Ritorno a scuola, rivolta contro le linee guida di Azzolina: “Inesistenti”

Mario D’Angelo

24/06/2020

Dure critiche alle linee guida per il ritorno a scuola a settembre in sicurezza, ma il problema è davvero Azzolina?

Ritorno a scuola, rivolta contro le linee guida di Azzolina: “Inesistenti”

Infuria la polemica sulle linee guida per il ritorno a scuola stilate dal Ministero guidato da Lucia Azzolina. Le proteste si sono sollevate in seguito alla diffusione della bozza del nuovo piano scuola 2020-2021, che saranno portate domani in Conferenza Unificata. Cos’è che nelle linee guida ha infiammato il mondo della scuola? E la colpa è davvero della ministra Azzolina?

Il mondo della scuola contro Azzolina

Non è ancora definitivo, ma ha già sollevato un nugolo di polemiche. Il piano scuola per l’emergenza coronavirus ha scontentato tutti: genitori, presidi e insegnanti.

Lucia Azzolina continua a gettare nel caos la scuola, i bambini, i giovani, le famiglie. Tocca a lei dare certezze per la riapertura a settembre, non ai presidi. Si assuma le sue responsabilità”, ha scritto Mara Carfagna su Twitter, deputata di Forza Italia e vicepresidente della Camera. Matteo Salvini, intervistato in esclusiva da Money.it, ha detto invece che Azzolina “non è all’altezza”.

Sul piano scuola per settembre ci aspettavamo delle indicazioni più specifiche, a esempio su livello minimo di servizio. Si demanda tutto a dei tavoli regionali composti da tantissime persone che avranno difficoltà a dare risposte concrete e operative”, ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi a Radio 24.

Ritorno a scuola, inutile prendersela con Azzolina

Ma il vero problema, come sempre quando si parla di scuola in Italia, è la scarsa disponibilità di risorse. Servirebbe, afferma lo stesso Giannelli, almeno una maggiore “libertà di gestione dei dirigenti scolastici delle risorse economiche e logistiche, in modo più chiaro di come è stato fatto negli ultimi vent’anni”.

Già, gli ultimi vent’anni. Dal 2000 ad oggi, da destra a sinistra, non c’è stato un solo ministro o ministra dell’Istruzione che non sia stato oggetto di aspre critiche per il proprio operato.

Forse sarebbe ora di smetterla di trovare nel Ministero il capro espiatorio dei mali della scuola, e iniziare invece a costruire una critica seria a una società, come quella italiana pecora nera in Europa, che ha dimenticato l’importanza della cultura scolastica e universitaria.

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