Sai che il tuo telefono ascolta quello che dici? Ecco cosa devi sapere

Alessandro Nuzzo

05/09/2024

Quanto svelato da una famosa azienda di comunicazione riapre importanti interrogativi sulla privacy delle conversazioni che sarebbero ascoltate ai fini di marketing.

Sai che il tuo telefono ascolta quello che dici? Ecco cosa devi sapere

È capitato almeno a tutti una volta: si sta parlando di qualcosa con qualcuno e poco dopo ci ritroviamo nel feed dei nostri social una sponsorizzata di quell’argomento o azienda di cui magari non ne avevamo mai sentito parlare fino ad ora. A quel punto il dubbio a tanti è sorto sul fatto che è probabile che qualcuno ci ascolti tramite i microfoni dei nostri smartphone per utilizzare poi tali parole carpite nelle conversazioni per inviarci pubblicità profilata.

Questo ad oggi è sempre rimasto un dubbio, nel senso che i colossi dei social mai hanno ammesso di ascoltare gli utenti iscritti alla propria piattaforma per profilarli ai fini marketing. Le app sono soggette a numerosi controlli e mai nessuno ha provato che ci ascoltano per intercettare parole chiave e inviarci pubblicità mirata. Questo comporterebbe gravi violazioni della privacy e pesanti conseguenze. Eppure c’è una società di comunicazione molto importante che dice di collaborare anche con Facebook, Amazon e Google, che tra i suoi servizi presenta il cosiddetto «Active Listening». Vediamo come funziona.

Come funziona il servizio Active Listening

La società in questione è la Cox Media Group, americana e specializzata in marketing. Ad attirare l’attenzione il suo servizio Active Listening promosso su una pagina web, poi rimossa. Si tratta di un servizio in grado di poter identificare conversazioni rilevanti tramite smartphone, smart TV e altri dispositivi utilizzando l’intelligenza artificiale. Lo scopo dichiarato nella pagina promozionale era quello di consentire alle aziende locali di targettizzare gli annunci pubblicitari in modo più preciso, basandosi sui dati vocali raccolti dai dispositivi degli utenti.

L’active listening utilizzava i microfoni dei dispositivi per raccogliere dati vocali. Questi dati tramite intelligenza artificiale venivano analizzati per creare annunci pubblicitari personalizzati, basati sulle parole chiave pronunciate dagli utenti. Un qualcosa che mette a serio rischio la privacy delle persone e che riapre forti dibattiti sulla sicurezza dei dati personali.

La Cox Media Group ha ammesso di collaborare con colossi come Facebook, Amazon e Google. Interpellate, le tre aziende hanno immediatamente preso le distanze. Google ha reagito rimuovendo immediatamente l’azienda dal programma partner. Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, ha riferito che sta indagando per capire se la Cox Media abbia violato qualcuno dei suoi termini di servizi e ha garantito che Meta non utilizza né utilizzerà mai i microfoni dei cellulari per scopi pubblicitari.

Amazon invece ha rifiutato qualsiasi connessione con l’azienda di comunicazione. Un portavoce ha detto che Amazon non ha mai lavorato con la Cox Media né aveva pianificato di farlo in futuro. Fermo restando che i dubbi restano su queste pratiche, per evitare rischi ed impedire a queste aziende di poterci ascoltare, c’è un solo modo: vietare alle app di accedere al microfono. Un qualcosa che però impedisce il corretto utilizzo di app famose come Whatsapp, ecc. Siamo pronti a sacrificare la comunicazione digitale in nome della privacy? Per disattivare il microfono, dalle impostazioni, controllare le autorizzazioni all’utilizzo del microfono e verificare quali app hanno accesso. A quel punto limitare i permessi sopratutto a Whatsapp, Messenger, Instagram e Facebook.

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