Sentenza storica negli Stati Uniti. Johnson & Johnson condannata ad un risarcimento record.
Una giuria degli Stati Uniti ha condannato l’azienda Johnson & Johnson a pagare 60 milioni di dollari di risarcimento danni più altri 200 milioni di sanzione nei confronti di una donna di 48 anni dell’Oregon che si è ammalata di cancro, precisamente di mesotelioma, una neoplasia molto grave in genere causata dall’esposizione all’amianto.
Alla querelante Kyung Lee è stato diagnosticato il mesotelioma lo scorso anno. Si dice convinta di essersi ammalata a causa di 30 anni di esposizione all’amianto contenuto in borotalco e deodoranti prodotti dall’azienda Johnson & Johnson. Gli avvocati dell’azienda durante il dibattimento hanno detto che per loro la causa della malattia è l’amianto utilizzato in una fabbrica vicino a casa di Kyung Lee. Per questo motivo hanno già annunciato che ricorreranno in appello.
Erik Haas, vicepresidente di Johnson & Johnson, ha detto che la sentenza va in contrasto con anni e anni di ricerca scientifica che hanno confermato la sicurezza del borotalco: non contiene amianto e non provoca il cancro.
Eppure Johnson & Johnson è finita nella bufera da diversi anni. Sono tantissime le persone che l’hanno citata in giudizio con l’accusa di avergli provocato il cancro con i suoi prodotti cancerogeni. Si parla di 61.000 querelanti negli Stati Uniti che l’accusano di essersi ammalati a causa del talco all’amianto. La stragrande maggioranza dei ricorrenti sono donne affette da cancro alle ovaie, mentre solo una piccola minoranza è costituita da pazienti affette da mesotelioma, proprio come quest’ultimo caso. In questa circostanza i giudici hanno dato ragione alla ricorrente obbligando Johnson & Johnson a risarcirla con 60 milioni di dollari. Ma in atto ci sono decine di vertenze aperte.
Si cerca un unico accordo da 6,48 miliardi di dollari
L’azienda sta cercando di chiudere il contenzioso con un unico accordo da 6,48 miliardi di dollari. Approfittando di un cavillo consentito dal governo del Texas, l’azienda ha fondato la controllata LTL per esternalizzare i sinistri, salvo poi dichiarare fallimento. In questo modo vuole salvare la situazione patrimoniale della società madre.
Ma i due precedenti modi di risolvere i casi attraverso una procedura di insolvenza sono stati respinti dai tribunali perché la filiale non era in grado di dimostrare la propria difficoltà finanziaria. Il gruppo ha bisogno del sostegno del 75% dei ricorrenti per ottenere l’approvazione di un accordo fallimentare che ponga fine al contenzioso chiudendo casi futuri.
Chiaramente l’idea di Johnson & Johnson di fare un fallimento fittizio, è stata scoperta dai querelanti che sostengono come questa mossa sia solo un modo per ostacolare, ritardare e frodare le vittime, mettendo fuori gioco miliardi di risarcimento.
Finora alcuni procedimenti legali hanno avuto successo. Ad esempio c’è una sentenza del 2021 che ha assegnato 2,1 miliardi di dollari a 22 donne affette da cancro alle ovaie. Ad aprile è stata condanna a pagare 45 milioni di dollari in un caso di mesotelioma.
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