“Riscoprire il silenzio” con la giornalista Nicoletta Polla Mattiot: riassunto dell’opera e riflessioni

Giorgia Bonamoneta

19/06/2024

Prima prova di italiano della Maturità 2024: la tipologia B comprende Nicoletta Polla Mattiot, con l’estratto “Riscoprire il silenzio”. Ecco l’analisi del testo e cosa sapere.

“Riscoprire il silenzio” con la giornalista Nicoletta Polla Mattiot: riassunto dell’opera e riflessioni

“Riscoprire il silenzio” è il brano della tipologia B uscito tra le tracce della prima prova della Maturità 2024. Si tratta di un estratto di “Riscoprire il silenzio. Arte, musica, poesia, natura fra ascolto e comunicazione” del 2013 della giornalista Nicoletta Polla Mattiot.

Chi è Nicoletta Polla Mattiot

Nicoletta Polla-Mattiot è una giornalista e studiosa di comunicazione. Ha una carriera di oltre trent’anni nel settore dei periodici e quotidiani e si può quindi definire tranquillamente un’esperta del campo che indaga. È laureata in Retorica e tecniche di comunicazione a Lettere Antiche e ha iniziato la sua carriera presso La Stampa, per poi lavorare a La Repubblica. Ha ricoperto anche diversi ruoli di rilievo come condirettore di Grazia e direttore di PerMe. Attualmente, dirige la Divisione periodici lifestyle del Sole 24 Ore,

Parallelamente alla carriera giornalistica, Polla-Mattiot si è dedicata all’attività didattica e di ricerca focalizzata sul linguaggio non verbale e il silenzio come strumento di comunicazione dal 1988. Ha scritto numerosi libri e saggi su questo tema, tra cui “Le funzioni comunicative del silenzio" (1990), “Il paradosso del silenzio” (2009) e “Riscoprire il silenzio” (2004, 2018). Nel 2010, ha co-fondato con Duccio Demetrio l’Accademia del Silenzio, un’istituzione dedicata alla pedagogia e comunicazione del silenzio​.

Il testo

Il testo della tipologia B della Maturità 2024:

Concentrarsi sul silenzio significa, in primo luogo, mettere l’attenzione sulla discrezionalità del parlare. Chi sceglie di usare delle parole fa un atto volontario e si assume dunque tutta la responsabilità del rompere il silenzio.

Qualsiasi professionista della comunicazione studia quando è il momento opportuno per spingersi nell’agone verbale: la scelta di “smettere di tacere” è un atto rituale di riconoscimento dell’altro. [...] Si parla perché esiste un pubblico, un ascoltatore. Si parla per impostare uno scambio. Per questo lavorare sull’autenticità del silenzio e, in particolare, sul silenzio voluto e deliberatamente scelto, porta una parallela rivalutazione del linguaggio, la sua rifondazione sul terreno della reciprocità. Dal dire come getto verbale univoco, logorrea autoreferenziale, al dialogo come scambio contrappuntistico di parole e silenzi.

Ma il silenzio è anche pausa che dà vita alla parola. La cesura del flusso ininterrotto, spazio mentale prima che acustico. [...] Nell’intercapedine silenziosa che si pone tra una parola e l’altra, germina la possibilità di comprensione. Il pensiero ha bisogno non solo di tempo, ma di spazi e, come il linguaggio, prende forma secondo un ritmo scandito da pieni e vuoti. È questo respiro a renderlo intelligibile e condivisibile con altri.

Il silenzio è poi condizione dell’ascolto. Non soltanto l’ascolto professionale dell’analista (o dell’esaminatore, o del prete-pastore), ma della quotidianità dialogica. Perché esista una conversazione occorre una scansione del dire e tacere, un’alternanza spontanea oppure regolata (come nei talk show o nei dibattiti pubblici), comunque riconosciuta da entrambe le parti. L’arte salottiera e colta dell’intrattenimento verbale riguarda non solo l’acuta scelta dei contenuti, ma la disinvoltura strutturale, l’abile dosaggio di pause accoglienti e pause significanti, intensità di parola e rarefazione, esplicito e sottinteso, attesa e riconoscimento. Si parla “a turno”, si tace “a turno”.

Comprensione e analisi: le domande

La richiesta della tipologia B è la seguente:

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.

  • 1. Riassumi il contenuto del brano e individua la tesi con le argomentazioni a supporto.
Perché la scelta di «smettere di tacere» è un atto rituale di riconoscimento dell’altro? Illustra il significato di questa frase nel contesto del ragionamento dell’autrice.
  • 2. Quali sono le funzioni peculiari del silenzio e i benefici che esso fornisce alla comunicazione?
  • 3. La relazione tra parola, silenzio e pensiero è riconosciuta nell’espressione ’spazio mentale prima che acustico: illustra questa osservazione.

Riassunto del brano

Il brano, nella sua brevità, vuole sottolineare l’importanza del silenzio nella comunicazione, evidenziando come parlare sia una scelta volontaria e che comporta responsabilità. La decisione di interrompere il silenzio è un riconoscimento dell’altro e serve a impostare uno scambio reciproco.

