Robert Lind, Economista di Capital Group, evidenzia come la crisi causata dal Coronavirus abbia colpito il settore dei servizi. Solo una ripresa dei consumi potrà risollevare le sorti dell’economia
Il Coronavirus ha portato ad uno shock economico che vede pochi precedenti nella storia, tanto che il Fondo Monetario Internazionale stima una riduzione del PIL globale del 3%, con un impatto che, secondo gli esperti del FMI, potrebbe attestarsi nell’ordine dei 9mila miliardi di dollari.
A differenza delle scorse recessioni, questa non colpirà prevalentemente il settore manifatturiero, ma quello dei servizi. Per i Robert Lind, Economista di Capital Group, questo è dovuto alle misure di lockdown, che hanno sostanzialmente bloccato ristoranti, alberghi e turismo: la fetta principale del settore.
L’esperto si attende però un rimbalzo dell’attività nel terzo trimestre, quando si potrà tornare a un certo grado di normalità.
Crollo del petrolio positivo per l’Unione Europea
Sarà però da verificare quanto si protrarranno gli effetti del trauma su consumatori e aziende. Per Lind “dal momento che le aziende e i consumatori hanno un atteggiamento di maggiore cautela, potremmo osservare un effetto più duraturo sulla domanda, con un ritorno graduale piuttosto che totale alla normalità. Le autorità politiche dovranno quindi varare maggiori stimoli per garantire che si assista a un più forte rimbalzo della domanda”.
Per l’Europa, il problema sarà quello di quantificare lo stimolo necessario per affrontare la seconda metà del 2020, in modo tale da normalizzare la crescita. In questo senso, il recente crollo del prezzo del petrolio è un fattore positivo per il Vecchio Continente, in quanto è importatore e consumatore netto della materia prima.
“Una volta che le economie ricominceranno ad aprirsi, questa combinazione di significativi stimoli fiscali e di un consistente calo dei prezzi del petrolio avrà un impatto positivo sulla spesa dei consumatori e sugli investimenti delle imprese”, chiosa l’esperto.
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