Le tasse universitarie in Italia sono troppo alte; ecco in quali casi gli studenti hanno diritto al rimborso.
Molti dottori hanno diritto al rimborso delle tasse universitarie: lo hanno stabilito sia il TAR Lombardia che il Consiglio di Stato, i quali hanno riscontrato una violazione da parte delle Università dell’articolo 5 del Decreto n°306 del 25 luglio 1997 del Presidente della Repubblica.
Qui viene stabilito che le tasse universitarie non possono superare il 20% del budget statale erogato con il Fondo di Finanziamento Ordinario, ovvero le risorse che lo Stato mette a disposizione degli Atenei per la propria gestione. Tuttavia, molte Università italiane negli anni hanno preteso una cifra maggiore dagli studenti, violando il diritto allo studio costituzionalmente garantito.
Ecco perché gli studenti che hanno frequentato uno di questi atenei “irregolari” hanno diritto a ricevere il rimborso delle tasse universitarie, per la parte superiore ai limiti di legge.
Tuttavia, il rimborso può essere richiesto solamente per il periodo compreso tra il 2007/2008 e il 2012/2013 poiché successivamente è intervenuto il Governo Monti, il quale ha introdotto una “sanatoria” per permettere alle Università italiane di sforare i limiti fissati dall’articolo 5 del DPR 306/1997 senza violare la legge.
Il risultato è che oggi gli Atenei italiani sono tra i più cari in Europa, e gli studenti sono costretti a pagare cifre elevate per usufruire del loro diritto allo studio. Una situazione alla quale bisognerà porre al più presto rimedio, anche perché nonostante siano tra le più care le Università italiane sono lontane dall’essere le migliori nel mondo (clicca qui per consultare la classifica).
Nell’attesa che questa situazione cambi, vediamo quali sono gli atenei che in questi anni sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della giurisprudenza e per i quali gli ormai laureati hanno diritto al rimborso delle tasse.
Rimborso tasse universitarie: gli atenei irregolari
Negli ultimi anni molti studenti, convinti di pagare delle tasse universitarie troppo alte, si sono rivolti alla giurisprudenza per tutelare il loro diritto allo studio. E nella maggior parte dei casi il giudice gli ha dato ragione; ad esempio, il Tar di Milano - con la sentenza n° 1073/2013 - ha condannato l’Università di Pavia al rimborso di 4 milioni di euro complessivi solamente per l’anno 2012.
Una sentenza poi confermata dal Consiglio di Stato nel 2016, il quale a sua volta ha riscontrato una violazione dell’articolo 5 del DPR 306/1997. Complessivamente gli atenei italiani che hanno sforato il 20% previsto dalla legge sono 35 su 61, poco più della metà.
Nel dettaglio, a finire sotto la lente d’ingrandimento della giurisprudenza sono state le seguenti Università:
- Università degli Studi Insubria Varese-Como;
- Università degli Studi di Bologna;
- Università degli Studi di Bergamo;
- Università degli Studi di Milano;
- Università degli Studi di Milano Bicocca;
- Politecnico di Milano;
- Università “Ca Foscari” di Venezia;
- Università IUAV di Venezia ;
- Università degli Studi di Padova;
- Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia;
- Università degli Studi di Torino;
- l’Università degli Studi di Verona;
- Università degli Studi di Ferrara;
- Università degli Studi di Pavia.
Gli ex studenti di queste Università, laureati nel periodo compreso tra il 2007/2008 e il 2012/2013 possono fare ricorso al giudice per richiedere il rimborso di quanto pagato oltre i limiti fissati dalla legge. Per chi ancora oggi frequenta l’Università - o per i laureati dopo il 2013 - questo non è possibile perché nel frattempo è intervenuto il Governo Monti per regolarizzare la situazione delle Università italiane.
Così il Governo Monti ha “salvato” le Università
Una volta che gli studenti hanno cominciato a rivendicare il proprio diritto di pagare meno tasse, il Governo, anziché tutelare la loro posizione, ha introdotto una “via di fuga” per gli Atenei irregolari.
È stato il Governo Monti nel 2012 ad arginare la situazione, introducendo con la spending review un emendamento con il quale è stato concesso agli Atenei di superare il limite del 20% per le tasse universitarie. Nel dettaglio, il Governo ha tolto dal conteggio il gettito della contribuzione versata dagli studenti fuori corso; in questo modo le tasse universitarie, seppur altissime, sono tornate ad essere regolari per buona pace degli studenti.
Non essendo retroattivo l’emendamento Monti non ha comunque regolarizzato le Università per gli anni compresi tra il 2008 e il 2013; ecco perché tutti gli studenti, che ormai si presume essere laureati, hanno diritto a chiedere - e ad ottenere - il rimborso per l’eccedenza delle tasse universitarie pagate.
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