Il silenzio non è solo una pausa nel flusso verbale, ma uno spazio mentale necessario per la comprensione e l’ascolto. L’alternanza tra parola e silenzio è fondamentale per una conversazione autentica, dove le pause sono essenziali per dare ritmo e significato al dialogo.

Qual è la tesi e quali gli argomenti usati?

La tesi vede il silenzio come un elemento essenziale della comunicazione che permette un dialogo autentico e reciproco e la sua gestione consapevole arricchisce la comprensione e l’ascolto.

Gli argomenti utilizzati a supporto sono:

  • “Concentrarsi sul silenzio significa, in primo luogo, mettere l’attenzione sulla discrezionalità del parlare”;
  • “Qualsiasi professionista della comunicazione studia quando è il momento opportuno per spingersi nell’agone verbale: la scelta di ’smettere di tacere’ è un atto rituale di riconoscimento dell’altro”;
  • “ Per questo lavorare sull’autenticità del silenzio e, in particolare, sul silenzio voluto e deliberatamente scelto, porta una parallela rivalutazione del linguaggio, la sua rifondazione sul terreno della reciprocità”;
  • “Il silenzio è poi condizione dell’ascolto”;
  • “Perché esista una conversazione occorre una scansione del dire e tacere, un’alternanza spontanea oppure regolata, comunque riconosciuta da entrambe le parti”.

Il “silenzio” per l’alto

Nel brano si capisce chiaramente che smettere di tacere è un atto di riconoscimento dell’altra persona. L’autrice spiega infatti che quando si sceglie di parlare, ci si assume la responsabilità di interrompere il silenzio, un atto che riconosce l’esistenza dell’altro come ascoltatore. Questo gesto implica un’intenzione di impostare uno scambio reciproco e di valorizzare la comunicazione autentica, che si basa su una reciproca alternanza di parola e silenzio.

L’autrice lo spiega attraverso diversi passaggi fondamentali, ovvero quando spiega i benefici del silenzio:

  • Pausa che dà vita alla parola, ovvero il silenzio che interrompe il flusso della comunicazione, creando uno spazio mentale che favorisce la comprensione;
  • Condizione dell’ascolto, perché il silenzio è essenziale per l’ascolto attivo, sia in contesti professionali che quotidiani, permettendo una scansione del dire e tacere riconosciuta da entrambe le parti;
  • Strumento di riflessione, quando il silenzio offre il tempo e lo spazio necessari per elaborare pensieri e idee, rendendo il linguaggio più intelligibile e condivisibile;
  • Ritmo del dialogo, perché le pause silenziose creano un ritmo nella comunicazione che alterna intensità di parola e rarefazione, favorendo un’interazione più ricca e significativa.

La relazione tra parola, silenzio e pensiero

L’ultima domanda chiede di riportare il collegamento tra parola, silenzio e pensiero. Questo c’è, è anzi il focus del brano e la chiusura stessa del senso del discorso sul silenzio.

La relazione tra parola, silenzio e pensiero è complessa. Il silenzio non è solo l’assenza di suono, ma uno spazio mentale che precede e dà forma al pensiero. Questo spazio è essenziale per la riflessione e la comprensione. La parola, invece, è l’espressione del pensiero che emerge dal silenzio. L’alternanza tra parola e silenzio crea un ritmo che rende il dialogo intelligibile e condivisibile.

Il silenzio permette di ascoltare e di pensare, creando le condizioni per un linguaggio autentico e significativo.

Produzione: di cosa parla il testo?

Nella parte di produzione, viene chiesto ai maturandi di esaminare in maniera critica il brano della giornalista Nicoletta Polla-Mattiot. Proviamo a fare una riflessione sul tema del silenzio proposto.

Il brano sul silenzio è sì molto interessante per chi lavora nella comunicazione, come la giornalista e autrice, ma il silenzio può assumere diversi significati in diversi ambienti. Secondo il brano, il silenzio è uno “spazio mentale prima che acustico” necessario. Si tratta di una “pausa” che permette la comprensione, il pensiero. Polla-Mattiot afferma infatti che il silenzio è essenziale per l’ascolto e per la creazione di un dialogo autentico.

Una possibile criticità potrebbe risiedere nell’idealizzazione del silenzio come strumento comunicativo. Infatti il silenzio come facilitatore della riflessione, potrebbe non tener conto di alcune limitazioni.

Il valore del silenzio può, per esempio, variare a seconda del contesto culturale e sociale. In alcune culture, il silenzio può essere percepito come un segno di rispetto, mentre in altre può essere visto come una mancanza di coinvolgimento o un atteggiamento ostile.

Il silenzio può essere quindi interpretato in molti modi diversi e può portare a fraintendimenti, come un segno di disaccordo, disinteresse o incomprensione. In alcune situazioni inoltre, il silenzio può essere utilizzato come strumento di potere, per esempio in un contesto lavorativo. In questo caso il silenzio crea tensione.

Infine non tutti si sentono a proprio agio con l’uso del silenzio nella comunicazione. Alcune persone, pensiamo a una persona neurodivergente che presenta difficoltà nell’interpretare i segnali in una comunicazione, potrebbe trovare il silenzio intimidatorio o ansiogeno.

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