Tra rotte più brevi e giacimenti di idrocarburi, metalli preziosi e minerali le potenze mondiali guardano all’Artico.
La regione strategica dell’Artico, rimasta per secoli ai margini dell’interesse commerciale data l’impenetrabilità delle sue immense banchise di ghiaccio, nei nostri incerti tempi di surriscaldamento globale e tensioni internazionali promette di rivelarsi una miniera di risorse preziose per l’uomo, come il futuro teatro di ipotetiche tensioni e conflitti di un mondo dall’assetto tripolare.
Un mondo dove vecchie e nuove potenze globali promettono di misurarsi in una corsa alla conquista (e rottura) dei ghiacci. Una gara che possa garantire l’accesso alle rotte più brevi, e non meno agli enormi giacimenti di idrocarburi, minerali e metalli preziosi.
Stati Uniti, Russia e Cina - seguite da potenze minori con vantaggi geografici - sono impegnate da anni nello sviluppo di programmi a lunga scadenza, iniziati con il semplice varo di potenti navi rompighiaccio, anche a propulsione nucleare, per scoprire, ottenere e se necessario difendere i propri interessi in loco. Covando il rischio di uno scontro nel cuore ghiacciato dell’Artico che potrebbe diventare in breve il punto più caldo del pianeta.
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