La Legge di Bilancio mette a disposizione 3 miliardi di euro per il rinnovo del contratto 2019-2021: almeno per il momento, l’aumento di stipendio riconosciuto sarà inferiore alle attese.
Rinnovo del contratto 2019-2021: con la Legge di Bilancio per il prossimo anno saranno stanziati - salvo modifiche con il passaggio in Parlamento - poco più di 3 miliardi di euro per la nuova fase di contrattazione.
Ricordiamo, infatti, che il contratto in essere per i dipendenti pubblici, rinnovato tra il 2017 e il 2018 a seconda del comparto di appartenenza, è in scadenza il 31 dicembre del 2018.
Presto, quindi, verrà avviata una nuova fase di contrattazione tant’è che già nelle prossime settimane dovrebbero aver luogo i primi incontri tra i rappresentanti del Ministero della Pubblica Amministrazione - presieduto dal Ministro Giulia Bongiorno - e i sindacati rappresentativi dei vari comparti. L’obiettivo è di arrivare ad un accordo che possa soddisfare le varie parti in causa il prima possibile, possibilmente in tempo per l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2019.
Personalmente, però, riteniamo che per il Governo non sarà semplice condurre i negoziati visto che le risorse stanziate per il rinnovo del contratto 2019-2021 appaiono insufficienti per riconoscere ai dipendenti pubblici gli incrementi stipendiali che da tempo vengono richiesti. Analizzando quanto scritto nel testo della Legge di Bilancio (di cui trovate un estratto in coda all’articolo), infatti, notiamo che le risorse attualmente a disposizione per la contrattazione sono molte meno di quelle stanziate per il precedente rinnovo del contratto.
Già l’ultima contrattazione ha scontentato la maggior parte dei dipendenti pubblici, visto che secondo gli statali l’aumento di 85€ medi e lordi è stato insufficiente per rimborsare loro degli anni - dal 2010 al 2016 - in cui il contratto è stato bloccato. A tal proposito in campagna elettorale, ma anche nel contratto di Governo, Movimento 5 Stelle e Lega hanno promesso una migliore valorizzazione economica per i dipendenti pubblici, come ad esempio per le Forze dell’Ordine e per chi lavora nella scuola, tuttavia analizzando le cifre a disposizione riteniamo che il raggiungimento di quest’obiettivo sia piuttosto lontano.
Vediamo di quanto aumenterà la retribuzione dei dipendenti pubblici qualora quanto indicato nel testo della Legge di Bilancio 2019 venisse attuato senza ulteriori modifiche.
Rinnovo del contratto 2019-2021: le risorse a disposizione
La Legge di Bilancio 2019 stanzia per il triennio 2019-2021:
- 1,050 miliardi di euro per il 2019;
- 1,075 miliardi di euro per il 2020;
- 1,125 miliardi di euro per il 2021.
Queste risorse saranno a disposizione per “la contrattazione collettiva nazionale - in applicazione dell’articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 - e per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico”.
Quindi per i negoziati si avranno a disposizione 3 miliardi di euro per l’intero triennio 2019-2021, molto meno di quanto stanziato per la precedente contrattazione. Dovete sapere, infatti, che per il rinnovo del contratto 2016-2018 solamente per il 2017 e il 2018 sono stati stanziati 4,5 miliardi di euro, 1,9 per il 2017 e 2,6 per il 2018 (per un incremento del 3,48% della retribuzione tabellare).
Ma se l’allora Governo di Centrosinistra non è riuscito a realizzare un rinnovo in grado di soddisfare i dipendenti pubblici, come farà l’Esecutivo in carica a riuscirci con meno risorse a disposizione? Sarà piuttosto difficile, anche perché è sempre la Legge di Bilancio 2019 a svelare la misura degli incrementi stipendiali confermando che questi saranno più bassi di quelli previsti per il precedente accordo.
Rinnovo del contratto 2019-2021: di quanto aumenta lo stipendio
Il rinnovo del contratto sarà in due tranche: il primo incremento stipendiale sarà riconosciuto da aprile a giugno del 2019, mentre il successivo da luglio in poi.
Nel dettaglio, come si legge nella Legge di Bilancio 2019, si partirà con un’anticipazione prevista dello 0,42% della retribuzione tabellare per il periodo che va dal 1° aprile al 30 giugno 2019, per poi arrivare ad un incremento dello 0,7% per il periodo successivo.
Una retribuzione tabellare di 1.500€ lordi, quindi, godrà per il 2019 di un incremento di circa 6€ mensili, 10,50€ da luglio 2019 in poi.
Almeno per il 2019, quindi, gli incrementi stipendiali cospicui promessi dal Governo non verranno riconosciuti; è molto probabile, infatti, che maggiori risorse saranno stanziate con la Legge di Bilancio 2020 visto che con la manovra finanziaria di quest’anno la maggior parte dei costi riguarderanno pensioni, misure per il contrasto alla povertà - vedi il reddito di cittadinanza - e novità fiscali.
Prima di concludere, però, ricordiamo che con la Legge di Bilancio 2019 viene confermato anche l’elemento perequativo una tantum introdotto dai contratti dello scorso anno; questo sarà riconosciuto dal 1° gennaio 2019 fino alla “data di definitiva sottoscrizione dei predetti contratti collettivi nazionali relativi al triennio 2019-2021 che ne disciplinano il riassorbimento”.
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