Quando si parla di investimenti quasi nessuno pensa all’assicurazione. Ecco come affrontare il rischio puro e speculativo.
In ambito finanziario il rischio è l’incertezza legata al valore futuro di un’attività, di uno strumento finanziario o di un qualsiasi investimento. In ambito assicurativo, invece, è la probabilità che si verifichi il fatto dannoso, cioè il sinistro.
Come possiamo vedere, la stessa parola non significa propriamente la stessa cosa: nel primo caso si riferisce a un evento incerto che può essere positivo oppure negativo. Nella seconda accezione ci si riferisce a un evento, sempre incerto, ma puramente negativo. In questa prima osservazione abbiamo scoperto quello che nel gergo tecnico viene chiamato: rischio speculativo e rischio puro. Si può eliminare il rischio?
Naturalmente no. Possiamo solo ridurlo, portando dalla nostra parte le maggiori probabilità che l’evento accada o meno. Un esempio aiuterà a capire meglio. La prima cosa da fare è identificare il tipo di rischio che abbiamo davanti: rischio speculativo o puro? A seconda del tipo vi è una soluzione e una strategia da mettere in atto, vediamole entrambe.
Rischio speculativo, cosa fare?
Iniziamo con il rischio speculativo: questo rischio, lo ricordo, è il rischio legato a un evento (incerto) che può portare, in ambito finanziario, a una perdita o a un guadagno. In questo caso come posso aumentare le probabilità che l’investimento vada in profitto? La prima cosa che possiamo fare è diversificare, evitando di investire tutto il capitale in un’unica azienda, settore, Paese e così via.
Per esempio se investo in azioni, non devo investire tutti i miei soldi in un’azienda, questo perché se le cose dovessero andar male, perdo tutto o gran parte del mio capitale. Stessa cosa se investo, in un unico settore (es. l’immobiliare) anche qui il ragionamento è il medesimo. Oltre alla diversificazione, possiamo, anzi dobbiamo investire in strumenti finanziari che conosciamo bene e che sono in linea con il nostro profilo di rischio, altra cosa da fare è consultare i relativi rating, cioè le valutazioni del livello di affidabilità degli strumenti.
Come gestire il rischio puro
In questa categoria di rischi, le cose sono diverse, ma anche qui domina l’incertezza. Tutto quello che dobbiamo fare è passare la patata bollente a qualcun altro. E questo qualcun altro è l’assicurazione. Prima cosa da fissare nella testa: l’assicurazione non è una spesa, ma un investimento.
Cosa significa la parola assicurare?
Secondo il dizionario, assicurare vuol dire: «Rendere sicuro, proteggere da un danno o pericolo».
Partiamo dal fatto che un dato evento (morte, infortunio, malattia) possa accadere, ha delle probabilità. I fattori che aumentano o diminuiscono tali probabilità sono diversi (età, sesso, salute, stile di vita), e a seconda della loro composizione, si decreta la probabilità che tale evento si verifichi. Naturalmente maggiori sono le probabilità che l’evento accada, maggiori sono i premi da corrispondere per proteggersi.
Calcolate le probabilità dell’evento, si entra nel vivo stipulando un contratto assicurativo che difatti rende sicuro il nostro obiettivo (il futuro dei figli). In che modo? Bene immaginiamo che io voglia assicurare il futuro dei miei figli, e per questo decido di accantonare 200 € al mese. Se facessi solo l’accantonamento, senza stipulare un’adeguata copertura assicurativa, aumenterei le probabilità di insuccesso. Mi espongo maggiormente ai rischi, essendo “scoperto”.
Ma, naturalmente, per i miei figli desidero il meglio, e soprattutto voglio assicurare, il loro futuro quindi devo portare dalla mia parte la probabilità. In questo caso, con una copertura assicurativa porto la probabilità di successo al 100 %, si hai letto bene al 100%. Te lo dimostro, assicurandomi sul caso vita e infortunio (i due eventi che nel caso in cui si verificassero, non mi farebbero raggiungere l’obiettivo) per un massimale adeguato, io porto al 100% la probabilità di successo, questo perché se l’evento non accadesse, il problema non c’è. Stessa cosa se l’evento nefasto si presenta, perché l’assicurazione mi pagherebbe, garantendo il proseguimento dell’investimento.
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