscritte, possono essere inviate tramite PEC, e-mail o posta ordinaria, i servizi telematici oppure presentate allo sportello. È importante ricordarsi la documentazione a supporto della propria richiesta, oltre a una copia del proprio documento di identità.

In caso di delega, è necessario presentare la copia di un documento di identità sia del delegante che del delegato, entrambi in corso di validità.

Istanza di rimborso all’Agenzia delle Entrate: tempi e modalità

I tempi e le modalità a disposizione del contribuente per richiedere un rimborso possono essere così sintetizzati:

ModalitàTermine di decadenza
Presentazione di una dichiarazione integrativa a favore entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione da correggere
Presentazione di una istanza di rimborso relativa a:
- Imposte sui redditi (es. Irpef, Ires);
- Versamenti diretti;
- Ritenute operate dal sostituto d’imposta;
- Ritenute dirette operate dallo Stato e da altre P.A..
48 mesi

quando il versamento è stato effettuato in una data in cui era insussistente il presupposto: 48 mesi dalla data di ogni singolo versamento (nel caso di più versamenti: acconti, saldo rateizzato, ritenute mensili)

quando il presupposto si realizza al momento del pagamento del saldo: 48 mesi dalla data del versamento del saldo
Presentazione di una istanza di rimborso relativa a:
Imposte indirette (es. registro, successioni e donazioni, etc.)
36 mesi

dalla data del versamento o, se posteriore, dal giorno in cui è sorto il diritto alla restituzione
Presentazione di una istanza di rimborso relativa a tutte le imposte (ipotesi residuale) 24 mesi

Infine, ricordiamo che il contribuente che attende un rimborso e risulta contemporaneamente destinatario di una o più cartelle di pagamento per tributi erariali, di importo complessivo superiore a 1.500 euro, riceve da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione una comunicazione con cui gli viene proposto di compensare i debiti con i crediti.

La comunicazione contiene tutte le informazioni sul rimborso, sui ruoli da compensare e le istruzioni da seguire.

Come controllare lo stato del rimborso

Il contribuente può informarsi, in qualsiasi momento, sullo stato del rimborso e le informazioni relative le può ottenere:

  • con modalità telematiche, attraverso il servizio “Cassetto fiscale”;
  • con una telefonata ai servizi di assistenza;
  • dagli uffici dell’Agenzia.

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